Lezioni in presenza contro dad

L’illusione del rientro in classe, l’amarezza di prof e studenti. La preside del Liceo di Guglionesi: “Un enorme lavoro che vediamo sfumare”

Intervista con la dirigente Patrizia Ancora, che non nasconde il dispiacere per una decisione, quella di riservare le lezioni in presenza solo al 25% degli alunni, “sulla quale andavano fatti dei distinguo. Noi abbiamo adottato protocolli perfettamente adeguati, ora viene spontaneo chiedersi a cosa sia servito tutto il lavoro messo in campo. Ho visto ragazzi con gli occhi lucidi perché tutti avevano voglia e bisogno di frequentare la scuola in presenza”. Il Liceo di Guglionesi ha 350 iscritti ed è una delle scuole più sicure e organizzate del territorio.

Mesi di duro lavoro per arrivare a una organizzazione capillare, che garantisce non solo il distanziamento ma l’utilizzo rigoroso di tutte le protezioni mediche. Pacchi e pacchi di mascherine che ogni giorno vengono consegnate agli alunni, ai collaboratori e al personale docente; macchinari nuovi di zecca per l’igiene di tutte le superfici, flaconi di igienizzante. E poi, certo, i banchi: quelli con le rotelle. Ogni classe del Liceo Linguistico, Economico-Sociale e delle Scienze Umane di Guglionesi ne è provvista.

Ma non è bastato, come non è bastato il fatto che nei primi 40 giorni di lezioni in presenza non ci sia stato nemmeno un caso rilevato di positività al virus, né fra gli studenti nei fra i docenti. Un unico contagio, finora, è stato riscontrato alle medie, che sono state chiuse un solo giorno per sanificazione. Al momento c’è una sola classe in quarantena e in attesa di tampone, per tutti gli altri le lezioni sono riprese regolarmente.

Diverso il caso delle scuole superiori, dove ora “per legge” la scuola in presenza si potrà tenere soltanto per un quarto. Malgrado tutto, è finita così e il cuore pulsante della pubblica istruzione – dai presidi ai prof. Ai ragazzi – non può fare altro che prenderne atto. E adeguarsi.

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“Purtroppo siamo tenuti a dare seguito e ad attuare il dcpm del Presidente del Consiglio dei Ministri dello scorso 25 ottobre, applicando alla lettera le disposizioni”. Purtroppo, dice la preside Patrizia Ancora, dirigente dell’Omnicomprensivo di Guglionesi, che annovera uno degli Istituti superiori più gettonati del territorio. Quest’anno il Liceo conta ben 350 iscritti e si è spostato nei locali spaziosi dell’edificio di Piazza Indipendenza, che per decenni ha ospitato le scuole elementari.

Aule grandi, dove la distanza interpersonale è una delle più sicure del  Molise. “Non è sufficiente, evidentemente” commenta la preside “perché da oggi noi terremo in presenza solo il 25 per cento degli studenti della scuola secondaria, come stabilito”.

Come vi siete organizzati?

“Per fare in modo che ogni studente frequenti la scuola in presenza almeno un giorno a settimana, abbiamo stabilito che ogni giorno la scuola sarà frequentata da 4 classi su 20, che andranno a lezione con un sistema rotatorio”.

Una decisione per permettere ai ragazzi di frequentare le lezioni in presenza in tutte le materie?

“Esatto, l’idea è stata questa visto che secondo il decreto dobbiamo svolgere la didattica a distanza per il 75 percento degli alunni, che sono complessivamente 350 divisi in 20 classi. In questo modo gli alunni potranno seguire le lezioni una settimana il lunedì, quella successiva Il martedì, poi ancora il mercoledì e via dicendo”.

Seguire da casa le lezioni scolastiche, attuare cioè la cosiddetta didattica a distanza (o DAD), non incrocia problemi di natura logistica?

“No, fortunatamente tutte le difficoltà di natura logistica le abbiamo affrontate e superate grazie alla disponibilità dei professori e delle famiglie. E al fatto che la scuola ha messo a disposizione i supporti telematici richiesti, quelli che servivano”.

Classe banchi rotelle scuola liceo Guglionesi

La scuola ha praticamente dato i pc agli alunni?

“Sì, sono stati circa un centinaio tra notebook e tablet i supporti assegnati a chi ne ha fatto richiesta perché non ne era provvisto. E non solo, tutte le connessioni in paesi o aree svantaggiate dal punto di vista della linea Adsl sono state rimborsate alle rispettive famiglie. In questo modo si riesce a raggiungere online ogni studente della scuola, compresi naturalmente i ragazzi con varie forme di disabilità”.

E’ stato un lavoro impegnativo?

“Molto impegnativo. L’abbiamo presa molto seriamente e i risultati si possono considerare ottimali. Purtroppo ora è arrivata questa disposizione che, non posso negarlo, lascia una certa amarezza”.

Non è l’unica a dirlo, non è l’unica a non condividere le nuove disposizioni per la scuola.

“Lo affermo senza alcuna vena polemica, ci mancherebbe. Ma ritengo che il decreto andava applicato facendo riferimento alle diverse situazioni territoriali, operando cioè dei distinguo che a mio giudizio andavano fatti. Abbiamo lavorato tanto rispettando tutti i protocolli, abbiamo messo in piedi un servizio di qualità senza alcuna discrepanza rispetto a quello che ci era stato chiesto. Inevitabile che vedere annullato, almeno in parte, tutto il lavoro ci lasci con un grande dispiacere”.

E’ uno stato d’animo condiviso con i docenti?

“Sicuramente, ci siamo confrontati ed è una sensazione diffusa. Consideri che a Guglionesi abbiamo aule molto capienti, anche di 60 metri quadrati per meno di 20 studenti. Problemi di distanziamento non ce ne sono affatto. A questo aggiungiamo i lavori di adeguamento edilizio, la disponibilità giornaliera di mascherine e disinfettanti che non sono mai mancati.  Ora è normale chiedersi tutto questo sa cosa sia servito”.

Qual è stata secondo lei la ragione alla base di questa scelta? “Probabilmente l’anello debole della scuola è rappresentato dai trasporti, che con la scuola non c’entrano nulla. E’ mancata, evidentemente, la volontà politica di potenziare il sistema di trasporto scolastico”.

E i ragazzi come l’hanno presa?

“Sono dispiaciuti anche loro, qualcuno aveva le lacrime agli occhi quando è stata comunicata la nuova disposizione”.

Spesso crediamo che i ragazzi, specialmente nelle scuole superiori, siano contenti di non andare a scuola. Un luogo comune che la sua esperienza smentisce.

“I ragazzi avevano necessità e un fortissimo desiderio di tornare in classe. Tutto sommato la scuola, questa agenzia educativa tanto bistrattata, checché se ne dica funziona, e funziona bene. Le criticità rappresentate dalla didattica a distanza ne sono la prima testimonianza. La scuola si dovrebbe fare in presenza, e mi auguro vivamente che questa fase possa terminare in fretta. Lo dico consapevole che di pronostici non se ne possono fare.  Siamo solo all’inizio della seconda ondata autunnale, che peraltro era stata annunciata ed era stata ampiamente prevista. La mia speranza è che le lezioni in presenza, per il 100 percento dei nostri alunni e con i protocolli che abbiamo faticosamente affrontato, possano ricominciare il prima possibile”.

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