L'Ospite

L'ospite

Dio ci coltiva come un campo per renderci migliori

di don Mario Colavita

 

“È Cristo infatti che è stato annunciato come re, sacerdote, Dio, Signore, angelo, uomo, arcistratega, pietra, bambino generato, dapprima sottoposto al patire, per salire poi al cielo e di nuovo venire nella gloria con il regno eterno: lo posso dimostrare in base a tutte le Scritture. […]. Ho già dimostrato infatti che il Cristo era simbolicamente presentato dai profeti come pietra e roccia”. Uno dei primi scritti in difesa del nascente cristianesimo è il dialogo tra il filosofo cristiano Giustino e Trifone.

Nel colloquio tra i due Giustino parla di Cristo come pietra, roccia, si rifà alle antiche scritture che presentano la pietra rigettata che diventa angolare. In tal senso vale la pena rileggere il profeta Isaia: Pertanto così dice il Signore Dio: Ecco, io pongo una pietra in Sion, una pietra scelta, angolare, preziosa, saldamente fondata: chi crede non si turberà” (Is 28,16).

Gesù è la pietra angolare ma è anche la pietra rigettata, scartata. Un’antica leggenda ebraica dice che mentre si stava costruendo il Tempio di Gerusalemme i muratori trovarono una pietra nella cava che non era buona per, la presero e la buttarono via. Dopo tanto tempo, il capo mastro mandò degli operai nella cava a chiedere di una pietra importante per poter completare l’angolo principale. La pietra non c’era più era stata scartata, e buttata giù nella valle. Alla fine la trovarono tutta piena di erba e muschio, la lavarono, lucidarono, divenne la pietra angolare.

Dopo l’invettiva di Gesù contro i capi dei sacerdoti e gli anziani: prostitute e pubblicani vi prenderanno il posto nel regno di Dio, Gesù racconta una seconda parabola, quella della vigna e dei vignaioli omicidi.

La vigna è il popolo di Dio, essa è cantata come una sposa, il cui sposo Dio si premura curandola e attendendo da lei frutti buoni e deliziosi. Diceva bene S.Agostino che Dio ci coltiva come un campo per renderci migliori

La premura per la vigna da parte di Dio si fa cura, attenzione. Lui consegna la vigna ai vignaioli e desidera il meglio ma i vignaioli diventano egoisti, superbi, disattendono le parole d’amore del padrone.

Irresponsabili diremo noi oggi, pensano solo a loro stessi, fanno della campo di Dio una loro proprietà.

La conclusione della parabola è dura: “A voi sarà tolto il Regno di Dio e sarà dato ad un popolo che ne produca i frutti” (Mt 21,43).

La nuova vigna oggi è la Chiesa, la parrocchia, la famiglia, lì il Signore ci chiede di lavorare per portare frutti buoni di giustizia, di misericordia, di amicizia, fraternità pace.

La chiesa cresce nella misura in cui siamo uniti a Cristo pietra angolare. Nella sua enciclica programmatica sulla Chiesa (Ecclesiam suam) Paolo VI ha scritto: “Il primo frutto dell’approfondita coscienza della Chiesa su se stessa è la rinnovata scoperta del suo vitale rapporto con Cristo. Notissima cosa, ma fondamentale, indispensabile, ma non mai abbastanza conosciuta, meditata, celebrata”.

 

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