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Randagi in strada, sterilizzazioni ferme: “Servono soldi”. Calano anche i microchip da quando non sono più gratis

A fine giugno il Servizio regionale di veterinaria ha presentato un progetto al ministero per ottenere fondi da destinare alle sterilizzazioni di tutti gli animali della regione e non solo di quelli ospitati nei canili dove già le gravidanze indesiderate sono state ridotte notevolmente. Tanti i problemi sul tavolo spesso risolti dal lavoro volontario degli animalisti che si fanno carico degli animali feriti perché non c'è un pronto soccorso veterinario. In calo le microchippature dopo il ritorno a pagamento della prestazione, bene le adozioni.

Carenza di veterinari, assenza di un pronto soccorso per animali feriti e sterilizzazioni dei randagi all’anno zero: sono numerosi e preoccupanti i problemi legati al randagismo, fenomeno per il quale contrasto e prevenzione sono, da anni, le parole d’ordine pronunciate ai tavoli regionali con le associazioni animaliste e i gestori dei canili.

Proprio dai primi, in questi giorni di fine estate, arriva l’ennesima dura denuncia per “il blocco totale, che si protrae da mesi, delle sterilizzazioni pubbliche dei cani randagi. Una situazione allarmante – come la definiscono gli attivisti molisani dell’associazione Stop animal crimes Italia – che sta creando gravi problemi dal punto di vista igienico-sanitario (morsicature, incidenti stradali, problemi di trasmissione di zoonosi, maltrattamenti etc.) e che, facendo proliferare il randagismo, crea un danno erariale enorme alle casse pubbliche dalle quali escono già 3 milioni di euro l’anno per la sola gestione regionale molisana”.

A confermare l’assenza di sterilizzazioni sui randagi è il direttore del Servizio regionale prevenzione, veterinaria e sicurezza alimentare Michele Colitti il quale, però, spiega a Primonumero “che non si tratta di quelli ospitati nei canili ma di quelli che vivono per strada e soprattutto nelle campagne”.

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Tra gli obblighi della Asrem, l’azienda sanitaria regionale, c’è, per l’appunto, quello di evitare gravidanze nei rifugi per animali, siano essi pubblici o convenzioni. “Nonostante le mille mansioni in capo ai medici veterinari che ha comportato un rallentamento delle operazioni negli ambulatori di Isernia, Campobasso e Larino – afferma Colitti – le sterilizzazioni sono state eseguite regolarmente anche durante il lockdown. Qualche cucciolata è stata partorita e non possiamo negare che, in qualche caso, c’è stato bisogno di trasferire animali da Campobasso a Larino, ma l’attività è stata, tutto sommato, costante. Discorso diverso per i cani randagi, o semi randagi, quelli abbandonati in strada e difficilmente controllabili: per la loro sterilizzazione abbiamo presentato, a fine giugno, un piano al ministero ampio e articolato che prevede un forte impegno proprio per la questione sterilizzazione. La Regione Molise, voglio ricordarlo, è stata già inserita tra quelle beneficiarie di un finanziamento aggiuntivo. Ci hanno chiesto di presentare un progetto e siamo in attesa di risposta in merito all’entità del finanziamento”.

Circa 200 mila euro l’anno e almeno tre anni di sterilizzazioni darebbero i risultati sperati dal dipartimento regionale. Ma questo, al momento, resta una incognita sebbene ci siano ottime chance di ottenere quel denaro pubblico e dunque sterilizzare ‘a tappeto’ i randagi di tutta la regione.

“L’altro grande nodo riguarda la difficoltà di attivare un pronto soccorso veterinario: il problema è serio perché quando ci sono incidenti non si sa a chi rivolgersi. In questo le associazioni di volontariato sono sempre state di grande aiuto ma mi rendo conto che la cura di un cane ferito non può gravare sul buon cuore degli animalisti che hanno attivato raccolte fondi e soccorso, organizzandosi autonomamente, tantissimi randagi”.

ANAGRAFE CANINA

Che il problema sia più vasto di ciò che può sembrare lo dicono anche i numeri contenuti nella Relazione sull’attività in materia di prevenzione e contrasto al randagismo svolta nel 2019 nella regione Molise. Un documento che resoconta, anno dopo anno, tutte le attività del servizio regionale. Il primo dato riguarda l’iscrizione all’anagrafe canina: l’anno scorso, tra cani ‘locali’ e quelli giunti da fuori regione, è stato applicato il microchip (che permette di identificare animale e proprietario) a 5182 cani. In calo rispetto agli anni precedenti a seguito del fatto che la prestazione, gratuita fino al 2017 (nell’ambito del progetto Fido… uno di noi), è tornata a pagamento.

ADOZIONI

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Molto più incoraggiante il trend delle adozioni che è sempre cresciuto negli ultimi dieci anni sebbene, per il 2019, abbia subito un leggera flessione. Le adozioni sono gestite dalle associazioni e dai gestori dei canili mentre il servizio veterinario Asrem volge le svolge le attività di sorveglianza sulle malattie trasmissibili, sul benessere animale e sulla valutazione degli aspetti legati alla adottabilità degli animali raccogliendo tutte le informazioni ottenute in un’apposita cartella clinica individuale.

Sono entrati nei canili molisano 600 cani, ne sono stati adottati (parliamo sempre del 2019) 497, ossia più dell’80%. Purtroppo sono cresciuti anche gli episodi di avvelenamento accertato.

STRUTTURE

Sono circa dieci i canili in Molise: il più grande e popoloso si trova nella frazione di Santo Stefano, a Campobasso, e conta per il solo 2019 ben 246 cani ospiti. Due si trovano a Larino (quello di Lucia D’Addario con 191 cani e quello di Primiano Pontico). Un rifugio comunale si trovava poi a Ripabottoni ma ha chiuso alla fine del 2017. Beauty Dog è invece di Ripalimosani. Gestisce la stessa società (Siac srl) i canili di Roccasicura, Isernia e Pietrabbondante. Ha chiuso i battenti l’anno scorso il Dogs hotel di Carpinone, c’è infine un altro canile a Sessano.

I tutti i canili il trend di ricovero è in decrescita costante.

 

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