Isernia

Droga, in carcere 5 Rom: ci sono anche due donne. Indagini dalla denuncia di una madre stremata

Smantellata attività criminale che spacciava cocaina anche fra giovani studenti. La testimonianza di una donna vessata dal figlio che cercava soldi per la droga ha dato il via alle indagini. Due degli arrestati prendevano il Reddito di cittadinanza grazie a false dichiarazioni

Quasi due anni di indagini che hanno portato a smantellare una associazione criminale dedita allo spaccio di droga, composta da due famiglie Rom di Isernia. Questa mattina 19 novembre il blitz da parte dei Carabinieri del comando provinciale di Isernia che hanno arrestato 5 persone in seguito a una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Isernia Michele Caroppoli, su richiesta della locale Procura della Repubblica dopo le indagini coordinate dal procuratore capo Carlo Fucci e dirette dal sostituto procuratore Alessandro Iannitti.

In manette due donne e tre uomini, tutti di etnia Rom e appartenenti a due famiglie. Si tratta di S.P. di 23 anni, e la sua compagna K.L., 27 anni. Stesso destino per S.A. di 50 anni e S.W.J di 20 anni, mentre una quinta ordinanza di custodia cautelare è stata notificata in un carcere della Campania a B.L.C., dove era già detenuta dallo scorso aprile sempre su segnalazione dei Carabinieri.

Ulteriori tre familiari sono stati invece denunciati e dovranno rispondere a vario titolo per ipotesi di reato relative allo spaccio di stupefacenti. Stroncato quindi un sodalizio criminale che era specializzato nello spaccio al dettaglio di cocaina e derivati della cannabis tra Isernia e i comuni limitrofi. Le indagini sono partite nel dicembre 2018 dalla denuncia di una madre preoccupata e allo stesso tempo stremata dalle incessanti richieste di denaro dal figlio per comprare droga.

I primi accertamenti da parte dei carabinieri hanno fatto scoprire un sospetto andirivieni di tossicodipendenti da un appartamento di edilizia popolare nel quartiere San Leucio di Isernia con successivo progressivo spostamento nella zona del Codacchio e nel centro storico del Capoluogo pentro.

I carabinieri hanno attuato servizi di osservazione, controllo e pedinamento integrati poi con l’utilizzo del GPS, di riprese video e di foto nonché di intercettazioni telefoniche e telematiche. Soprattutto nelle intercettazioni emerso uno striminzito ed essenziali linguaggio in codice fatto anche di espressioni pseudo convenzionali che variavano da cliente a cliente ma che ha permesso comunque di individuare un rilevante numero di acquirenti, quasi tutti identificati.

Tra loro c’erano anche diversi giovani studenti degli istituti scolastici della provincia che dopo le reticenze iniziali, messi di fronte all’evidenza delle indagini dai carabinieri, non hanno potuto far altro che confermare di essere consumatori di cocaina e di aver acquistato gli stupefacenti proprio dalle persone che oggi sono finite in carcere. I militari hanno scoperto inoltre che due minori venivano utilizzati per la consegna della droga da un indirizzo all’altro e per eludere le investigazioni.

Sempre nel corso delle indagini, i carabinieri hanno scoperto che una delle due donne oggi arrestate, pluripregiudicata per vari reati, aveva continuato imperterrita la sua attività di spacciatrice nonostante una precedente misura di arresti domiciliari ai quali era sottoposta.

Ma non c’era soltanto la droga nei loro affari, perché gli inquirenti hanno scoperto che i Rom indagati portavano avanti un’attività di usura nei confronti di un commerciante del posto.

L’uomo era stato costretto a sborsare somme esorbitanti dopo un piccolo prestito di denaro contante ricevuto proprio dagli indagati per far fronte a delle difficoltà economiche che stava attraversando. Il malcapitato si era poi trovato a dover ridare indietro il denaro agli usurai che gli avevano chiesto a forza di estorsioni rate mensili con interessi pari al 300% e che lo stavano per spingere alla chiusura della propria attività.

Ma nel frattempo sono arrivate le indagini del Nucleo investigativo di Isernia, guidato dal tenente colonnello Marco Datti che ha condotto le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica.  Stamane i suoi uomini, insieme ai militari delle compagnie di Isernia, Venafro e Agnone del comando provinciale di Isernia, guidati dal tenente colonnello Gennaro Ventriglia e supportati anche da cani antidroga del nucleo cinofili dell’Arma di Chieti che sono specializzati nella ricerca di stupefacenti, hanno fatto scattare il blitz.

Cinque le persone arrestate, più altre sotto indagine. In ultimo, è stato scoperto che due delle persone finite in manette percepivano il reddito di cittadinanza grazie delle false dichiarazioni. Tramite l’Inps è stata avviata la procedura di recupero delle somme percepite indebitamente.

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