Ecosistema urbano 2020

Campobasso inquinata e invivibile, Legambiente: “E’ stato fatto poco”

Elevata dispersione idrica, pochi alberi e troppe auto in circolazione nel capoluogo: le criticità evidenziate nel rapporto Ecosistema Urbano 2020 che pone la città tra gli ultimi posti in classifica dopo un anno di amministrazione 5 Stelle. L'associazione: "Campobasso è novantunesima, scende di ben dieci posizioni rispetto all’anno precedente con un punteggio totale di 38,53".

Nemmeno l’amministrazione targata M5S è riuscita a imprimere l’auspicato cambio di passo: Campobasso continua ad essere tra le città capoluogo italiane meno vivibili dal punto di vista della sostenibilità. E’ 91esima nella classifica “Ecosistema Urbano 2020”, il rapporto di Legambiente e Il Sole 24 Ore che monitora i dati ambientali delle città.

Il rapporto raccoglie ogni anno, sia con questionari e interviste dirette ai 104 comuni capoluogo di provincia sia sulla base di altre fonti statistiche, informazioni su 125 parametri ambientali per un corpus totale di oltre 125mila dati. L’insieme degli indicatori selezionati per la graduatoria complessiva dei 104 capoluoghi esaminati nel report copre sei principali componenti ambientali presenti in una città: aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia. Vengono così valutati tanto i fattori di pressione e la qualità delle componenti ambientali, quanto la capacità di risposta e di gestione ambientale.

E quest’anno “i dati non sono certo positivi”, il duro commento del circolo Legambiente ‘Cirese’. “La città capoluogo di regione nel Rapporto si classifica novantunesima, scendendo di ben dieci posizioni rispetto all’anno precedente con un punteggio totale di 38,53″.

Il capoluogo è tra le città con la maggiore percentuale di dispersione della rete idrica: più della metà dell’acqua che scorre nei rubinetti va persa (68,2%). Per quanto la produzione dei rifiuti urbani – l’analisi di Legambiente – ogni campobassano produce 437 chili all’anno. La raccolta differenziata è invece ferma al 28% e con una percentuale di raccolta porta a porta pari al 40%.

Si tratta, spiegano dal circolo ‘Cirese, “di dati che se comparati con quelli degli anni precedenti segnalano una debole crescita, anche in virtù dell’avvio della stessa in nuove aree, come il Quartiere San Giovanni. Rispetto al 2019 ogni abitante produce 8 kg in meno di rifiuti, e la raccolta differenziata è salita di 6,5 punti. Si apprezza il miglioramento ma è davvero ancora troppo poco. Altre città hanno fatto meglio e lo hanno fatto più velocemente: Avellino, ad esempio, non distante né culturalmente né geograficamente da Campobasso, ma si attesta con una percentuale di raccolta differenziata al 71,3% di cui il 98,8% porta a porta”.

E poi una conferma: nel capoluogo circolano troppe auto (72 ogni 100 abitanti). I cittadini utilizzano poco i mezzi pubblici, sono assenti servizi di car sharing o bike sharing. E tutto questo ha “sicuramente un impatto negativo sulla vivibilità urbana e sull’inquinamento dell’aria (peggiorato anche quello)”.

“È notizia di poche settimane fa – commentano da Legambiente – l’affidamento di un incarico da parte del Comune per redigere un Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile, ci auguriamo che alle macrostrategie individuate dal piano si affianchino già da subito microstrategie per migliorare la mobilità a piedi, con mezzi leggeri o con mezzi pubblici”.

Infine il verde pubblico e l’ambiente urbano: in calo la percentuale di verde fruibile per area urbana (solo l’11,9%), mentre non sono disponibili dati sulla percentuale di alberi ogni 100 abitanti.

“Un vero peccato, vista la costante campagna di piantumazione operata dall’Amministrazione Comunale insieme a molte associazioni di quartiere e di volontariato”, insistono dall’associazione ambientalista.

E ancora: “Poche e non connesse anche le isole pedonali, pari allo 0,12% del totale dell’area urbana. Si sperava che con le norme di emergenza che consentivano agli esercizi commerciali di ottenere aree esterne con maggiore facilità venissero individuate nuove zone pedonali. L’unico caso ad oggi apprezzabile è in piazza Cesare Battisti, che ha visto di fatto un ampliamento della zona sicura a scapito di strada e parcheggi; ci piacerebbe che questo modello fosse replicato nelle zone vicine, spesso invivibili a causa della congestione del traffico veicolare”.

Quindi, l’auspicio: “Il rapporto “Ecosistema Urbano” non è indirizzato esclusivamente agli amministratori, ma è uno strumento che vuole suscitare coscienza ambientale nei cittadini, perché è soprattutto dalle loro scelte che dipende il modello di città che abbiamo. Speriamo che i dati di quest’anno siano il fondo da cui risalire, con l’aiuto dell’Amministrazione Comunale e la spinta della coscienza ambientale dei cittadini. Campobasso non può e non deve essere il luogo della rassegnazione. Rimbocchiamoci le maniche per abitare in una città migliore”.

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