Tra pubblico e privato

Tampone, test rapido, sierologico: quali differenze e perché nei dati ufficiali sui contagi c’è solo il primo

Se il tampone molecolare è il più sicuro per scoprire nuovi contagi, i laboratori privati si stanno buttando sui test rapidi e anche l'Asrem ne ha acquistati 30mila. Ma questi risultati, che dovrebbero potenziare il sistema di tracciamento, non vengono conteggiati nei report giornalieri dell'azienda sanitaria. E c'è anche chi, nel privato, non vuole fare test antigenici: "Troppo rischioso, hanno scarsa attendibilità" dice la dottoressa Di Carlo del Centro medico del Molise, un laboratorio convenzionato col pubblico dove, a pagamento, si fanno solo tamponi e sierologico.

Ci sono tre sistemi per scovare la presenza del virus Sars CoV-2 nell’uomo: il sierologico, il test antigenico (o rapido) e il tampone molecolare. Come abbiamo imparato in questi mesi di lotta alla pandemia il terzo metodo è considerato quello più attendibile e sicuro. Il tampone orofaringeo, infatti, scova il virus con maggiori garanzie rispetto al test rapido o al sierologico. Ecco perché non sorprende che nel calcolo dei positivi che quotidianamente fa l’Asrem ci sono solamente i contagi accertati mediante tampone molecolare fatto nelle strutture sanitarie pubbliche o nei laboratori privati convenzionati col pubblico.

Ma che fine fanno i positivi scoperti con gli altri due metodi? In altre regioni, tipo il Piemonte, da un po’ di tempo a questa parte si conteggiano (anche se staccandoli dal numero complessivo dei positivi da tampone molecolare) anche perché (e lo stiamo vedendo anche qui da noi) la richiesta è elevata in particolare tra coloro che non possono aspettare i tempi lunghi della chiamata da parte dell’Azienda Sanitaria.

In Molise, invece, i positivi da test rapido o sierologico si ‘perdono’ almeno fino a quando la loro positività (o negatività) non viene accertata con un più sicuro tampone molecolare. Fino a quel momento ci può essere discordanza tra i numeri come ha raccontato a Primonumero il sindaco di Cercemaggiore Gino Mascia al quale, ieri, risultavano una cinquantina di positivi in paese collegati quasi tutti al cluster della ex jeanseria riconvertita a fabbrica di mascherine mentre per l’Asrem c’erano appena sette casi ufficiali.

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Oltre alla guerra per i numeri che disorienta ci può essere anche il caso del soggetto falso negativo che scopre di avere la Covid 19 grazie al tampone molecolare che gli dice il contrario di quanto aveva accertato in precedenza il test rapido. E anche questo caso si è verificato in Molise. Vittima della discordanza un 48enne di Termoli.

Per capire meglio come funzionano i tre test abbiamo chiesto lumi alla dottoressa Vincenza Di Carlo che lavora nel Centro medico del Molise di Termoli diretto da suo fratello, Alessandro Di Carlo. Il laboratorio di via Molise è uno dei due nel centro bassomolisano accreditato con l’Asrem, l’unico a poter effettuare il tampone molecolare.

Con una lista di attesa breve (oggi su domani), regole di accesso all’ambulatorio molto rigide e protocolli di sicurezza, per pazienti e personale, rispettati, al CdM vengono effettuati, a pagamento, solamente sierologico e molecolare.

Il primo (quello col pungidito per intendersi) cerca gli anticorpi che sviluppa chi è entrato a contatto col virus. Costa 35 euro e offre risposta in un’ora. Il secondo consiste in un prelievo di campioni da naso e gola tramite bastoncino immerso subito dopo in una soluzione “di trasporto”. Liquido di immersione e campioni di muco e saliva verranno analizzati (“messi in coltura”) per cercare la presenza del virus. Il molecolare costa 90 euro e dà una risposta dopo 48/72 ore.

“Essendo un laboratorio accreditato con l’Asrem possiamo fare anche il tampone molecolare che è quello capace di dare maggiori certezze al paziente. Mentre abbiamo scelto di non fare test rapidi (in mezz’ora si può trovare l’antigene, una parte dell’involucro del virus) perché hanno una affidabilità del 50%, il che significa che c’è anche la metà delle probabilità di riscontrare una falsa positività o una falsa negatività”.

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Eppure tantissimi laboratori privati in questi mesi si sono ‘buttati’ sui test rapidi validati dal Ministero della Salute che ne ha stimato una affidabilità al 97% (appena un punto meno al molecolare). La stessa Regione Molise ha acquistato 30mila test antigenetici rapidi.

Ad oggi non è ancora chiara l’efficacia dei test rapidi. Di sicuro in Molise il loro esito non viene conteggiato nei report giornalieri dell’Asrem che prende in carico solo i risultati del tampone orofaringeo, anche quando questo è stato effettuato in un laboratorio privato.

“I pazienti ci autorizzano a comunicare all’Asrem l’esito del tampone e in quel momento – conclude la dottoressa Di Carlo – il nostro compito diagnostico si interrompe. Spetta a loro, successivamente, prendere in carico il soggetto positivo e ricostruire eventuali catene di trasmissioni, disporre isolamento eccetera”.

 

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