Madeleine rubate

“Vietato annusare i barattoli”: così il virus ha cambiato le nostre abitudini

A causa delle norme anti-contagio non è più possibile annusare i coperchi dei barattoli del tè nella storica attività campobassana Bootleg. Il titolare Pasqualino: "I sapori e gli odori si possono anche raccontare, ci affidiamo al dialogo e cerchiamo di rispondere alle esigenze dei nostri clienti. Oggi più di ieri il consumatore avverte la necessità di occuparsi di cose buone e sane avendo collegato questa pandemia anche a cattivi costumi e abitudini alimentari errate”.

L’olfatto è tra i cinque sensi quello che ci permette di recepire gli odori. Meno sviluppato nell’uomo rispetto agli animali, gioca un ruolo fondamentale nelle scelte che, consapevolmente o inconsapevolmente, facciamo tutti ogni giorno. Direttamente connesso ad esso c’è il gusto: pensiamo a quante volte assaggiamo il cibo prima col naso e poi con la bocca. Inoltre la capacità del nostro cervello di analizzare gli stimoli odorosi è legata alle aree deputate al controllo emotivo. E non bisogna essere Marcel Proust per avere un improvviso ricordo evocato da un profumo.

Se l’olfatto era già il senso meno studiato e forse anche il più sottovalutato, con la pandemia da Coronavirus in corso sembra destinato ad avere ancora meno importanza.

Facciamo un esempio: Bootleg, storico negozio di musica a Campobasso, da sempre in via IV Novembre, da meno di 10 anni ha affiancato alla vendita di dischi e supporti fonografici quella del tè, degli infusi e delle tisane.

Prima del Covid-19 la scelta delle centinaia di varietà proposte dal titolare Pasquale Di Lauro – Pasqualino per tutti – avveniva annusando il coperchio a campana del barattolo che cattura il profumo di quella particolare foglia. Dopo i decreti anti contagio del premier Giuseppe Conte da Bootleg è comparsa la scritta: non odorare nei barattoli.

Invito rivolto alla clientela che Pasqualino così motiva: “L’esperienza olfattiva come si poteva fare prima non è più possibile ma i sapori e gli odori si possono anche raccontare ed è esattamente ciò che facciamo in negozio. Bisogna affidarsi al dialogo oppure fornire una vera e propria consulenza al cliente che entra qui dentro spiegandoci le sue necessità riferendoci se ha bisogno di più ferro, magnesio, se gli occorre una tisana rilassante o energizzante, se ha intolleranze eccetera. Diciamo che venendo meno l’olfatto la scelta adesso è maggiormente condizionata dalla parte tecnico-alimentare anche perché il consumatore, oggi più di ieri, avverte l’esigenza di occuparsi di cose buone e sane avendo collegato questa pandemia anche a cattivi costumi e abitudini alimentari errate”.

Insomma, nonostante le restrizioni e le mille cose che non si possono più fare a causa del coronavirus (“la sala da tè è quasi chiusa visto che nel pomeriggio dopo le 18 non ci si può più aggregare” spiega ancora Pasqualino) Bootleg resiste. “La vendita di tisane e infusi sta aumentando perché da un lato c’è il desiderio di prendersi cura di sé e della propria salute, dall’altro la nostra capacità di spedire, in Italia e anche all’estero, i prodotti visto che la gente non può spostarsi”.

Questo testimonia, ancora una volta, che la crisi da Bootleg è diventata una sfida per resistere alla morte delle piccole attività commerciali decimate in questi ultimi anni nel capoluogo. Sfida che si combatte a colpi di dialogo col suo titolare sempre presente in negozio in attesa di poterci buttare alle spalle questa brutta storia del Covid-19 per tornare a comprare tè… ‘col naso’.

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