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Raddoppio ferroviario, ecco cosa ci guadagna Termoli

di Francesco Barile, cittadino di Termoli e ingegnere trasporti

Vorrei spendere qualche parola in merito alle problematiche che stanno rallentando, fino a quasi impedirla, la realizzazione del raddoppio ferroviario Termoli/Lesina.

Diamo uno sguardo all’attuale situazione infrastrutturale e di servizio relativa alla dorsale adriatica:

  • tratto Alta Velocità da Milano a Bologna, facente parte della dorsale Milano/Roma/Napoli/Salerno, percorso con velocità massime di 300 km/h e tempi medi di 1 h;
  • linea “convenzionale” da Bologna ad Ancona, potenziata per velocità massime di 200 km/h e tempi medi di percorrenza di 1,5 h;
  • linea “convenzionale” da Ancona a Pescara, in corso di potenziamento per velocità massime di 200 km/h e tempi di 1 h;
  • linea “convenzionale” da Pescara a Foggia, caratterizzata da velocità massime di 150 km/h, ma ridotte a 120 km/h proprio da Termoli a Lesina, e tempi medi di 2 h (necessari per percorrere 170 km!);
  • linea “convenzionale” da Foggia a Bari, in corso di potenziamento per velocità massime di 200 km/h (con tempi di 1 h tra le due città) e di 250 km/h quando verrà completata la linea Alta Velocità Napoli/Bari (2h da Napoli a Bari via Foggia).

Risultati per l’utenza:

  1. da Milano a Pescara in meno di 4 h;
  2. da Milano a Foggia  in 5,5 h;
  3. da Milano a Bari in 7 h e addirittura in 6h via Roma/Napoli una volta attivata la linea Alta Velocità Napoli/Bari.

Inoltre è di questi giorni la notizia che verrà potenziata la Roma/Pescara per tempi di percorrenza  di 2 h.

Conseguenze: tutte le più importanti città e regioni che si affacciano sul mar Adriatico saranno collegate tra loro e con le più importanti città d’Italia da servizi veloci, compresa la Puglia che, anche nell’ipotesi di un mancato potenziamento della Termoli/Lesina, verrebbe comunque servita dalla linea Alta Velocità Milano/Roma/Napoli/Foggia/Bari.

E Termoli? E il Molise? Continuando ad impedire e a porre ostacoli al raddoppio della Termoli/Lesina e giustificando ciò con le più svariate motivazioni, Termoli e il Molise diventerebbero ancor di più marginali al sistema di comunicazioni tra Nord e Sud della Penisola.

Come ci si può allora illudere di rendere Termoli e il Molise luoghi di attrazione turistica e centri economici di importanza strategica relegandoli ad una marginalità della rete ferroviaria nazionale?

Il singolo binario penalizza fortemente la possibilità di far circolare più treni e quindi di trasportare non solo più persone, ma anche merci. Eliminando questa atavica e anacronistica strozzatura si potrebbe realizzare sulla dorsale adriatica la cosiddetta “autostrada viaggiante”, strumento che consentirebbe di instradare su ferrovia gran parte del traffico pesante che grava sull’A14 e che inquina i territori e le città da questa serviti. Beneficio non da poco se si considera che l’A14 ha ormai assunto il ruolo di asse di collegamento urbano che va sgravato da tale tipo di traffico. Ormai la riviera adriatica è di fatto un’unica conurbazione che si origina dalla riviera romagnola e prosegue senza soluzione di continuità fino a Termoli: chiunque di noi l’abbia percorsa si è sicuramente imbattuto in lunghe, pericolose e inquinanti teorie di TIR.

E veniamo ad un’altra questione molto dibattuta: stazione in centro, stazione decentrata, stazione interrata, rumori, barriere, comitati civici contro raddoppi, rumori e barriere e chi più ne ha più ne metta secondo l’ormai consolidata consuetudine italica di considerare le opere pubbliche qualcosa di cui sospettare perché foriera di impatti ambientali non sostenibili e apportatrice di malaffare e corruzione.

Abbandoniamo questo approccio e vediamo di ragionare.

E’ palese che le stazioni ferroviarie assolvono alla loro funzione se si trovano al centro delle città (Milano Centrale/Roma Termini in meno di 3h con il Frecciarossa): chi prende il treno ha interesse ad arrivare il più presto possibile sul luogo di destinazione. Chi viene a Termoli ha quindi interesse, appena sceso dal treno, a trovarsi in centro città e non a Pantano Basso, mi sembra ovvio.

E poi? Il rumore. Bene, per il rumore esistono soluzioni tecnologiche che abbattono il rumore alla fonte (in questo caso con opportune accortezze tecnologiche già utilizzate per le metropolitane) o che mitigano i suoi effetti su persone ed edifici circostanti (le cosiddette barriere, appunto, antirumore, che a tale riguardo possono essere disposte in modo intelligente e non eccessivamente invasivo). Inoltre  il rumore è naturalmente mitigato dal fatto che lungo il tratto che percorre la nostra città i treni o si fermano in stazione, in quanto Termoli è località di servizio (cosa che avviene nella maggior parte dei casi) o diminuiscono la loro velocità nel caso in cui transitano senza fermarsi.

A me sembra che i treni percorrono ed attraversano tantissime città in riva all’Adriatico (Rimini, Pesaro, Ancona, Civitanova, San Benedetto, Pescara, Foggia, Barletta, Trani, Molfetta, Bari… solo per citarne alcune) senza che ci siano state alzate di scudi, impatti ambientali da rivedere, nidi di uccelli sensibili allo sferragliare del terribile mostro di acciaio o altre manifestazioni che finiscono solo per ricordare i detrattori della vaporiera ai primordi della civiltà industriale e che impediscono di perseguire il miglioramento di un servizio pubblico, come quello del trasporto ferroviario, destinato a tutta la collettività, non solo a quella di Termoli e del Molise.

E allora cosa preferiamo fare? Spostare la stazione? Interrarla? Impegnare milioni di Euro per queste opere quando magari quelle risorse potrebbero essere utilizzate per altri urgenti interventi sul nostro territorio (sistemazione antisismica, dissesto idrogeologico, sistemazione delle reti stradali interne che sappiamo versare in condizioni  indescrivibili, solo per citarne alcune)?

Pubblica opinione, comitati civici, movimenti ambientalisti riflettano e con un po’ di buon senso comprenderanno che evitando discussioni sterili e autoreferenziali, focalizzando i problemi e indirizzando al meglio le risorse (ahimè sempre scarse) si potrà dare quella spinta decisiva per permettere di portare a termine i lavori con beneficio di tutti.

Proviamo ad immaginare questo scenario: prendere per un weekend in Molise il Frecciarossa a Milano, arrivare direttamente in centro a Termoli in 4/5 ore, salire su un moderno autobus, giungere in uno dei nostri bellissimi borghi percorrendo una strada (ri)sistemata e (ri)asfaltata su un terreno messo in sicurezza da frane ed erosioni e soggiornare in un tipico edificio in pietra ristrutturato in funzione antisismica.

Very cool, ma soprattutto progresso economico e sociale.

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