Pericolo criminalità organizzata

La doccia gelata del procuratore capo: “La mafia si sta infiltrando nell’economia molisana e può condizionale le elezioni”

Nicola D’Angelo lancia l’allarme: “Stiamo perdendo la lotta alla droga. Gli stupefacenti arrivano tramite personaggi criminali pugliesi e campani che si stabiliscono in Molise e possono condizionare il voto, se non è già successo”

Il procuratore non ha il volto soddisfatto di chi ha messo a segno un altro bel colpo alla criminalità in Molise. Al contrario ha l’aria tesa e le parole che scandisce non possono essere equivocate. “Stiamo perdendo la lotta alla droga, lo spaccio non si ferma. Questo è il viatico con cui criminali pugliesi e campani si stanno infiltrando nell’economia molisana e possono condizionare il voto, se questo non è già successo”.

È una doccia gelata quella che cala addosso a chi ascolta, al termine di una mattinata iniziata col sole ancora nascosto dal buio, quando è scattato il blitz dell’operazione ‘Gli intoccabili’ che ha portato all’arresto di tre persone e a quaranta perquisizioni per un totale di ventinove indagati.

3mila cessioni di droga in un anno nel centro storico di Campobasso, i pusher al telefono: “Siamo intoccabili”. 29 indagati

Numeri che si aggiungono a tante altre operazioni anti droga degli ultimi mesi. Otto nell’arco di un paio d’anni, per un totale di decine di arresti. Ma quello degli stupefacenti è un drago a sette teste: una ne tagli, altre sei sono pronte a sputare ancora fuoco.

Il procuratore capo di Campobasso ne è consapevole e non ha parole di entusiasmo, tutt’altro. “Campobasso e dintorni non subiscono alcun effetto da queste operazioni perché la guerra con la droga non la stiamo vincendo“. Nonostante decine di arresti per spaccio e migliaia di tossicodipendenti segnalati, sembra non essere cambiato nulla.

“Ancora pochi giorni fa – racconta Nicola D’Angelo davanti alle telecamere – botte e violenza da parte di un figlio tossicodipendente”. Estorsioni di denaro, furti e paura in casa che hanno portato all’apertura di un’indagine dei carabinieri e non è escluso che a giorni possa esserci un provvedimento cautelare. Sono questi fatti la cartina di tornasole di un fenomeno ben lontano dall’essere sconfitto.

Il quantitativo di droga che esiste in questa regione è il canale che attrae malviventi della criminalità pugliese e campana – sentenzia D’Angelo -. Arrestare chi spaccia non ferma il giro di droga che viene dalla Campania e dalla Puglia – prosegue il numero uno della Procura del capoluogo -. Ci sono esponenti della criminalità organizzata che vengono in Molise, anche per portare droga. Arrivano armati e intenzionati a chissà cosa. Adesso notiamo però che rimangono in questa regione e stanno intervenendo nel tessuto economico e sociale. La droga è il viatico che usano per penetrare nel territorio e inquinare l’economia”.

D’Angelo parla di “segnali che mostrano come qualcuno stia cedendo all’ingresso della mafia in aziende in difficoltà. I criminali intervengono con capitali propri. Una sola azienda che finisce in mano alla criminalità sarebbe l’inizio di una guerra persa in partenza”.

È un allarme di livelli massimi, probabilmente mai sentito prima da un’istituzione in Molise. Poi D’Angelo guarda alla prevenzione e anche lì il quadro è negativo. “Serve personale adeguato per fare prevenzione. A Campobasso il SerD ha un solo psicologo e due assistenti sociali, è collocato in strutture che lasciano a desiderare e questo è il campo successivo alla constatazione di un problema sul quale pretendiamo di combattere”.

Presto secondo D’Angelo le mafie potrebbero cercare contatti con la politica locale. “La criminalità viene a indirizzare i voti. Se continuiamo così, la prossima elezione sarà sotto la spada della mafia”.

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