Politica

Consiglieri supplenti, la ‘palla’ al Tribunale civile. Udienza il 22 ottobre

Il Consiglio di Stato si è pronunciato sul ricorso presentato da Massimiliano Scarabeo che aveva impugnato la decisione del Tar Molise che aveva dichiarato il difetto di competenza

La data cerchiata in rosso sul calendario è quella del prossimo 22 ottobre: fra nove giorni davanti ai giudici del Tribunale civile si svolgerà l’udienza di merito sui consiglieri supplenti ‘estromessi’ improvvisamente dall’Aula con un emendamento licenziato contestualmente all’approvazione del bilancio.

Non sarà quindi la giustizia amministrativa a dover decidere, la parola passa al Tribunale civile di Campobasso. Così ha stabilito il Consiglio di Stato nella sentenza numero 6722 pubblicata oggi, 13 ottobre.

La quinta sezione di Palazzo Spada si è pronunciata sul ricorso proposto da Massimiliano Scarabeo (consigliere in quota Fratelli d’Italia) che, attraverso i suoi legali Vincenzo Iacovino e Vincenzo Fiorini, aveva impugnato la decisione del Tar Molise che aveva dichiarato il difetto di competenza del tribunale amministrativo a decidere sulla decadenza dei primi dei non eletti che, a maggio 2018, avevano acquisito lo status di consiglieri regionale supplenti dopo che il presidente Donato Toma aveva nominato come assessori i più votati delle rispettive liste di appartenenza.

massimiliano scarabeo

“Ad aprile 2020, poi, il blitz”, la sintesi di Massimiliano Scarabeo. “In occasione dell’approvazione della legge finanziaria, Toma fa fuori la giunta, nomina un solo assessore, il suo segretario Maurizio Tiberio assessore lampo per 15 giorni, gli assessori (Niro, Cotugno, Cavaliere, Di Baggio) tornano a ricoprire la carica di consiglieri, nella finanziaria viene inserita la modifica della legge elettorale eliminando i consiglieri supplenti. Ma non a partire dalla prossima legislatura. Toma aspetta che la legge finanziaria della Regione Molise entra in vigore e poi rinomina gli stessi assessori con un change: Di Baggio e Pallante invertono i ruoli (sottosegretario – assessore). Secondo voci degli addetti ai lavori, la teoria di Toma sarebbe stata ideata da Quintino Pallante pronto al blitz per entrare in giunta senza correre il rischio che il primo dei non eletti di Fratelli d’Italia, il coordinatore regionale Filoteo Di Sandro, potesse ricoprire la carica di consigliere per via della promozione del primo eletto.

Gli esclusi Massimiliano Scarabeo, Paola Matteo e Antonio Tedeschi – ricorda ancora il politico venafrano – hanno presentato ricorso. Il quarto escluso, Nicola Eugenio Romagnuolo, è tornato a fare il cittadino semplice con 2700 euro di vitalizio ed ottenendo la nomina, da parte di Donato Toma, a commissario del Consorzio Industriale Campobasso-Bojano con 3500 euro al mese. Nonostante la norma nazionale sulla inconferibilità degli incarichi a chi ha ricoperto ruoli nell’assemblea legislativa negli ultimi due anni.

Si sono costituiti in giudizio Donato Toma, rappresentato e difeso dall’avvocato Giacomo Papa, e gli assessori Nicola Cavaliere, Roberto Di Baggio, Vincenzo Niro, rappresentati e difesi dall’avvocato Marco Marinelli”.

In camera di consiglio, i magistrati romani hanno stabilito che “le materie nelle quali si faccia questione d’un diritto civile o politico, comunque vi possa essere interessata la pubblica amministrazione, e ancorché siano emanati provvedimenti del potere esecutivo o dell’autorità amministrativa sono devolute alla giurisdizione ordinaria”.

E sempre Scarabeo, rappresentato dall’avvocato Enzo Iacovino, aveva già presentato il ricorso alla magistratura ordinaria.

L’udienza di merito è fissata per giovedì 22 ottobre.

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