Termoli

Tamponi a tappeto a grandi e bambini: “Tempi lunghissimi, ma gli infermieri sono straordinari”

Il racconto di una giovane mamma che per la seconda volta in poche settimane si è dovuta recare a Termoli per sottoporsi – lei e il figlio – al tampone faringeo. L’equipe di infermieri lavora in condizioni difficili in un piccolo locale, ma la gentilezza e la disponibilità di Mimmo e dei suoi colleghi danno un volto umano a una procedura che risente di lungaggini e problemi organizzativi.

Essere positivi al Covid è come lanciare un sasso nello stagno. La pietra sbatte contro la superficie dell’acqua e la allarga in tanti cerchi concentrici. I tamponi da effettuare per capire chi è stato contagiato si moltiplicano secondo quello schema: dai più vicini ai più lontani. E per un positivo spesso, secondo lo schema dei cerchi concentrici, diventano decine e anche centinaia i test da programmare e organizzare.

E’ una procedura complessa, che spesso diventa farraginosa perché si incarta tra le pieghe della burocrazia, delle comunicazioni che intercorrono – per via telematica o telefonica – tra medici, pediatrici e uffici Asrem, e rimbalzano tra Asrem e centri di prelievo. A volte trascorrono finanche 10 e 15 giorni tra la segnalazione del “contatto a rischio” e il momento in cui il contatto a rischio viene chiamato per il prelievo.

Nelle lunghe procedure per sottoporsi al tampone orofaringeo, che diventano sempre più lunghe in considerazione del numero di positivi che aumenta di giorno in giorno, c’è qualcuno che però incarna l’umanità. C’è qualcuno che, con la sua pazienza, la disponibilità e l’amore per una professione che è quasi una missione (quella dell’infermiere), riesce a rendere sopportabile lo stress mentale e fisico causato da attese interminabili e protocolli complicati.

Loro Sono Mimmo, Vera, Marco, Antonella, Adele e Silvia. Costituiscono l’equipe che nel vecchio ospedale di Termoli, la struttura di via del Molinello, è incaricata di prelevare campioni ad adulti e bambini da inviare al laboratorio del Cardarelli per verificare la positività o meno al virus. Ne sa qualcosa Alessandra, una giovane mamma di Palata che con il figlio Francesco si è rivolta per ben due volte nel giro di poche settimane proprio al centro tamponi di Termoli perché sia il suo medico di famiglia che il pediatra di Francesco hanno raccomandato la procedura.

Prima la causa era stato un raffreddore che non voleva passare e poi, qualche giorno fa, un contatto con una persona positiva. “Il primo tampone lo abbiamo fatto ai primi di ottobre, e già allora si era in tanti e i tempi di attesa erano lunghi” racconta lei con voce pacata.

“Il secondo – continua – l’abbiamo fatto martedì scorso, quando io e mio figlio ci siamo recati in via del Molinello per sottoporci al test dopo aver avuto un contatto con una persona positiva risultata positiva”. Tante cose da perfezionare nel punto prelievi, a cominciare dagli spazi che sono molto ristretti e dall’incertezza dell’attesa.

Nessuno ci ha chiamato malgrado i nostri nominativi fossero stati inoltrati alla Asrem il giovedì precedente. Tuttavia abbiamo potuto fare il tampone grazie alla straordinaria disponibilità del personale, del responsabile Mimmo e delle infermiere che lavorano con lui. Sono stati loro, che hanno capito la situazione e le preoccupazioni legate al fatto che i giorni passassero, a organizzare il nostro test in via del Molinello”.

“Io lo capisco – dice ancora la donna, senza scomporsi – che la situazione non sia facile in questo momento e che le liste di attesa siano molto lunghe. La mia non è una denuncia ma credo sia importante, nell’interesse comune, accorciare i tempi e magari organizzare i test direttamente in auto, in modo da garantire una maggiore sicurezza collettiva. Io e mio figlio – dice ancora – ci siamo immediatamente auto isolati, anche perché già abbiamo avuto modo di sperimentare questa procedura. Ho incontrato però madri e padri che hanno aspettato finanche 10 giorni chiusi in casa prima di potersi finalmente sottoporre con i loro bambini al famoso tampone”.

La buona notizia è che lo stress e la fatica psicologica sono ripagati dall’efficienza di questa equipe di infermieri “che lavora senza fermarsi un attimo, in una condizione non facile. Sono stati straordinari, non solo perché bravissimi nel fare il tampone che dura davvero 2 minuti ma anche e soprattutto per la loro gentilezza e l’empatia con chi potrebbe essere malato. E soprattutto con i bambini. Grazie di cuore a tutti loro”.

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