L'emergenza

Cardarelli, letti al capolinea: i ricoveri Covid sono 62. Lettera a tutti gli ospedali: “Tenetevi pronti”. Facciolla chiede a Toma la verità

55 in Infettive, reparto allargato al massimo possibile con posti letto ricavati anche in altre corsie, 7 in Rianimazione. Lettera dei vertici Asrem che chiedono a tutti gli ospedali molisani di tenersi pronti ad un ulteriore aggravamento della curva pandemica. Intanto il segretario regionale del Pd ricostruisce la vicenda delle ospedalizzazioni: “E’ un disastro, e lo dicono i numeri e la Asrem. Ma per Toma e Roberti va tutto bene”.

La situazione è oltre la soglia di allerta, è critica. I posti letto del piano Covid al Cardarelli di Campobasso, unico (per ora) centro Hub del Molise dove si combatte contro il virus, sono finiti. Oggi i ricoveri sono saliti a 62. Di questi, sette sono in Terapia Intensiva (fino a stanotte erano 8, poi c’è stato un decesso, uno dei 4 delle ultime 24 ore) e 55 in Infettive, cioè nel reparto “allargato” dove operano i medici specializzati nel trattare l’infezione da Covid 19. Un reparto che nel corso degli ultimi giorni si è ingrandito andando ad occupare altri posti di corsia, sottratti ad altri degenti “ordinari”. Più o meno questi: 17 in pediatria, 9 al piano terra, 12 nell’ex Urologia e altri 16 creati in corrispondenza dell’ex reparto di Otorinolaringoiatria.

Ora anche questa disponibilità è terminata. Il Molise, sul fronte delle ospedalizzazioni innescate dalla pandemia in atto, passa allo scenario 4. Con tutti gli interrogativi del caso. Ora che accadrà? Teoricamente ci sono il Gemelli e la Neuromed, i due privati con i quali a marzo scorso era stata decisa una convenzione di massima sulla base del piano Covid del commissario ad acta. Altri 10 posti letto per pazienti gravi ma che non necessitano di essere intubati e altri 7 in Terapia Intensiva.

Tuttavia, a giudicare da come le cose si stanno muovendo, con soluzioni-tampone che stanno progressivamente risucchiando spazi all’interno del Cardarelli da destinare ai malati Covid, quella dei privati non sembra una strada che i vertici sanitari intendono percorrere. Almeno per il momento. Più logico, a giudicare da come si è mossa la Asrem finora, prevedere che anche il Cardarelli, come avvenuto in tantissimi altri ospedali italiani, si trasformi giocoforza in ospedale Covid, dedicato cioè in via esclusiva a trattare il virus che in queste settimane sta mostrando tutta la sua aggressività.

Florenzano e Scafarto cardarelli

Nessuno lo ha ancora comunicato, ma appare come una opzione oltremodo credibile, anche a giudicare dalla lettera che nelle ultime ore i vertici Asrem hanno inviato a tutti gli ospedali del Molise. “Il contagio sale, le ospedalizzazioni crescono: tenetevi pronti”. Più o meno questo il contenuto della comunicazione di servizio che secondo il segretario Pd regionale Vittorino Facciolla è la prova che la politica sta mentendo alla popolazione con rassicurazioni di facciate, atte a illudere per evitare allarmismo e panico diffuso.

La voce che si leva dalle direzioni amministrative e sanitarie di tutta Italia è omogenea: raggiunta e superata la soglia critica. Oreste Florenzano e Virginia Scafarto, direttore generale e sanitario, “hanno diffuso una nota a tutti gli ospedali regionali nella quale si comunica di tenersi pronti ad un ulteriore aggravamento della curva pandemica e, pertanto, di predisporre in tutti gli ospedali posti letto, percorsi operativi per la gestione dell’emergenza Covid e, in definitiva, dice di attivare il modello di pre-allarme”.

Potrebbe significare che i pazienti ordinari, cioè i malati affetti da altre patologie non collegate al Covid, saranno dirottati nelle strutture di Termoli (il San Timoteo) e di Isernia (il Veneziale) per lasciare il Cardarelli riservato ai malati Covid. Oppure potrebbe significare creare tre ospedali “misti” dove i pazienti Covid stanno in spazi diversi, ma pur sempre sotto lo stesso tetto, di pazienti no-Covid.

Una decisione che si aspetta di conoscere a breve, anche per verificare il ruolo effettivo dei privati e la loro parte in questa fase di emergenza, difficile per tutti.

D’altra parte i presidi di Isernia e Termoli, il Veneziale e il San Timoteo, non sono ospedali Covid ma l’elevato numero di pazienti che hanno altre patologie, alle quali si sovrappone il virus, li ha inevitabilmente trasformati in aree grigie, cioè luoghi in cui sostare in attesa di trasferimento dopo il risultato del tampone molecolare. Mai così tante ospedalizzazioni, e un numero di posti – ma soprattutto di medici – inadeguato rispetto alle esigenze reali del Molise aggredito dal Covid.

Vittorino Facciolla chiede la verità alla politica, chiama direttamente in causa Donato Toma e Francesco Roberti, rispettivamente il Governatore e il sindaco di Termoli, rispetto alle rassicurazioni che continuano a susseguirsi.

Vittorino Facciolla

“Ieri il presidente Toma con i suoi soliti toni trionfali ha annunciato che il Molise rimane zona gialla e ci ha accusato di essere catastrofisti e di fare allarmismo a scopo politico. Il problema non è essere catastrofisti ma semplicemente leggere la realtà e cercare ancora una volta di collaborare con lei, presidente Toma, affinché questa emergenza non si trasformi in un disastro per il Molise. Quando a marzo abbiamo parlato della necessità di trasformare l’ospedale Vietri in un unico ospedale Covid per evitare zone promiscue avevamo previsto già quello che sta accadendo in tutti gli ospedali della Regione, non eravamo catastrofisti.

Quando in estate abbiamo sottolineato il problema delle ambulanze 118 dedicate al trasporto dei pazienti covid, cosa che di fatto avrebbe soppresso il sistema del’emergenza-urgenza, non eravamo catastrofisti. Quando abbiamo proposto, sul modello dell’Emilia-Romagna, di fare i tamponi drive-through, non eravamo catastrofisti.

In tutti questi mesi siamo stati semplicemente attenti a quello che stava accadendo e a quanto ci riferivano le tante persone che in questa emergenza vogliono risposte dalle istituzioni.

Risposte che lei presidente Toma non sta dando in nessun modo, risposte che lei occulta dietro la solita cantilena che va tutto bene, che la situazione è sotto controllo. Presidente una sola cosa le chiediamo: dica la verità ai molisani”.

Facciolla esorta Toma a dire alla popolazione quello “che l’Asrem scrive nelle lettere inviate agli ospedali, e cioè che tutti gli ospedali sono in uno stato di pre allarme, che gli anziani stanno morendo nelle case di cura senza neanche essere trasportati in ospedale perché non c’è più posto. Solo dicendo la verità, caro presidente, potrà riacquistare un po’ della fiducia che i molisani stanno perdendo in lei, nella nostra sanità, e più in generale nelle istituzioni”.

Vittorino Facciolla poi replica anche a Roberti, che oggi in conferenza stampa ha chiarito la sua posizione. “Per ultimo, anche per importanza, ci tocca rispondere all’attuale sindaco di Termoli che oggi per la prima volta si è degnato di parlare ai suoi cittadini di questa emergenza. Ma come lo ha fatto? Mica rispondendo alle domande che gli fanno da giorni sui cluster della città, sulle reali condizioni dell’ospedale San Timoteo, sulle scuole, sui luoghi di contagio. No, il sindaco Roberti che come noto non brilla per intelligenza politica, ha esordito con una orribile battuta dicendo fondamentalmente che chi non la pensa come lui ha problemi psichici. Noi, contrariamente a lui, per le persone che soffrono di disturbi psichici abbiamo rispetto. Il primo cittadino ha poi accusato di sciacallaggio tutti coloro, compresi noi, che hanno chiesto informazioni e si è lamentato per circa un’ora della mole di lavoro che sta affrontando.

Capiamo bene che chi non è capace di governare una città in tempi normali va completamente in tilt durante le emergenze ma, caro sindaco, la scelta di sedere su quella poltrona è stata sua ed ora, che le piaccia o no, ha sulle spalle la responsabilità di 33mila persone e, che le piaccia o no, lei è la prima autorità sanitaria della città”.

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