Termoli e non solo

Sanità in Basso Molise, il Pd denuncia rete emergenza in affanno e San Timoteo ‘impoverito’

Il Circolo Pd di Termoli mette sotto la lente la gestione sanitaria e in particolare la situazione del locale nosocomio e torna ad accusare il sindaco Roberti. Nelle stesse ore va in scena una nuova diatriba tra il segretario dem regionale Facciolla e il Dg Asrem Florenzano, accusato di "infischiarsene" delle tante proposte fatte in questi mesi

Il Pd – il circolo di Termoli unitamente alla segreteria regionale – torna a pungolare sulla gestione sanitaria relativa al Covid e a tutto il resto. I bersagli sono in particolare i vertici Asrem – il direttore generale Florenzano su tutti – oltre che il sindaco di Termoli, reo a detta dei dem di non informare adeguatamente, anzi di non informare affatto, la cittadinanza su ciò che sta accadendo, anche al San Timoteo.

Problemi vecchi e nuovi, oggetto alcuni già di veementi critiche ed altri di nuovi j’accuse. Nella direzione del Circolo Pd di Termoli (che si è insediata lo scorso 4 novembre eleggendo come presidente Maria Chimisso, ndr) si è discusso della gestione dell’emergenza sanitaria.

“Era presente il Segretario regionale del partito democratico, Vittorino Facciolla, il cui intervento si è concentrato sull’incapacità da parte della politica regionale di redigere un programma del servizio sanitario regionale: incapacità che mostra oggi, in piena pandemia, il suo effetto più crudo ed immediato. Non essendo stato redatto un piano organizzativo del servizio di emergenza 118, per effetto della normativa emergenziale, l’accesso al servizio ambulanze è sempre riservato in via prioritaria ai pazienti Covid. Di conseguenza, chi viene colto da infarto può andare incontro al rischio (elevato e concreto) che non vi sia nessun mezzo di soccorso a disposizione in tutta la regione”.

Il Circolo ha poi focalizzato la sua attenzione, va da sé, sulla situazione del comune bassomolisano.

La situazione di Termoli è aggravata dal progressivo ridursi di servizi sanitari anche essenziali. È mancato un piano di assunzioni che sostituisse il personale che andava in pensione, anche per effetto della quota 100. Oggi, che il personale medico, infermieristico e paramedico è divenuto merce rara, si è complicata la possibilità di fare di Termoli un cento spoke per quelle nosologie che il Cardarelli di Campobasso, concentrato sul trattamento dei casi Covid, non può più garantire. Accade perciò che non si praticano gli interventi chirurgici che non siano di emergenza”.

E si porta il caso della diabetologia: “Un tempo reparto di innovazione tecnologica, terapeutica e diagnostica vanto per Termoli, per tutto il basso Molise e per le regioni limitrofe in particolare nell’impianto dei microinfusori e nella terapia del Diabete di tipo 1, si è ridotto a praticare oggi, per macroscopica carenza di personale, poco più di un controllo routinario delle glicemie. Altro che approccio multidisciplinare e multiterapeutico!”

Ma per il Pd cittadino è solo l’inizio. “Anche la medicina del territorio non gode di migliore ‘salute’. Analogo depauperamento pare sia toccato al consultorio familiare di Termoli, il cui ruolo e funzioni appaiono avvolti nelle nebbie, nonostante la campagna di sensibilizzazione promossa dalla Conferenza delle donne Democratiche. Solo silenzio e assenza di risposte”.

Dunque le riflessioni di natura politica, e il mirino è sul sindaco di Termoli. “La Direzione fa proprie le azioni dei consiglieri comunali Sbrocca, Scurti e Vigilante sull’assenza di risposte da parte dell’amministrazione Roberti. Più esattamente, sull’assenza e basta. Il 19 ottobre è stato chiesto con un’interrogazione al sindaco di dare informazioni in merito allo stato dei trasporti e alla diffusione del contagio in città. Francesco Roberti nulla ha risposto e nulla dice sui numeri di Termoli, sulla distribuzione territoriale dei contagiati, sull’incidenza per fasce di età. Nulla, nessuna chiarezza, non un messaggio di speranza, non una parola di attenzione e di conforto per i suoi cittadini, né da lui, né dal suo ufficio stampa. Le porte della regione (quelle da sfondare a calci) sono ancora integre e del resto a poco servirebbe visto che il personale è quasi tutto in smart working. Forse anche Roberti è andato in smart working insieme al suo ufficio stampa e per tale ragione, deposto il megafono, tace, con ciò dando forza ai rumors, sicuramente infondati (?) di un paziente ricoverato per Covid nel nosocomio termolese, perché malattie infettive di Campobasso non l’ha accettato”.

Torna alla carica anche il segretario Vittorino Facciolla, protagonista di uno scambio di accuse col Dg Asrem Florenzano.

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“Noi abbiamo fatto proposte, decine di proposte e abbiamo avuto un atteggiamento collaborativo ma non siamo mai stati ascoltati dal dottor Florenzano che continua ad avere atteggiamenti melliflui quando è davanti ai microfoni”.

E fa un excursus sulle ‘puntate precedenti’. “Questa estate avevamo denunciato la carenza di ambulanze del servizio 118 e la conseguente devastazione del sistema dell’emergenza-urgenza, questa carenza è diventata ancora più drammatica ora che il duo Toma-Florenzano ha stabilito che quelle poche ambulanze dovranno occuparsi anche del trasporto dei malati Covid.

Solo qualche giorno fa abbiamo messo in evidenza il problema della grave carenza di vaccini e ieri i pediatri molisani e i medici di medicina generale, in un documento pubblico, ci hanno dato ragione, dicendosi preoccupati perché non solo i vaccini non ci sono ma quando e se arriveranno, sarà pressoché inutile perché è ormai saltata la campagna di prevenzione (motivo per cui esistono i vaccini).

Abbiamo da tempo individuato e proposto – prosegue il consigliere regionale –  la soluzione dell’ospedale Covid a Larino, soluzione rimasta inascoltata dal duo Toma-Florenzano che ora cerca di correre ai ripari. Dopo aver creato zone promiscue in tutti gli ospedali della regione ieri hanno affermato che servono 4 mesi per completare i lavori della torre Covid al Cardarelli.

L’ultima idiozia che ci tocca sentire è che anche per ripristinare il ‘Vietri’ sarebbe servito lo stesso tempo. Intanto non è vero perché l’ospedale di Larino era già pronto e bastava riorganizzare il personale, in secondo luogo se ci fosse stata la volontà già da marzo, a questo punto l’ospedale Covid di Larino sarebbe già bello e pronto e perfettamente operativo”.

Facciolla fa notare ciò che è accaduto in una delle nostre regioni limitrofe. “Abbiamo visto nelle altre regioni creare ospedali dal nulla in meno di un mese; in Abruzzo, ad esempio, dove prima della pandemia esistevano 90 posti in terapia intensiva ora ce ne sono 130. Il Presidente Marco Marsilio il 14 luglio ha consegnato alla città di Pescara una struttura d’eccellenza ricavata da un locale abbandonato e in meno di 90 giorni ne ha fatto un ospedale Covid capace di assorbire e gestire qualsiasi tipo di emergenza”.

Infine – conclude il segretario dem – la questione del personale sanitario. “Abbiamo denunciato più volte le condizioni difficili e talvolta estreme degli operatori sanitari molisani e abbiamo suggerito di fare nuove assunzioni perché i fondi Covid trasmessi dallo Stato alle Regioni lo consentivano.

E neanche questo ha fatto il duo Toma-Florenzano e il personale medico sanitario è stremato al punto che questo pomeriggio manifesterà in piazza a Campobasso, guidati dalle sigle sindacali, cercando di attirare così l’attenzione di chi, da mesi, non risponde alle loro domande”.

Da ultimo la chiosa beffarda: “Lei, dottor Florenzano, cosa ha fatto di concreto per fronteggiare questa emergenza? A parte spendere 113 mila euro di pensiline? Cosa ha fatto per le Usca visto che ce ne sono solo 3 e dovrebbero essercene 6? Cosa ha fatto per adibire o migliorare la rete per il monitoraggio della catena epidemiologica?”

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