La testimonianza diretta

La sofferenza di chi si ammala: “L’Asrem mi ignora e le persone si comportano da Tribunale dell’Inquisizione”

Il racconto paradossale ma emblematico di un positivo al coronavirus in Molise. "Una settimana per i risultati, l'Azienda sanitaria non mi chiama per la segnalazione su Immuni e ai numeri che forniscono non rispondono mai". Ma a fare male è anche il comportamento delle persone. "Tutti hanno la soluzione pronta, nessuno si chiede come sto"

Essere positivi al coronavirus non suscita nessun sentimento di vicinanza piuttosto si crea il “tribunale dell’inquisizione” da parte di molti saccenti, forse troppi. Ora tutti sanno dirti cosa dovevi fare e come dovevi comportarti, senza pensare se la febbre a 39, il respiro corto, le gambe che non ti reggono sono solo i sintomi di chi è costretto solo a stare chiuso in casa, perché altre cure non ce ne sono.

Ovviamente inutile dire che la vicinanza delle persone care, quella sì che c’è ma nel contempo si crea la caccia all’untore. Forse ancora a troppi sfugge la potenza e la portata del virus che per sfortuna ha colpito anche la mia famiglia, che dalla mattina alla sera abbiamo sempre adottato ogni forma di precauzione e alla fine, è bastato un semplice saluto di qualche minuto con un parente asintomatico che il virus si è insinuato in noi.

Ancor più estenuante, però, sono altri due aspetti: da un lato la latitanza della Asl Regionale del Molise e dall’altro la cerchia di conoscenti che, dal lavoro fino al paese, sono tutti pronti con la soluzione in mano. Tutti professionisti che sanno dirti come dovevi comportarti.

Identico agli allenatori da bar che sanno sempre la mossa giusta. La realtà, però, è ben diversa, ed è questa. Abbiamo richiesto il tampone molecolare alla Asl che ci ha chiamati dopo tre giorni feriali, cinque se consideriamo anche il weekend. I risultati sono stati disponibili online dopo altri due giorni e dal quel momento abbiamo potuto avvisare le persone che sono state a contatto con noi. A quel punto la Asl avrebbe dovuto chiamarci per risalire al tracciamento dei contatti ed avvisare altre eventuali persone entrate a contatto con noi. Nello stesso tempo la Asl, attraverso un operatore specializzato avrebbe anche dovuto guidarci alla registrazione della positività sull’App Immuni.

Infatti, per segnalare la positività sull’App è indispensabile che un operatore della Asl intrecci i dati e dia un codice per poter attivare il servizio. Grazie all’App, numerose altre persone entrate in contatto con noi avrebbero ricevuto una notifica allertandoli di essere stati a contatto con dei soggetti positivi. Ma questo non è successo. Nessuno ci ha telefonato. A questo punto ho chiamato io ai vari numeri dell’Asl e al numero predisposto dalla Regione Molise in caso di Coronavirus.

Come potete vedere dal video, le chiamate sono rimaste in attesa per circa un’ora senza che nessuno abbia mai risposto. Dopo varie telefonate e dopo aver ricevuto una cornetta riattaccata dopo 57 minuti, ho deciso di registrare un video per provare quanto sto scrivendo. Basta vedere il video per rendersi conto di quanta acqua faccia il sistema messo su dalla Regione Molise.

Un buco che non fa altro che aiutare la diffusione del virus anziché fermarla. Oggi, siamo a due giorni da quando ci hanno comunicato la positività e nessuno ancora si è fatto vivo. Ora c’è il weekend, forse ci chiameranno lunedì, speriamo. Questo da un lato.

Dall’altro lato, meno confortante vi è la ormai diffusa usanza della caccia e scolarizzazione dell’untore. Questa usanza, che si maschera dietro finte ipocrisie mira solo a puntare il dito e a dirti quello che avresti dovuto o non dovuto fare, affossando così definitivamente la tua dignità insieme al senso di colpa che purtroppo si sviluppa in casi dove sei stato impotente e se avessi potuto fare a meno di beccarti il virus, di certo lo avresti fatto. Questo, però, ad arrivisti, frustrati, ipocriti e a chi pensa di godere un momento di gloria mettendo altri al centro dell’attenzione, non importa, basta parlare e dettare regole comportamentali.

Ma chiudo questa parentesi, senza dare un altro momento di gloria ai più. Detto questo, mi auguro che la situazione generale possa portare tutti a fare un passo in avanti, dove coscienza e cuore possano avere la meglio su ciò che è stato trascurato.

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