Vittime in crescita

Covid, tasso di letalità altissimo in Italia e 10mila morti in un mese. In Molise vittime raddoppiate in due settimane

Nella nostra regione sono morte 80 persone con Covid-19, 54 (cioè i due terzi) solo nell'ultimo mese e 39 (quasi la metà del totale) dall'inizio del mese corrente. Oggi il Corsera ha pubblicato uno studio di un'università americana che pone l'Italia al terzo posto tra i Paesi con maggiore tasso di letalità a causa del virus pandemico. Nel Molise 'risparmiato' dalla prima ondata le percentuali sono nettamente inferiori ma non c'è classifica che tenga di fronte al numero di vittime di questi giorni

I dati sui decessi hanno subito un’accelerata che ha preso di sorpresa un po’ tutti, perlomeno i ‘profani’. È successo in Italia e, come in uno specchio, anche in Molise.

Oggi il Corriere della Sera riporta i risultati di uno studio della Johns Hopkins University di Baltimora che pone l’Italia al terzo posto nella classifica dei Paesi con maggiore tasso di letalità per Covid-19. Quasi 4 morti ogni 100 abitanti (3,8 per la precisione). Fanno peggio di noi solo il Messico (quasi 10) e l’Iran (5,4 su 100). Simili a noi i dati della Gran Bretagna, mentre rapporti tra morti e casi riconosciuti sono di gran lunga minori in Paesi come la Spagna (2,8) o, ancor di più, Francia e Germania (rispettivamente 2,2 e 1,6).

E la letalità in Molise? Finora è stata del 2,38%, il che significa che su 100 casi di infezione rilevati dalle Autorità sanitarie non ce l’hanno fatta più di 2 persone. La percentuale è, come è evidente, decisamente inferiore di quella media italiana (più alta di 1,4 punti circa). Si dirà che il dato non stupisce, ed è difatti così perché la nostra regione è stata praticamente ‘risparmiata’ dalla prima ondata.

Finora in Molise sono morte 80 persone a causa delle complicazioni cliniche da Covid-19, 80 persone su 3.366 casi rilevati. Ma è in quest’ultimo mese che la malattia causata dal virus Sars-Cov-2 sta ‘mostrando i muscoli’ anche da noi. Basti pensare che di quelle 80 persone che oggi non ci sono più perché hanno perso la battaglia con la malattia 54 sono morte nell’ultimo mese. Erano 26 i morti il 17 ottobre, erano 80 ieri 17 novembre. Tradotto in percentuale, questo significa che nel giro dell’ultimo mese il Molise ha avuto 2/3 dei casi totali (il 67,5%) da marzo a questa parte.

Restringendo il campo di osservazione al solo mese corrente, possiamo affermare che i 41 morti al 1 novembre sono praticamente raddoppiati in poco più di due settimane. E i 39 morti dal 1 al 17 novembre costituiscono quasi il 49% del totale delle vittime molisane.

Sono dati che fanno ‘impressione’, sebbene come detto spiegabili alla luce del fatto che la prima vera ondata in Molise sia questa, e il picco di morti è probabilmente proprio quello che stiamo vivendo in questi giorni. Circa 3 persone al giorno sono morte la scorsa settimana e solo ieri il triste record di 7 morti in 24 ore.

D’altra parte sta avvenendo qualcosa di simile anche in Italia. Ieri 17 novembre il computo dei morti è arrivato a 46.464, solo un mese fa (17 ottobre) era a 36.474. Praticamente 10mila decessi per Covid-19 in un mese, nessun Paese in Europa ha queste cifre. Tornando alle percentuali, ciò significa che nell’ultimo mese il nostro Paese ha avuto più del 21% dei morti dall’inizio dell’emergenza pandemica, che risale a quasi 10 mesi fa. Sono cifre diverse rispetto a quelle molisane (per le ragioni sopra esposte) ma la recrudescenza è evidente anche in questo caso.

 

C’è un altro indicatore che il Corsera oggi riporta sulle sue pagine, ed è il tasso di mortalità. Differisce da quello di letalità perché mette in rapporto i morti sul totale della popolazione. Ebbene, l’Italia anche in questo caso è nella parte superiore della classifica. È settima dopo Belgio, Spagna, Argentina, Brasile, Regno Unito e Messico. Nel nostro Paese sono morte 75,7 persone ogni 100mila abitanti.

In Molise questo dato è chiaramente inferiore. Da noi le 80 persone decedute su un totale di circa 302mila abitanti costituiscono lo 0,26 per cento, l’equivalente di 26,5 morti ogni 100mila abitanti.

In una regione che ha il 25% della popolazione residente con più di 65 anni, però, il timore resta alto.

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