Le esequie

Celebrati i funerali di Giovanni Tucci, il sindaco: “Campobasso ne custodirà la memoria”

La chiesa di Sant’Antonio di Padova a Campobasso ha ospitato le esequie di Giovanni Tucci, uno degli ultimi molisani sopravvissuti alla deportazione e venuto a mancare ieri (19 dicembre) a 97 anni. 

Durante la funzione religiosa il sindaco Roberto Gravina ha letto un messaggio in cui ha ricordato la sua figura: “La nostra città ha riconosciuto in Giovanni Tucci, per tutta la sua vita, un testimone della storia e un custode instancabile della memoria.

Lo ha fatto formalmente e ufficialmente un anno fa, insignendo il commendatore Tucci della cittadinanza benemerita, ma il racconto di ciò che di terribile accadde durante la Seconda Guerra Mondiale con le persecuzioni razziali e la Shoah, Giovanni Tucci lo ha portato avanti per una vita intera, rivolgendolo a tutte le generazioni che ha incontrato e dalle quali è sempre stato riconosciuto come un riferimento in termini di coerenza per ciò che ha voluto dedicare all’intera nostra comunità.

La sua vita è stata la testimonianza più autentica non solo di quanto il male possa avvolgere le vicende dei popoli, ma, soprattutto, di come da questo male, dalle tragedie immani che provocò, si debba venire fuori non solo pensando a mettere in salvo se stessi ma bensì lottando per salvare tutti.

Giovanni Tucci, come altri sopravvissuti alla terribile esperienza dei campi di prigionia, ha fatto proprio questo: ha continuato, fino alla fine, a cercare di salvare anche chi a casa non aveva fatto ritorno.

Lo ha fatto parlando ad ognuno di noi e ai tantissimi giovani incontrati negli anni, guardando ognuno negli occhi e, soprattutto, ponendosi davanti agli occhi degli altri, con coraggio, senza altro fine che non fosse quello di metterci in guardia e di rendere la conoscenza del tempo passato qualcosa di necessario per progettare un futuro senza odio e discriminazioni.

Incessante è stato, in questo senso, il suo impegno contro ogni forma di revisionismo, svolto sempre con la fiducia e con la certezza che la verità dovesse essere quella forza in grado di sostenere l’uomo anche nei suoi passaggi più bui.

Di Giovanni Tucci porto con me il ricordo delle parole che volle scrivermi e farmi pervenire con una lettera personale, nel mese di maggio, in alcuni dei giorni più difficili per me da affrontare della prima ondata pandemica.

Quelle parole, dirette, prive di retorica, non passano, hanno la forza e la passione per continuare, ogni giorno, a farmi credere che è verso la verità che dobbiamo puntare ad indirizzare le nostre azioni e le nostre vite, proprio come ha avuto la caparbietà di fare lui, ricordando tutto ciò che ci accade senza rancore, ma con la stessa indomita fiducia verso il prossimo che Giovanni Tucci ha mostrato di avere verso ognuno di noi consegnandoci la sua memoria.

Per Giovani Tucci raccontare la verità era indispensabile. Voglio rassicurarlo, la città di Campobasso continuerà, grazie a lui e alla sua testimonianza, a ricordare e ad avere memoria”.

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