I carabinieri del Nucleo Anti Sofisticazione di Campobasso tornano al San Timoteo di Termoli per nuove verifiche sul rispetto della separazione tra percorso covid e no covid. Fioccano Infatti le segnalazioni relative anche al nosocomio adriatico sulla presunta inosservanza della distinzione tra corsie di ingresso e uscita per pazienti contagiati.
Gli uomini del comandante di Vito al lavoro dunque sul rispetto di due percorsi, che devono essere garantiti dalla legge. Il problema si è posto e continua a porsi proprio perché il San Timoteo non è, almeno sulla carta, un ospedale dedicato ad accogliere malati con il virus e dunque potenzialmente contaminati. Nei fatti però, anche con la realizzazione dell’area grigia dove si attende il trasferimento al Cardarelli di Campobasso, sono numerosi i pazienti covid che arrivano nel nosocomio adriatico.
Qui sono tornati, anche ieri, i carabinieri del Nas per proseguire gli accertamenti, i cui esiti si dovrebbero conoscere a breve.
Nel mirino anche la segnalazione fatta e supportata da una fotografia (sopra) del segretario regionale Partito Democratico Vittorino Facciolla, che rimarca le decine di persone in fila al freddo in attesa di fare il tampone presso i locali di via del Molinello. “Sono uno accanto all’altro senza sapere se siano positivi o negativi al covid e la stessa scena si ripete ogni giorno al Cardarelli di Campobasso dove le temperature sono anche più basse e le code più lunghe”.
Situazioni queste che ormai si registrano in tutta la regione, e che diventano uno dei motivi di protesta da parte degli operatori sanitari, che non si sentono sufficientemente tutelati dalla direzione Asrem e che domattina, mercoledì 2 dicembre, terranno un presidio pubblico proprio davanti l’ospedale di Termoli alzando le bandiere delle rispettive sigle sindacali aderenti e cioè la Cgil, la Cisl Fp, Uil fpl, Fials, Fsi-Usae, Nursing up.
Un presidio che, si legge nella nota, “arriva a seguito delle mancate soluzioni dei problemi sollevati più volte alla direzione generale Asrem, alla direzione generale della Salute, al Presidente della Regione Molise e al commissario ad acta”.
Resta anche da chiarire quello che lo stesso Facciolla scrive e cioè che si sta valutando di assegnare 6 posti letto covid al San Timoteo. Informazione che al momento non risulta alle forze dell’ordine. Come potrebbe essere possibile gestire la presenza di questi ammalati se non si hanno i percorsi separati? Il problema infatti è che l’entrata in pronto soccorso è una sola e viene condivisa da tutti i malati.
Chi dovrebbe occuparsene però non c’è, perché il San Timoteo è senza direttore sanitario da gennaio 2020, quando la dottoressa Morelli è andata via e alla sua mancanza non è stato posto rimedio. Per Facciolla “Termoli è considerata estrema periferia del mondo e siamo lontanissimi dal trovare soluzioni concrete. Toma e Florenzano – conclude – pensano di poter gestire la sanità e soprattutto una grave emergenza come quella che stiamo vivendo facendo magheggi, celando i numeri e predicando bugie, ma la realtà è purtroppo ben diversa”.
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