L'appello per il no

Il No della Rete della Sinistra al referendum: “Il taglio delle spese nasconde l’inizio del regime”

La Rete della Sinistra esprime un deciso No per il taglio dei parlamentari oggetto del prossimo referendum costituzionale e si appella agli elettori molisani.

“Mancano ormai pochi giorni al voto referendario: come Rete della Sinistra ci rivolgiamo agli elettori molisani con un chiaro e deciso appello per il NO a questo gravissimo attacco, qualunquista e pericoloso, alle istituzioni democratiche. L’unico voto possibile è il No, senza se e senza ma; e per tante buone ragioni”.

Ecco spiegate quali: “Il taglio è mostruoso, più potere in mano a pochi. Alla Camera avremmo in media un parlamentare ogni 151.000 abitanti ed al Senato uno ogni 302.000. Ci saranno province che non avranno più rappresentanti, e in Molise perderemo un deputato. Questo è gravissimo, e accentuerà la distanza ormai siderale tra eletti ed elettori”. Ancora: “Con il taglio al Senato il peso elettorale dei senatori a vita, non eletti, diviene determinante per qualunque governo: ben il 2,5%.

Con il taglio dei parlamentari tutto il potere va ai capi: e la partitocrazia fa festa. Se prima non ci riprendiamo il diritto di scegliere (e non nominare!) chi deve rappresentarci e non riformiamo la legge elettorale in senso proporzionale, è inutile e demagogico toccare la costituzione. Nel nostro paese c’è bisogno di pluralità, non di concentrazioni di potere. La debolezza della nostra democrazia ha ragioni ben più profonde: i leaderismi, il populismi, pratiche oligarchiche nella selezione dei gruppi dirigenti. Ed è da lì che la politica dovrebbe ripartire per curarla e ricostruirla.

La maggior parte del lavoro parlamentare si svolge nelle 14 commissioni permanenti (più eventuali commissioni speciali), che affrontano una notevole mole di lavoro, spesso in tempi ridotti, dovendo esaminare i troppi decreti legge governativi, che sono ormai diventati una prassi. Meno parlamentari vuol dire lavoro quasi impossibile in commissione, minore approfondimento e peggiore valutazione dei provvedimenti in esame”.

Dunque la questione costi, messa in primo piano dai fautori del sì: “La democrazia non è un costo, e ha bisogno di una larga e competente rappresentanza: non è delimitandola che la si aumenta. Dobbiamo essere rappresentanti meglio, non meno. L’immagine propagandistica e squallida della poltrona vuota e tagliata trasmette il messaggio che il Parlamento non serve. E invece noi abbiamo bisogno di più Parlamento, per bilanciare lo strapotere dell’esecutivo.

La rozza formula del taglio delle spese nasconde l’inizio del regime. Secondo questo ragionamento, il sistema più economico sarebbe la dittatura: ne paghiamo uno solo” e “Non elimina i privilegi e i costi, legati soprattutto al personale parlamentare, che non viene toccato. Le riforme costituzionali sono operazioni serie e complesse e non ci si può accontentare di parodie destinate a un uso di semplice e rozza propaganda”.

Ma non è tutto per la Rete della sinistra: “È una proposta populistica che lede l’ordito complesso della Costituzione italiana. Con Camera e Senato drasticamente ridotti, poche persone potranno manomettere la nostra Carta modificandola a piacimento, con pochi voti in prima lettura. Saltano le garanzie attentamente bilanciate che i Padri Costituenti avevano introdotto per le minoranze. Alla fatica del dialogo tra diversi, si preferisce l’idea grezza e ignorante del ‘meno stiamo meglio’. I forti nella società avranno più forza in Parlamento. Solo i partiti più grandi riusciranno ad entrare in Parlamento: rischiamo soglie di sbarramento al 10 o 15 %. Peggio del Parlamento Turco!”

 

La conclusione è che “Siamo stanchi di una politica demagogica che insegue le pulsioni più immature dell’elettorato, dei Masanielli di turno che soffiano sugli umori delle masse. Il Nostro No al referendum è un Sì alla democrazia. Questa volta siamo davanti ad un vero e proprio tradimento dello spirito costituzionale; ma c’è ancora una speranza: andare a votare domenica e lunedì, e votare NO convintamente!”

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