Alcuni portano avanti l’attività di famiglia, altri sono giovani e hanno deciso di investire in un ristorante o in un locale destinato proprio ai ragazzi. E poi ci sono anche diverse imprenditrici. Da un paio di giorni vedono il loro futuro nerissimo: l’ultimo dpcm che impone la chiusura di bar e ristoranti alle 18 potrebbe decretare la chiusura di numerose imprese anche a Campobasso dove, oltre il pubblico impiego, il commercio è un pilastro dell’economia cittadina.
Decine di titolari di attività hanno ‘assediato’ questo pomeriggio – 27 ottobre – la sede del Consiglio regionale di via IV Novembre per chiedere un intervento alla politica regionale. Fra poco molti di loro dovranno pagare affitti, bollette o saldare mutui. E non sanno come fare, dove prendere i soldi che solo gli introiti derivanti dall’attività di ristorazione garantiva loro. E’ vero, possono fare l’asporto o essere aperti a pranzo. Ma “a Campobasso non funziona, le persone preferiscono pranzare a casa, al ristorante vanno la sera”, dicono. Mentre “l’asporto garantisce pochissimi incassi”.
Vengono ricevuti dal presidente del Consiglio regionale Salvatore Micone, dall’ex governatore Michele Iorio e dai consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Patrizia Manzo e Andrea Greco. Promettono loro un impegno a trovare soluzioni che possano aggiungersi alle misure messe in campo proprio in queste ore anche dal Consiglio dei Ministri. Per tutte le imprese “abbiamo garantito altre 6 settimane di cassa integrazione Covid-19 utilizzabili dal 16 novembre al 31 gennaio 2021 o, in alternativa, ulteriori 4 settimane di esonero contributivo. Al contempo, proroghiamo il blocco dei licenziamenti fino al 31 gennaio”, ha riferito la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, dopo l’ok al decreto Ristori. Inoltre, per le aziende interessate dal Dpcm è prevista la sospensione dei versamenti contributivi relativi ai lavoratori per il mese di novembre.
Invece venerdì prossimo 30 ottobre in Giunta regionale dovrebbero essere convocati i titolari delle attività di Campobasso: questo l’impegno preso dal presidente del Consiglio regionale durante il sit-in di protesta. Eventuali misure devono essere stabilite dalla Giunta regionale, assente al confronto di questo pomeriggio: mancavano sia il presidente Donato Toma che l’assessore alle Attività produttive Vincenzo Cotugno.
“Noi non siamo come gli operai della Gam: non vogliamo vivere di assistenzialismo, noi vogliamo lavorare”, le parole di alcuni ristoratori.
Intanto il centrosinistra al Comune di Campobasso (Pd e la Sinistra) chiede al presidente del Consiglio dei Ministri di “ripensare immediatamente alcune misure (ad esempio, la chiusura alle 23,00 delle attività di ristorazione, nulla osta per cinema, teatri e palestre) e al sindaco di Campobasso di confermare da subito l’esenzione totale dalla Tassa di Occupazione suolo pubblico (Cosap) per tutto l’anno 2021 e le maggiori opportunità di utilizzo di spazi pubblici e di immaginare forme di esenzione impositiva per le attività a cui oggi si chiedono maggiori sacrifici.
“Si tratta di segnali, non solo simbolici, che consentano a chi ne beneficerà di pensare al futuro e di proiettarsi al momento in cui questo maledetto virus sarà sconfitto”, il pensiero di Battista, Trivisonno, Salvatore e Chierchia.
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