Guglionesi - una buona notizia

L’unica fabbrica italiana che fa i nuovi cavi elettrici per le Ferrovie è qua. E le assunzioni crescono

Il riscatto della Irce di contrada Perazzeto, a Guglionesi, dove si producono cavi elettrici a riduzione massima del rischio incendi con un ritmo di 5mila tonnellate annue, grazie a una intensa attività di ricerca della multinazionale (con 14 stabilimenti nel mondo) che ha adeguato le linee produttive molisane per realizzare prima di tutti i cavi obbligatori dalla legge recente. La commessa delle Ferrovie ha dato una nuova chance all’azienda, dove gli assunti sono passati da 65 a quasi 100. Il direttore Franco Minotti: “In un anno e mezzo esaurito l’ordine triennale, speriamo di andare avanti così”.

Fino agli anni 2008-2009 le cose andavano abbastanza bene alla Irce Cavi di Guglionesi, uno dei 18 stabilimenti dislocati nel mondo della multinazionale con sede centrale a Imola. 140 assunti, buone prospettive di mantenere i livelli occupazionali. “Ma la crisi dell’edilizia ha cambiato tutto” Ricorda Franco Minotti, direttore dello stabilimento, che arriva da Frosinone e che coordina la fabbrica molisana dal 2006.

Improvvisamente la richiesta di cavi elettrici per l’edilizia, prodotto nel quale è specializzata la Irce, è crollata ai minimi storici, seguendo lo stesso drammatico andamento delle costruzioni. Mattone fermo, mercato immobiliare paralizzato, cantieri chiusi. Sono stati anni difficili, di cassa integrazione, licenziamenti, prepensionamenti. I dipendenti della Irce erano arrivati a 65, ma mai così pochi dall’apertura, nel 1976, anno in cui la famiglia Tesi, proprietaria dello Zuccherificio che si trova proprio dall’altra parte della Statale 87, aveva ritenuto di avviare un’attività per il necessario rifornimento di rame, successivamente rilevata da Irce Spa.

“Le cose sono cambiate ancora, e per fortuna in meglio, circa due anni fa, quando è arrivata una commessa da parte di Ferrovie italiane per i cavi elettrici di ultimissima generazione che qui a Guglionesi sì producono e si confezionano. Per ora questa fabbrica è l’unica italiana a fornire questa tipologia di prodotto” aggiunge il direttore.

Irce cavi Guglionesi franco minotti direttore

Minotti spiega le caratteristiche di questi cavi, resi obbligatori dalla classificazione normativa intervenuta tre anni fa. “Sono progettati per ridurre al minimo il rischio di mortalità in caso di incendio. Hanno rimesso in discussione tutti i modelli costruttivi e noi ci siamo trovati davanti a questa opportunità, colta grazie alla scommessa delle Ferrovie italiane. Sono cavi con un determinato tipo di resistenza, che in caso di calore o fuoco non sprigionano sostanze tossiche”.

In pratica i progettisti sono obbligati a usarli (quindi ad acquistarli) per qualsiasi opera, dalle gallerie ai ponti ai binari alle metropolitane ai cinema eccetera.  E i produttori sono obbligati a produrli, se vogliono essere competitivi sul mercato. “L’Amministrazione di Irce aveva intuito da tempo che sarebbe successo, e ha puntato molto sulla ricerca. In sostanza noi eravamo pronti quando il mercato ha cominciato a richiedere questo prodotto”.

I cavi ultrasicuri che si fanno in contrada Perazzeto hanno bisogno di un complesso ciclo di lavorazione che consta di ben otto fasi a fronte delle tre fasi tradizionali necessarie per fare i vecchi cavi elettrici. Come conseguenza immediata c’è stato un graduale aumento di personale impiegato sulla catena di montaggio e confezionamento. “Attualmente i lavoratori sono 195, ci sono state nuove assunzioni, sebbene si tratti di interinali” precisa cautamente il direttore che però non nasconde la speranza che il trend positivo possa andare avanti e crescere ulteriormente, anche se il percorso è lungo e l’omologazione non è ancora conclusa”.

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L’altra buona notizia è che il ritmo di lavoro e la organizzazione della fabbrica (che non si è fermata nemmeno durante il lockdown “perché l’area produttiva si estende su 25mila metri quadrati e con 100 dipendenti mantenere il distanziamento non è difficile”) hanno smaltito in un anno e mezzo l’ordine triennale di Ferrovie. I tempi iniziali sono stati dimezzati: possibile perciò che possano aggiungersi commesse per altri lotti, dopo la prima che ha sfornato i cavi per opere come la galleria Napoli Bari, la Roma Pescara, il primo tratto del raddoppio ferroviario.

“Si fanno 15 i turni settimanali, lavorando sui classici tre turni dal lunedì al sabato mattina” dice ancora Franco Minotti, che trascorre la sua settimana – ad eccezione del weekend – in Basso Molise ormai da molti anni. Ha vissuto la parte negativa con la crisi e ora sta sperimentando i buoni risultati della risalita grazie a un investimento sulla ricerca che ha permesso all’azienda di arrivare prima degli altri. La Irce di contrada Perazzeto, dove le linee produttive sono state adeguate e rese flessibili in tempi velocissimi, è l’unica azienda italiana che rifornisce le Ferrovie di cavi dotati di determinate caratteristiche con una media produttiva di 5mila tonnellate annue. Niente male, per essere una piccola fabbrica molisana.

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