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Numeri alla mano: i ragazzi fanno i conti al Referendum e demoliscono le fake news

Una settimana dal voto sul taglio dei parlamentari. Corrado Del Torto (che è anche un giovane consigliere comunale di Guglionesi) fa il punto. “Non esprimiamo giudizi, proviamo soltanto a demolire le fake e a stimolare un dibattito costruttivo su argomenti che reputiamo centrali nella vita di tutti i giorni. Siamo nati per affondare propagande e miti populisti per riportare la Politica al centro del dibattito”. Ecco alcune cose da sapere prima di entrare in cabina elettorale.

Corrado Del Torto, 27 anni, residente a Guglionesi dove è anche consigliere comunale, vive tra Guglionesi e Roma. E’ laureato in dietistica e attualmente è dietista e personal trainer ISSA. Il suo interesse: le disuguaglianze sociali nel nostro Paese e non solo.

Corrado del Torto

Manca poco al fatidico giorno per decidere se diminuire o meno i rappresentanti dei cittadini nelle due Camere, andando a modificare la Costituzione italiana. Non è la prima volta che si tenta di metter mano alla carta costituente: infatti avevano già tentato l’opera prima Berlusconi poi Renzi, senza alcun successo.

Per quanto riguarda questo referendum ne abbiamo lette e sentite di tutti i colori ma quello che andremo a votare, in realtà, è solo il taglio dei parlamentari e senatori.

Quindi appaiono fuorvianti e fasulli i riferimenti alla:

  • “modernizzazione” della classe dirigente (cosa significa?);
  • diminuzione della burocrazia (in che modo avverrebbe?);
  • maggiore velocità decisionale (non è dimostrabile);
  • scelta diretta dei rappresentanti (continueremo a votare con la stessa legge elettorale quindi è falsa anche questa affermazione);

Quindi, come dicevo, il voto indicherà soltanto la volontà o meno di diminuire i rappresentanti del popolo.

Le motivazioni alla base della richiesta di modifica costituzionale sono sostanzialmente due ovvero: il risparmio economico e la diminuzione delle Camere considerate, da chi propone il referendum, smisurate per numeri.

Il dott. Carlo Cottarelli ha calcolato il risparmio che otterremo da questa riforma ed è di circa 0,007% della spesa pubblica. In base al rapporto con i cittadini italiani risulterebbe di 1€ e 35 centesimi (un euro e trentacinque centesimi) e da qui la battuta del risparmio equivalente ad un caffè in più all’anno per ogni cittadino.

Molto interessante anche il rapporto tra i costi del referendum stesso e il risparmio ottenuto con il taglio previsto. Infatti, secondo molte stime, i costi del referendum sarebbero maggiori rispetto al risparmio di una intera legislazione con il numero ridotto dei parlamentari e senatori.

Invece andando ad analizzare l’affermazione che vede un “Parlamento enorme” non si può fare a meno di aprire un confronto con gli altri membri dell’Unione Europea. Attualmente l’Italia si colloca nella media. Contiamo la stessa percentuale di parlamentari rispetto alla popolazione del Regno Unito, percentuale simile a quelle di Francia e Germania. Altri Paesi, come Austria e Danimarca, hanno più parlamentari di noi.

Regge il confronto con gli Stati Uniti d’America oppure anche questa è una fake?

Assolutamente falso. Gli USA hanno un apparato totalmente diverso da quello italiano, infatti si tratta di Stati federali con un complesso sistema burocratico. Non è proprio l’esempio più calzante. Non solo perché il numero di rappresentanti, con questo taglio proposto in Italia, non permetterà un equilibrio tra le Regioni cosa che, invece, accade negli USA dove il numero di Senatori è identico per ogni Stato dal meno popoloso, il Wyoming, a quello maggiormente abitato, la California. In questa modifica non è prevista alcuna equiparazione tra Regioni a discapito soprattutto di quelle più piccole come il Molise.

Cosa accadrebbe con il taglio?

La domanda costringe ad aprire una duplice riflessione a mio avviso. Una oggettiva e apparentemente semplice da calcolare, di cui discuteremo, e l’altra relativa i risultati indiretti che causerebbe il taglio proposto.

Partendo dalla prima possiamo affermare che con il taglio arriveremo ad essere il Paese con meno rappresentanti dei cittadini in Europa.

Come promosso dal referendum stesso, l’esito del Sì al referendum si tradurrebbe con una minore rappresentanza dei cittadini in politica. Mi domando se così facendo si recupererà il rapporto cittadino/politico, se migliorerà o peggiorerà addirittura.

Oggi ogni parlamentare rappresenta 63.500 abitanti, con il taglio ne rappresenterebbe in media 100mila e non c’è bisogno di un grafico per comprenderne la differenza. Passeremmo da 630 parlamentari a 400 mentre in Senato da 315 a 200. Miglioreremo?

Non solo perché ci sarebbe disuguaglianza tra Regione e Regione, come espresso precedentemente, diminuendo le possibilità di rappresentanza proprio delle piccole realtà. Non è un caso che la Regione Basilicata aveva presentato ricorso alla Consulta proprio per evitare questo squilibrio.

In ogni caso, ci auguriamo tutti una grande affluenza e che si verifichi un voto razionale e non emotivo, se così si può dire.

 

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