Niente di nuovo sotto questo cielo. Che le condizioni dell’asfalto siano più che deficitarie in numerose aree della città, non è certo un mistero: buche, avvallamenti, voragini e fenditure varie rappresentano infatti una sorta di piaga atavica per i campobassani.
Problematiche ormai ultradecennali, che non hanno sin qui visto – a parte i soliti “rattoppi” stagionali – interventi di vasta portata capaci di risollevare, in maniera sensibile e diffusa, un “quadro clinico” già sin troppo compromesso.
E se gli automobilisti continuano loro malgrado a fare i conti quotidianamente con tali criticità, ai pedoni non va certo meglio.
Perché anche i marciapiedi del capoluogo avrebbero più di qualche recriminazione da fare, sotto questo aspetto. Mattonelle “saltate”, intere porzioni sbriciolate, scomode depressioni ed erbacce “anarchiche” risultano purtroppo una sorta di costante per chi è abituato a spostarsi a piedi. Accade lungo viale Manzoni, come all’altezza del parcheggio in zona PalaUnimol; in via Scardocchia come tra via Toscana e via San Giovanni.
Dalle aree periferiche a quelle più centrali, fino alle zone residenziali, il lietmotiv è dunque pressoché il medesimo.
In molte zone poi, in concomitanza con gli attraversamenti pedonali, la segnaletica orizzontale rappresenta in taluni casi una variabile fantasmagorica: strisce (specie in condizioni di scarsa visibilità) dalle tinte evanescenti e bordature rosse spesso difficili da individuare. Circostanze che rischiano di rappresentare anche un potenziale pericolo per chi cerca di attraversare la strada nel bel mezzo del traffico veicolare. Accade, ad esempio, in via Pirandello come pure nei pressi dell’ex Romagnoli. Uno scenario non proprio all’altezza di una città capoluogo.
Ecco perché la programmazione di operazioni capaci di andare oltre il semplice “restyling”, più che un’opzione possibile, sembra assumere oggi i contorni di una irrinunciabile necessità.
L.A.
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