Pandemia e spopolamento

Aprire quando tutti chiudono. La pizza? “Un atto di amore e coraggio”

Pochi giorni dopo l'entrata in vigore del decreto che ha chiuso bar e ristoranti Alessandra Di Rocco, 38enne di Palata, ha inaugurato la sua pizzeria. In un paese spopolato e con una pandemia che sta falcidiando l'economia mondiale (e locale) una storia di coraggio e follia.

Inaugurare una nuova pizzeria quando le regole anti Covid le vogliono tutte chiuse dalle 18. Aprire un locale mentre l’intera economia è in recessione e c’è un clima diffuso di sfiducia e timore per il futuro. Farlo in un paese spopolato come Palata che dagli anni ’50 non ha fatto che perdere abitanti. Mettersi da sola a sfornare pizze ed essere, al contempo, una mamma single che sta crescendo un figlio piccolo.

La somma di queste ‘variabili’ si chiama Alessandra Di Rocco. Lei, 38enne di Palata, ha da poco aperto (ma sarebbe meglio dire riaperto) il Country Road, un circolo culturale-sportivo che si trova sulla strada verso Tavenna. Nel fine settimana Alessandra – proprietaria del locale e titolare dell’associazione – apre ai soci dove cerca di trasmettere la passione per la pizza, il duro lavoro che c’è dietro, facendo quello che le viene meglio: “Far sentire tutti a loro agio, far star bene le persone come fossero a casa loro”.

La missione è questa. Ma iniziarla in un momento sociale ed economico così difficile è complicato. Non fosse altro che si esce di casa molto meno e si pensa al pericolo di contrarre la malattia anche per una cosa banale come una pizza il sabato sera.

“C’è chi dice che sono matta – afferma scherzosa Alessandra – ma la verità è che le decisioni difficili le prendo sempre nei momenti peggiori della mia vita. L’idea di questo circolo che ha riaperto il 14 novembre è germogliata in estate. Ero a telefono con mia sorella minore che vive in Lussemburgo e mi lamentavo di quanto ero stanca di lavorare sempre per gli altri. Vivo sola con mio figlio, ho fatto un po’ di tutto dopo il diploma all’Alberghiero: cameriera, pizzaiola, cuoca. L’ennesimo lavoro stagionale, era l’inizio di giugno, era cominciato da poco e già sapevo cosa mi sarebbe aspettato: tornare tardi a casa, viaggiare di notte da Termoli a Palata, la stanchezza di tante ore in piedi…”

E’ stato allora che sua sorella le ha consigliato di rimettere in piedi il vecchio Country Road. Messe da parte le lacrime e i dubbi Alessandra, anche se in ritardo sulla sua tabella di marcia, ha riaperto come circolo Asi appena qualche giorno dopo il decreto che ha fissato il coprifuoco per tutta Italia alle 22 e chiuso bar e ristornati alle 18 permettendo solamente asporto o consegne a domicilio.

Insomma, il momento non era proprio propizio “ma ormai ho 38 anni – mi sono detta – e se non lo faccio adesso non lo farò più. Voglio provare a dare alle persone quello che so fare perché dietro una pizza ci sono le persone: c’è quello che viaggia di notte per portarmi la mozzarella, c’è la ricerca degli ingredienti giusti per me, ci sono io sbattuta da una parte all’altra, c’è l’amore che uno può metterci e la voglia di fare le cose per bene. Non ho enormi aspettative, mi pacerebbe solo che chi viene qui si senta come a casa, apprezzi quello che ha mangiato. Del resto la mia clientela è coraggiosa. Il coraggio secondo me ce l’hanno tutti quelli che hanno paura di questo virus e credono che esista. Ha paura chi va a scuola, chi va a lavorare e anche chi esce di casa per prendere una pizza. La paura è qualcosa che va rispettata ma devi dargli coraggio altrimenti sei fottuto”.

Alessandra sa bene di cosa parla perché lei la sua pandemia privata l’ha già attraversata qualche anno fa quando suo figlio si è ammalato e ha dovuto affrontare un lungo calvario. “Sento il dovere di trasmettere coraggio agli altri, anche a chi in questi mesi si è ammalato perché la vita va avanti. Anche nei momenti brutti, non possiamo mollare e dobbiamo dare il meglio di noi. Io non ho mai smesso di vivere prima e non lo farò adesso, si soffre e ci si rialza, si versano lacrime dopodiché si va avanti. E si sfornano pizze”.

C’è una efficace sintesi di questo pensiero che campeggia su un pannello del locale di Alessandra (in foto). L’ha scritta suo figlio Francesco: “Mangia bene e vivi la vita al massimo”.

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