L'Ospite

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Giornata contro la violenza sulle donne, i messaggi delle Istituzioni

Tutelare le donne, valorizzarne il ruolo nella società e nelle istituzioni, garantire pieno sostegno a chi è in difficoltà: la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne deve farci riflettere su una problematica delicata, meritevole di una maggiore attenzione da parte di noi tutti, istituzioni, classe dirigente, cittadini.

Troppe volte la cronaca narra di episodi di violenza, spesso pensiamo a situazioni lontane da noi, ma non è così. Sempre più frequentemente, purtroppo, anche nei nostri piccoli centri, dobbiamo fare i conti con spiacevoli accadimenti.

Un dramma, per chi lo vive, difficile da denunciare poiché, nella maggior parte dei casi, avviene all’interno delle mura domestiche, con il proprio marito, compagno, fidanzato. Colui che dovrebbe essere punto di riferimento per la donna, in taluni drammatici casi, finisce con l’essere il soggetto più pericoloso da temere. Quando, poi, la violenza avviene in casa, luogo per antonomasia di sicurezza, riservatezza e tranquillità, ci rendiamo conto che il tema è delicato e va affrontato con estrema attenzione. Basti pensare che l’anno che sta volgendo al termine, caratterizzato per molte settimane da un lockdown forzato che ci ha costretti a stare in casa per più tempo, ha registrato un incremento di aggressioni all’interno delle mura domestiche.

Non è semplice denunciare, chiedere aiuto, soprattutto quando bisogna fare i conti con continue minacce da parte di chi si rende protagonista dei maltrattamenti.

Gli episodi non avvengono soltanto a casa, numerosi sono anche i casi in contesti lavorativi e non solo. Bisogna tener presente, inoltre, che la violenza si manifesta con diverse modalità. Non soltanto quella fisica, ma anche morale, psicologica, verbale. Ultimamente, anche mediante i social network.

Le istituzioni devono garantire, a ogni costo, la sicurezza di chi è in difficoltà. La Regione Molise è molto sensibile al problema, diverse azioni sono state messe in campo negli anni: Rete antiviolenza, Centri antiviolenza, Casa rifugio, Sportelli d’ascolto.

Come Giunta regionale abbiamo recepito le Linee guida nazionali per le Aziende sanitarie e le Aziende ospedaliere in tema di soccorso e assistenza socio-sanitaria alle donne vittime di violenza.

Un aiuto fondamentale, direi prezioso, è certamente quello delle associazioni che lavorano sul territorio, dei numerosi volontari che operano nel settore.

Ma non basta. Abbiamo il dovere di fare di più, sensibilizzando, educando e trasmettendo sani valori. Anche in questo caso, il ruolo della scuola, della cultura, dell’istruzione, è fondamentale per sconfiggere la violenza.

Donato Toma, presidente della Regione Molise


L’allora segretario generale dell’ONU, Kofi Annan, ebbe a riconoscere che “la violenza contro le donne è una delle più vergognose violazioni dei diritti umani”. Una violazione che, evidentemente, non rende vittima solo la persona che materialmente la subisce, moglie, madre, figlia, ragazza, donna matura, anziana, lavoratrice, disoccupata, disabile, sfruttata, privilegiata, senza istruzione, colta, ma l’intera comunità familiare e sociale in cui essa vive. Ne consegue che anche chi compie tali atti è certamente un criminale, ma la sua soggettiva colpevolezza non lascia immune da responsabilità la società e le istituzioni. Ad esse, infatti, è demandata la costruzione di una cultura diffusa ed evoluta che rigetti senza se e senza ma tali vili azioni, le prevenga nei modi e nelle forme psicologiche ed operative più adeguate, le punisca e le renda non ripetibili ove malauguratamente esse accadano.

La Giornata di oggi serve certamente a dare sostegno, supporto e solidarietà alle vittime del cosiddetto “femminicidio”, ma serve anche a ricordare a tutti noi, ciascuno per la sua parte, che il nostro impegno culturale ed operativo per contrastare questa odiosa e vile tipologia di violazione dei diritti umani, deve rinnovarsi ogni giorno, accresciuto di entusiasmo e fortificato nella convinzione. Nella sala antistante l’Aula consiliare, ormai dall’inizio di questa XII Legislatura, per volontà unanime dell’Assemblea, è stata posta una poltrona rossa con una rosa a simboleggiare il posto vuoto lasciato nella società da ogni donna che perde la vita, o che ha avuto la propria esistenza stravolta, dalla violenza di un uomo. Un perituro ricordo, posto nel cuore della nella “casa” della democrazia molisana che vuole rappresentare un monito per gli eletti nell’Istituzione regionale e per tutti i cittadini a svolgere ogni azione e a profondere il massimo sforzo per fermare questo fenomeno -che purtroppo nei periodi di lockdown per il Covid pare aver avuto negative evoluzioni- che sporca l’intera società e disonora ogni uomo.

Per testimoniare la vicinanza dell’Assemblea legislativa ad ogni donna vittima di violenza, abbiamo deciso in modo simbolico di tingere di arancione (il colore internazionale scelto per questa giornata”), mantenendolo per tutta la settimana, il sito web del Consiglio regionale, quale facciata virtuale della massima istituzione collegiale politica del Molise, aggiungendo nell’apertura della home page la pubblicazione di una famosissima composizione di William Shakespeare, scritta diversi secoli fa, e che è purtroppo ancora attualissima:

Per tutte le violenze consumate su di lei, per tutte le umiliazioni che ha subito, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l’ignoranza in cui l’avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le sue ali che avete tarpato, per tutto questo: in piedi, signori, davanti ad una Donna!”

di Salvatore Micone, Presidente del Consiglio Regionale del Molise


La Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne rappresenta un momento importante di sensibilizzazione contro un fenomeno su cui serve una nuova cultura, a partire dai più giovani. Istituita dall’ONU nel 1999, nella data scelta per ricordare l’impegno e il sacrificio delle sorelle Mirabal, Patria, Minerva e Maria Teresa, uccise nel 1960 per il loro impegno contro il regime del dittatore dominicano Rafael Leonida Trujillo.

L’Italia celebra la giornata dal 2005. Da quindici anni, il 25 novembre è la data per ricordare tutte le donne vittime di violenza sessuale, fisica, psicologica e di ogni altra forma di maltrattamento.

Una nuova cultura sta emergendo, ma è indubbio come occorra fare ancora tanto, perché numeri parlano chiaro. Sono state 91 le donne vittime di omicidio nei primi dieci mesi del 2020 e la convivenza forzata durante il lockdown ha portato a un aumento dei casi di violenza di genere dell’11%.

Confrontando il periodo gennaio – ottobre del 2019 e del 2020, il numero di femminicidi in famiglia è aumentato da 49 a 54, con un +10,2% con una flessione da 36 a 26 delle vittime non conviventi.

Non possiamo più vivere in una cultura in cui l’uomo può diventare un nemico per la donna. La parità di genere è un obiettivo ancora da raggiungere.

È compito delle istituzioni promuovere azioni, durante tutto l’anno, per far sì che emerga una nuova presa di coscienza, partendo dagli errori del passato. La memoria storica serve per migliorare il presente e il futuro e l’impegno della Provincia di Campobasso è quotidiano e costante per tutto l’anno.

La Provincia di Campobasso, grazie all’impegno della consigliera di parità Giuditta Lembo e degli uffici preposti, è stata protagonista di una bellissima iniziativa lo scorso 2 agosto, denominata ‘Donne al Timone’. Un premio dedicato alle eccellenze molisane femminili, che, nei rispettivi settori, si sono contraddistinte sul territorio regionale e all’estero.

L’ente di Palazzo Magno, durante tutto il periodo dell’emergenza sanitaria, sta provvedendo a effettuare un servizio di informazione relativo a tutte le misure finalizzate a favorire lo smart working destinato alla conciliazione dei tempi di vita delle donne.

In favore delle donne con difficoltà economiche, attraverso il progetto per eliminare forme di discriminazione sociale, denominato ‘Condividi il tuo Wi-fi’, è stato permesso ai bambini e ragazzi di poter effettuare la DAD senza alcun ostacolo.

di Francesco Roberti, Presidente della Provincia di Campobasso


“Il dramma della violenza sulle donne non può lasciarci indifferenti. In Italia i numeri non lasciano spazio a dubbi: un femminicidio ogni tre giorni, uno ogni due durante il lockdown; quasi 500mila donne hanno perso il posto di lavoro nonostante il blocco dei licenziamenti. Purtroppo la pandemia non ha fatto altro che mettere in luce le debolezze di una società che ancora vive di vecchi retaggi e nuove discriminazioni”. Il vice-presidente del Consiglio Regionale del Molise, Filomena Calenda, nella giornata contro la violenza sulle donne ha evidenziato gli aspetti più subdoli di un fenomeno che negli ultimi tempi è emerso in tutta la sua gravità.

“Non dobbiamo dimenticare che dietro questo problema si cela un sub-strato culturale che considera la donna in termini di inferiorità – ha spiegato Calenda –. Per contrastarlo è necessario partire da una massiccia opera di sensibilizzazione. Il nostro Molise non è immune a questa tragedia che il più delle volte si cela tra le mura domestiche, nelle relazioni di coppia o negli ambienti di lavoro. Non solo maltrattamenti fisici, ma anche pressioni psicologiche, stalking e mobbing sono tante, troppe, le declinazioni di questo male. La Regione Molise recentemente si è dotata di una legge, la numero 10 del 17 dicembre 2018, all’avanguardia per quel che concerne la salvaguardia dei diritti delle vittime. Ma occorre uno sforzo in più: è necessario coordinare le azioni di intervento e facilitare l’accesso a enti e strutture che si occupano della presa in carico di donne e minori che subiscono maltrattamenti. Inoltre, nel mio intervento all’incontro organizzato da Azzurro Donna, pongo l’attenzione su una proposta di legge che è già realtà in altre regioni: l’istituzione del cosiddetto Soccorso di Libertà, un fondo per favorire il reinserimento sociale e lavorativo delle vittime. Mi impegnerò affinché questo strumento diventi realtà anche nel nostro territorio.

In ultimo, come ogni anno, in questa giornata particolare vorrei ricordare la figura di Stefania Cancelliere, giovane isernina che nel 2012 fu brutalmente uccisa dall’ex marito. Ai suoi cari – ha concluso Calenda – il mio più caloroso abbraccio e a tutte le donne l’augurio di un futuro senza violenze e discriminazioni”.

di Filomena Calenda – Vice Presidente Consiglio Regionale della Regione Molise


Il 25 novembre dedicato alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è per tutti un appuntamento simbolico fra i più importanti. Tale ricorrenza è stata istituita nel 17 dicembre 1999 dall’Assemblea generale della Nazioni Unite Nazioni Unite legando il giorno del 25 novembre al brutale assassinio di tre sorelle considerate rivoluzionarie accaduto nel 1960 nella Repubblica Dominicana di Trujillo. Tale giornata fu istituita proprio al fine di sensibilizzare l’umanità verso l’eliminazione della violenza contro le donne.

Tanto è stato fatto a cominciare dalla la Dichiarazione di Vienna del 1993 con cui, tra l’altro, si dichiarava che “La violenza di genere e tutte le forme di molestia e sfruttamento sessuale, incluse quelle derivanti da pregiudizi culturali e da traffici internazionali, sono incompatibili con la dignità e il valore della persona umana e devono essere eliminate.” Con la “Convenzione di Istanbul”, dell’ 11 maggio 2011 il Consiglio d’Europa costruisce le basi in favore della prevenzione della violenza, della protezione alle vittime e alla condanna dei colpevoli di tali violenze.

Il Parlamento italiano dalla XVII legislatura, in tale prospettiva,  dopo aver ratificato tale Convenzione, ha modificato il codice penale e di procedura penale con l’inasprimento delle pene, ed adottando un Piano straordinario contro la violenza di genere, prevedendo stanziamenti per il supporto alle vittime, istituendo una Commissione d’inchiesta sul femminicidio.

Il contrasto alla violenza maschile contro le donne è una sfida continua ed importante, che necessita di forze ed azioni plurime per costruire una risposta con interventi di rete per contrastare in modo efficace un fenomeno che ha radici antiche e profonde.

La violenza può manifestarsi in qualsiasi contesto culturale e socio economico, non è caratterizzato solo da percosse, ferite, minacce o stupro. Questa concretizzarsi anche comportamenti nascosti tanto quanto in quelli più visibili. Le dinamiche della violenza sono molteplici e possono contemplare dall’essere controllate in modo soffocante dal partner, all’essere derise o insultate in pubblico, o all’essere escluse dalle decisioni riguardanti i propri figli.  La violenza può lasciare i segni evidenti sulla pelle  ma anche tracce profonde nella persona sia a livello di autostima che nell’animo.

La Regione Molise ha realizzato azioni  a tutela delle vittime, dei loro figli e per la prevenzione del fenomeno. È stata costituita la Rete antiviolenza, sono operativi tre Centri antiviolenza, con sede a Campobasso, Termoli ed Isernia ed una Casa Rifugio in Campobasso. Saranno attivati  anche quattro Sportelli di ascolto negli Ambiti territoriali ad oggi sprovvisti di servizi: Agnone, Venafro, Riccia/Bojano e Larino. Il lavoro che i servizi territoriali hanno svolto e continuano a portare avanti assicurano un’assistenza continua ed un supporto competente con riferimenti stabili e disponibili. Tale modalità garantisce un accompagnamento in tutto il percorso di affrancamento dalla violenza. Le donne prese in carico, attraverso la formulazione di un programma individualizzato, vengono accompagnate in un percorso di emancipazione l’assistenza legale, psicologica, sanitaria e la ricerca di un’indipendenza abitativa ed economica. Sono sostenute nella formazione professionale e lavorativa e, quando sono madri, nell’esercizio del ruolo genitoriale. Anche per i loro figli, in qualche caso vittime di violenza assistita, sono svolte azioni e interventi di aiuto e sostegno.

Il superamento della violenza sulle donne è una evoluzione complessa che richiede un impegno giornaliero affinchè tutti insieme potremmo essere garanti di pari diritti umani cosicchè la discriminazione contro le donne possa divenire un ricordo lontano.

di Michele Marone – Assessore al Lavoro e al Sociale della Regione Molise


 

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