Covid implacabile

Inferno nelle Rsa e case di riposo: 9 strutture con focolai attivi, pochissimo personale per oltre 150 anziani

L’emergenza delle strutture che ospitano i nostri vecchi, dove mancano infermieri e Oss. I carabinieri del Nas hanno riscontrato gravi irregolarità, finanche un solo operatore per 30 ospiti. Abbiamo provato a fare una ricognizione e vedere le situazioni più gravi sia in Provincia di Campobasso che in quella di Isernia.

Dovevano essere ancora più protette, ‘blindate’ dopo la strage di anziani avvenuta nella prima ondata della pandemia che si è rivelata particolarmente letale nei confronti dei più deboli. E invece, trascorso qualche mese, nonostante l’età anagrafica dei contagiati si sia abbassata e abbia interessato i più giovani dopo le vacanze e la movida, il virus ha continuato a provocare lutti e dolore proprio tra i più anziani. Ancora una volta, ha bussato alla porta di rsa (le residenze sanitarie assistenziali) e case di riposo riuscendo ad ‘aggredire’ e a uccidere.

Dopo il primo focolaio scoppiato lo scorso 17 settembre nella struttura ‘Villa Adriatica’ di Portocannone (attualmente covid free), il Sars-Cov-2 si è diffuso a macchia d’olio: Oratino, Vinchiaturo, Busso, Bojano. Infine Larino: in questo caso gli anziani sono stati trasportati alla rsa covid che si trova all’interno dell’ex ospedale Santissimo Rosario di Venafro.

E ancora: la Fondazione Paola Pavone di Salcito, centro di alta riabilitazione del gruppo Neuromed della famiglia Patriciello. Qui sarebbero una ventina – tra operatori e pazienti – i contagiati. L’amministrazione guidata dal sindaco Galli non ha però ritenuto (almeno per ora) di emanare l’ordinanza per istituire il famoso ‘cordone sanitario’ e blindare la struttura, come avvenuto invece a Oratino e a Busso.

Nel ‘Giardino di Ninetta’, la rsa di Oratino, attualmente sono positivi due ospiti ma sono considerati in via di guarigione. Quando il focolaio è scoppiato, sono risultati contagiati una decina tra operatori e anziani. Due di questi sono deceduti. Altrettanti sono le morti avvenute tra gli ospiti della struttura per anziani di Busso: sono spirate due donne . Attualmente nella comunità alloggio ‘L’Orchidea’ ci sono 16 ospiti e 4 operatori contagiati in attesa dei tamponi di verifica.

Anche nella casa di riposo Santissimi Sacro cuore di Gesù e Maria di Bojano, dove sono stati accertate 26 positività, hanno perso la battaglia contro il virus due ospiti: una donna di 57 anni e una signora ultraottantenne.

Una delle situazioni più critiche, almeno dal punto di vista della letalità del virus, è alla Residenza Samnium di Vinchiaturo: 8 i decessi tra gli anziani. Il Sars-cov-2 non ha mollato la presa: nella struttura ci sono 16 positivi fra i pazienti e 3 tra gli operatori.

E sono 10 per il momento gli anziani della Rsa di Larino ricoverati come pazienti covid nella Rsa del Santissimo Rosario, a Venafro. Sarebbero tutti paucisintomatici, almeno fino a questo momento. Sono stati trasferiti, come si ricorderà, due notti fa con ambulanze a biocontenimento. Le ragioni per le quali la direzione sanitaria ha ritenuto di spostarli a 150 chilometri di distanza invece che sistemarli nel vicinissimo ospedale Vietri, che resta vuoto, sono state attribuite al fatto che al Vietri manca il personale, mentre a Venafro il personale c’è. In realtà però il personale che si occupa dei pazienti covid nella Rsa di Venafro è il personale preso da altri reparti ospedalieri. Un dettaglio che racconta la estrema carenza non solo di infermieri ma anche di Oss all’interno della sanità Molisana.

Il sindaco di Larino Pino Puchetti ha presentato un esposto contro una decisione “che mi lascia basito e della quale non comprendo le ragioni, oltre al fatto che nessuno ne è stato messo al corrente”.

Per far capire quanto sia delicata la situazione nelle strutture per anziani basti pensare che i controlli dei Carabinieri del Nas guidati dal comandante Di Vito sono quotidiani: sotto la lente gli organici, l’utilizzo dei dispositivo di protezione e l’organizzazione di rsa e case di riposo, compresa la residenza inserita all’interno del Santissimo Rosario di Venafro. I militari hanno riscontrato violazioni dal punto di vista del personale: quello che c’è è scarso. Occorrerebbe un operatore ogni 10 ospiti di giorno, uno ogni 20 di notte. Ma il Nas ha accertato che in alcune strutture viene impiegato un solo operatore ogni 30 ospiti. Una condizione che provoca criticità dal punto di vista dell’assistenza sanitaria e non facilita certo la guarigione e la necessaria assistenza.

I carabinieri del Nucleo antisofisticazioni e sanità dell’Arma nelle scorse ore hanno acquisito anche informazioni sui contagi accertati all’interno della Fondazione Pavone di Salcito.

Sono tre invece le case di riposo di Isernia, ma solo in una il virus è stato particolarmente aggressivo: nella ‘Maria Gargani‘ risultano contagiati tutti gli ospiti, ne sono 37 attualmente, e alcuni operatori. Questi ultimi dopo il tampone di verifica hanno superato la malattia, mentre domani saranno sottoposti al terzo test rinofaringeo gli anziani contagiati. E c’è ottimismo dal momento che gli ospiti non presentano sintomi particolarmente gravi provocati dal Sars-cov-2. Anche qui  è deceduto un anziano che aveva contratto l’infezione.

A Montaquila erano 33 i positivi all’interno della ‘Samnium srl’, struttura per anziani e  disabili. Anche qui, come nella maggior parte dei casi, il cluster è partito da un dipendente che ha portato il virus fra le mura della residenza. Fortunatamente il primo nucleo si è negativizzato, ma il virus è piombato di nuovo nella struttura dove attualmente sono positive solo 9 persone. Gli altri hanno superato l’infezione come accertato dal test rinofaringeo di verifica che fra l’altro sono stati affidati ad un laboratorio privato, la biomedica di Venafro, per ottenere risultati più veloci.

“La direzione sanitaria e l’amministratore unico della Rsa Samnium – Istituto Salubritas – si legge in una nota inviata alla redazione di Primonumero – comunica che ad oggi su 136 ospiti dei diversi setting assistenziali forniti (Casa protetta per anziani, casa di riposo, Comunità alloggio adulti in difficoltà e bassa intensità psichiatrica) risultano 9 casi di positività relativo all’ultimo monitoraggio effettuato, prontamente accolti nello specifico reparto covid, allestito ad uso interno secondo protocolli e normative vigenti. È guarito inoltre uno degli ospiti, così come i precedenti degenti risultati positivi nel corso delle varie indagini effettuate in proprio attraverso una precipua convenzione con un laboratorio privato. Il brillante risultato ottenuto è frutto di un costante e continuo monitoraggio di tutti i parametri sentinella, della celerità di intervento e soprattutto delle ottime cure garantite da uno staff medico e paramedico altamente specializzato. Al momento non si evidenziano particolari criticità e si attende un riscontro da parte del dipartimento unico di prevenzione Asrem”.

 

 

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