Parla il presidente toma

20 posti per pazienti covid a Venafro, 8500 test rapidi negli ambulatori: la Regione prepara le misure per la seconda ondata

Il capo della Giunta regionale Donato Toma illustra le novità per rafforzare la cura delle persone che sviluppano la malattia da Covid e annuncia l'arrivo dei tamponi negli studi di pediatri e medici di famiglia: "E' il momento di ripristinare i posti letto al Santissimo Rosario, come abbiamo previsto nel piano pandemico nel passaggio dalla terza alla quarta fase". Infine, a Primonumero i chiarimenti sugli spostamenti disciplinati nella sua ultima ordinanza: "Si deve segnalare anche chi torna a casa solo per il fine settimana dopo aver lavorato fuori regione".

Negli ospedali la situazione è sempre più critica. Avviene a livello nazionale, tanto che l’Ordine dei medici ha denunciato “una situazione fuori controllo”. E in Molise la pressione sul Cardarelli, l’unico presidio sanitario destinato alla cura dei pazienti covid, è sempre più alta, come vi abbiamo riferito.

La pressione sull’ospedale è alle stelle: troppi pazienti e pochi medici. “Il collasso è vicino”

 

Per alleviare il carico sull’ospedale del capoluogo si sta valutando di ripristinare venti posti letto al Santissimo Rosario di Venafro. Ad annunciarlo a Primonumero il governatore Donato Toma: “In Unità di crisi abbiamo discusso della possibilità di utilizzare l’ospedale di Venafro nel caso in cui ci servano altri posti di Malattie Infettive. Attiveremo almeno 20 posti in una struttura strategica, in cui c’è spazio e che sono stati già previsti nel piano pandemico elaborato nella prima fase, quando avevamo previsto che nel passaggio dalla terza alla quarta fase avremmo utilizzato Larino e Venafro. Questo è il momento per utilizzare il Santissimo Rosario che ha una dotazione di letti della Rsa che era stata inaugurata a gennaio. Se questa settimana dovessimo aver bisogno di accogliere persone pauci sintomatiche o pazienti che hanno bisogno di una bassa intensità di cure, le trasferiremo a Venafro”.

Il Presidente della Giunta poi prosegue con un esempio: “Caivano, il terzo paese per grandezza della provincia di Napoli, ha un solo ospedale che serve una popolazione di circa 300mila abitanti, come tutto il Molise, ed è in crisi. In questa regione siamo sempre 300mila abitanti e abbiamo quattro ospedali più due Case della Salute, a Venafro e Larino. Molti si lamentano ma non considerano che abbiamo una capacità enorme di ampliare i posti letto che però non sfruttiamo ancora“. E questo è stato forse uno degli elementi valutati dal Governo quando ha inserito il Molise tra le regioni “gialle”, quelle a rischio moderato.

Altra novità importante: anche in Molise sono arrivati 8500 test rapidi antigenici: si tratta dei 2 milioni di tamponi messi in campo dalla Protezione civile in tutta Italia. Saranno a disposizione dei medici di famiglia e dei pediatri per effettuare i test negli ambulatori per tutta la durata dell’emergenza sanitaria.

“Domani (10 novembre, ndr) i commissari incontreranno i rappresentanti dei medici di medicina generale e dei pediatri e dovrebbero stipulare l’accordo che consentirà di rendere la medicina territoriale più funzionale ed efficiente”, aggiunge Toma. Che poi lancia un messaggio alla popolazione affinchè sia più attenta ad osservare le disposizioni sull’utilizzo della mascherina, sulla distanza di sicurezza e sull’igiene delle mani. “Se le persone si infettano – la riflessione del presidente – non è per colpa nostra ma perchè non seguono le regole”.

E poi il capitolo restrizioni: nel giorno in cui l’Alto Adige si è autoproclamato zona rossa, sei regioni potrebbero mettere ‘piede’ nell’area “arancione” e far compagnia a Puglia e Sicilia. Il Governo sta ragionando sul ‘destino’ di Campania, Veneto, Toscana, Abruzzo, Liguria e Umbria. Forse rischia un inasprimento delle misure anche l’Emilia Romagna. Nelle prossime ore il ministro della salute Roberto Speranza dovrebbe firmare l’apposita ordinanza sulla base dei dati inviati dalle stesse Regioni e valutati dai tecnici dell’Istituto superiore di sanità. Per il Molise, inserito tra le regioni “gialle”, non dovrebbero – per ora – esserci novità.

Tuttavia, in tanti temono che le decisioni prese dal Governo potrebbero essere l’anticamera di una nuova e generalizzata serrata nazionale, come proposto oggi anche dall’Ordine dei Medici: gli ospedali sono sull’orlo del collasso a causa dell’alto numero dei ricoveri.

Il lockdown totale? Non credo – le previsioni del capo della Giunta regionale – a livello nazionale stiamo andando avanti con le chiusure parziali stabilite in base ai dati comunicati ed elaborati. Quindi restrizioni mirate. Per ora il Molise non è interessato, ma non possiamo escludere nulla, dipende da come vanno le cose”.

C’è chi ha proposto l’estensione della didattica distanza anche alle elementari e alle medie, come già avviene alle superiori. “Io sono stato uno dei promotori a livello nazionale della dad alle superiori anche per alleggerire i trasporti”, dice ancora il presidente. “Penso che per le lezioni a distanza nelle scuole elementari e medie decidano anche i sindaci e i dirigenti scolastici”.

Infine, a Primonumero il governatore fornisce un chiarimento sulla sua ultima ordinanza, quella relativa agli spostamenti, in particolare cosa deve fare chi lavora fuori regione per sei giorni a settimana e la domenica torna a casa per stare in famiglia. “Devono censirsi comunque all’Asrem quando ritornano al domicilio”, le sue parole. “Si può mandare una mail ufficiale alla Presidenza della Regione e così possiamo chiarire tramite le Faq eventuali dubbi”.

leggi anche
toma donato mascherina
Si teme l'esodo
Ordinanza di Toma: chi arriva in Molise dalle regioni ‘rosse’ dovrà segnalarsi e fare quarantena
commenta