Termoli

La sfida del sindaco Roberti. “Sinistra squallida, noi non abbiamo paura. Il Corso? Resta aperto”

Il sindaco di Termoli risponde puntuto alle accuse che gli sono state rivolte dagli oppositori politici relativamente alla gestione dell'emergenza Covid. "La situazione è monitorata, non facciamo proclami alla stampa ma lavoriamo h 24, da 9 mesi". E aggiunge: "Noi non ci siamo mai fermati, non ci mettiamo in quarantena come fanno altri"

“Il lockdown deve aver provocato problemi psichici ad una determinata parte politica”, esordisce così – senza troppi giri di parole – la sua conferenza il sindaco Francesco Roberti che, dopo il comunicato in cui aveva replicato alle accuse mossegli dal centrosinistra, ha rincarato la dose adunando la stampa per far sapere alla cittadinanza cosa si sta facendo per l’emergenza coronavirus.

Stanno facendo terrorismo, sono di uno squallore unico, e si devono prendere la responsabilità di ciò che dicono” e la stoccata è anche alla consigliera della Rete della Sinistra Marcella Stumpo, che nei giorni scorsi aveva sollevato la ‘questione San Timoteo’. “Il direttore Asrem Florenzano mi ha spiegato che le cose non stavano in quel modo. Ad ogni modo ho interessato la Procura”.

Oggi 11 novembre il sindaco di Termoli ha voluto attorno a sé tutti i suoi assessori per dire con forza “che noi stiamo lavorando incessantemente da 9 mesi, e oltre all’emergenza epidemica stiamo portando avanti la normale attività amministrativa. Noi non ci siamo mai messi in smart working, veniamo qui tutti i giorni a lavorare e nessuno di noi si è mai messo in quarantena per un contatto diretto o indiretto. Noi non abbiamo paura”. Ricordiamo invece – come d’altronde ha fatto lo stesso Roberti – che amministratori di altri Comuni si sono messi precauzionalmente in quarantena, atteggiamento responsabile, peraltro previsto e non certo spinto da ‘originalità’.

roberti barile ferrazzano

Su Termoli, che secondo l’ultimo bollettino Asrem conta 115 attualmente positivi, la situazione “è al pari di tante altre città”. E poi: “siamo in una regione gialla, è evidente che i contagi crescono e cresceranno, ma a Termoli non vedo criticità maggiori che da altre parti. Certo che diventeremo regione arancione, quello va da sé”. L’invito del sindaco alla parte politica del centrosinistra è di smetterla di lanciare messaggi allarmanti. “Stanno ingenerando psicosi nelle persone, giocando sulla loro pelle. Siamo nella situazione gravissima che i genitori ritirano i figli dalla scuola e le persone malate non vanno in ospedale pur se necessario”. I toni sono accesi: “stanno descrivendo scenari catastrofici, una macelleria sociale al San Timoteo che però non esiste”.

Per il sindaco Roberti è questa la vera incoscienza degli oppositori politici, accusati di non portare affatto un contributo fattivo alla gestione dell’emergenza. “Noi non abbiamo bisogno di visibilità politica, gestire il coronavirus non si traduce nello sciorinare i dati, che peraltro ogni giorno vengono comunicati dall’Asrem nel suo bollettino dove vengono esplicitati i numeri dei positivi comune per comune”. È una chiara risposta in particolare ai dem che lo stanno accusando da tempo di non comunicare con la cittadinanza, di non fornire informazioni utili. “Io penso che in questo momento sia fondamentale piuttosto moderare e dosare le parole, evitando di provocare la caccia all’untore” e aggiunge che la situazione è monitorata seppure non veicolata tramite la stampa.

“Noi sappiamo che dei positivi circa 90 sono assistiti puntualmente dalle Usca, ci sono poi circa 15 persone che risultano ancora positive ma che lo sono da più di un mese e dunque è probabile che si siano negativizzate ma che l’Asrem aspetti di fare il tampone di controllo prima di depennarle”. Il sindaco, come nel suo stile, è un fiume in piena: “Cosa dovremmo fare, il ripasso giorno per giorno? No, non lo faremo, anche perché noi sappiamo che alcuni positivi non sono termolesi e si trovano in assoluto isolamento nelle loro seconde case, quelle in cui solitamente vengono d’estate”.

Il primo cittadino è convinto che il Comune che amministra stia agendo per il meglio, e che se la comunicazione passa in secondo piano è voluto “perché non abbiamo bisogno di visibilità politica. Lavoriamo e basta, da 9 mesi”.

E cita i rapporti costanti con i dirigenti scolastici “che mi chiamano a tutte le ore quando c’è da affrontare un problema”, con le associazioni di volontariato, come la Valtrigno (presente alla conferenza), per il reperimento di alloggi per eventuali ‘isolamenti’ o per la distribuzione delle mascherine, così come con la Protezione Civile.

Quanto all’ospedale cittadino, il sindaco risponde per le rime. “Il San Timoteo è stato depotenziato già prima del Covid, ed è stato il Pd regionale a farlo”. Ospedale Covid a Larino? “Vorrebbe dire spostare il personale di Termoli lì, una eresia”.

Infine la questione controlli e assembramenti. “Io non li vedo questi assembramenti, i bar chiudono alle 18 come prescritto e le persone sono rispettose delle regole. Quando non è così ci sono le multe. Ma è la Questura a coordinare le Forze dell’Ordine, non certo io”. E ancora: “passeggiare per il Corso non vuol dire assembrarsi”. Netto dunque sulla sua facoltà di chiudere la strada principale del centro cittadino. “Non chiuderò il Corso, non posso crocifiggere ulteriormente gli operatori commerciali che già stanno soffrendo. Farlo ora sarebbe ingiustificabile”. Anche perché, il sindaco lo dice a chiare lettere, “il Natale ce lo faremo tutti in lockdown, solo che il Governo non ha il coraggio di dirlo”. Un Governo “di incapaci – per Roberti – e che ha vanificato tutti gli sforzi fatti. Noi come Provincia abbiamo speso 855mila euro per preparare le scuole alla riapertura, se poi loro non sono capaci di disciplinare la questione dei trasporti per l’incompetenza di un ministro del Pd (la De Micheli, ndr)…”

Stanco, insomma, delle accuse, Roberti lo ribadisce un’ultima volta: “Noi non ci siamo fermati mai. Siamo qui tutti i giorni a lavorare dalle 8 del mattino a differenza di chi è rimasto in stato vegetativo per anni”.

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