Il caso a montaquila

Bimbo senza merenda, la preside della scuola elementare: “Piangi così non la dimenticherai più”

Polemiche a Montaquila, piccolo centro della provincia di Isernia, dove la dimenticanza di una mamma ha scatenato il putiferio. La dirigente Lecci: "Quest'anno a scuola non entra nulla. E lo stomaco che brontola farà ricordare l'indomani le cose. Responsabilizza tutti". Le parole hanno scatenato l'ira dei genitori preoccupati per i loro figli 

Era stato già previsto: il ritorno in classe nel primo anno scolastico dell’epoca covid non sarebbe stato affatto semplice. E in alcuni istituti la ripartenza della didattica è stata disastrosa. Finanche la merenda consumata a ricreazione può diventare motivo di privazione per i più piccoli, già fortemente limitati nei movimenti e nelle attività, oltre ad essere obbligati ad indossare le mascherine. E’ successo a Montaquila, piccolo comune della provincia di Isernia, dove ha scatenato un putiferio la dimenticanza della mamma di un alunno della scuola primaria (le elementari, come vengono definite più comunemente) rimasto a digiuno fino al ritorno a casa.

Nell’istituto, infatti, è impossibile introdurre snack o panini per spezzare l’appetito di metà mattinata. Stesso discorso per libri, quaderni e matite: dall’esterno non può essere introdotto materiale didattico di alcun genere.

Ma sono state soprattutto le parole della dirigente scolastica Ilaria Lecci, a capo dell’istituto comprensivo di Colli a Volturno (di cui fa parte anche la primaria di Montaquila), a far infuriare i genitori: “Se c’è un regolamento va rispettato. Quest’anno da fuori non entra nulla, nè materiale scolastico nè da mangiare. L’hanno dimenticato? Pazienza. Anzi, forse è educativo perchè così lo stomaco che brontola e il ‘pianticello’ faranno ricordare l’indomani le cose. Responsabilizza tutti, genitori e figli”.

Apriti cielo. Il messaggio audio inviato ai rappresentanti dei genitori e ai docenti (e recapitato anche alla redazione di Primonumero) ha provocato le reazioni delle mamme di Montaquila, arrabbiate e quasi sconvolte dalle parole della preside. “Che differenza c’è tra la merenda dimenticata sul tavolo della cucina a casa e quella che ti porto dopo proprio perchè ho dimenticato di metterla nello zainetto?”, il loro sfogo. E poi una disattenzione può capitare a tutti ma non si può trasformare in una rinuncia per i bambini, già scombussolati (non solo a Montaquila a dir la verità) dalla nuova organizzazione scolastica dovuta alle norme anti-covid.

E’ vero, le direttive della dirigente scolastica (pubblicate sul sito della scuola) sono più stringenti dei protocolli di sicurezza anti-contagio diramati dal Ministero dell’Istruzione e testualmente prevedono che “non è consentito a genitori e/o familiari accompagnatori di accedere all’edificio scolastico” e che “non è consentito ai genitori portare, nel corso della mattinata, cibo, materiale scolastico o altro agli alunni che siano già impegnati nelle attività didattiche”.

C’è un altro aspetto che ha surriscaldato il clima alla primaria di Montaquila: le mascherine. E in questo caso ci sarebbero malumori fra il personale docente a causa della distinzione operata dalla dirigente scolastica.

“Il Ministero, stravolgendo l’organizzazione delle scuole (che pensavano di aver ricevuto le mascherine solo per il personale scolastico), ha cambiato le carte in tavola” e comunque “ogni giorno sarà distribuita una mascherina ad alunno”, ha aggiunto la Lecci in un secondo messaggio audio. “Ci è stato detto che saranno garantite le consegne giornaliere delle mascherine che saranno distribuite al personale e agli alunni. Chi vuole utilizzare le proprie, può utilizzare le mascherine FFp2 che proteggono sè e gli altri (e pure più costose, aggiungiamo noi, ndr). Altrimenti si mettono quelle chirurgiche della scuola, almeno finchè ci sono. Nel momento in cui non ci saranno, ognuno terrà la propria. E su questo ci si augura la responsabilità di tutti nella pulizia e dell’igienizzazione”.

SP

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