Ferrazzano

Addio a Pietro Sanzò, l’angelo con gli occhi color del cielo. Silenzio e lacrime per un dramma senza senso

Nel campo sportivo di Ferrazzano le esequie del giovane morto a causa di un cancro. Tantissime persone erano presenti alla cerimonia funebre, attonite e sconvolte da un dolore inspiegabile. Il messaggio di don Nicola Maio: "Anche noi oggi dobbiamo vivere la sfida del senso, quello che Pietro ha trovato nella sua vita spirituale".

Forse un pezzetto di Cielo Pietro Sanzò già lo aveva ‘impresso’ nei suoi occhi, azzurri proprio come il cielo in cui è volato la sera del 22 settembre. Il giovane 34enne stroncato nel giro di poche settimane da un male incurabile aveva in sé anche la luce di chi “ha scoperto la fede e la voglia di vivere nel segno di Gesù”. Sono le parole che don Nicola Maio ha scandito davanti a tutte le persone che questo pomeriggio – 24 settembre – si sono ritrovate nel campo sportivo di Ferrazzano per rivolgere una preghiera e salutare lui, il ragazzo generoso e sorridente, in grado di farsi amare da tutti.

I funerali, tenuti nel rispetto delle norme anti-coronavirus, sono stati celebrati in un posto significativo: Pietro era innamorato dello sport, come ha ricordato il sacerdote. E su quella terra, da difensore caparbio, ha sudato e giocato con la correttezza che contraddistingueva anche la sua vita.

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I parenti, gli amici del paese e gli ex compagni di squadra, i tanti che hanno conosciuto Pietro quando, appese le scarpette al chiodo, ha avviato la piccola attività di ristorazione a Campobasso, poi nella ‘sua’ Ferrazzano: erano tutti lì in quel campo di calcio a 5 adornato di palloncini (biancoverdi come i colori del Ferrazzano calcio e rossoneri come quelli dell’amato Milan) e quasi troppo piccolo per accogliere le esequie di un giovane che doveva realizzare ancora tanti sogni. Ad esempio, sposare la ‘sua’ Mariolina seduta accanto a mamma Paola, alle sorelle Francesca e Federica e al fratello Angelo.

Gli occhiali neri calati per celare gli occhi gonfi di lacrime, mentre dietro le mascherine anti-covid le bocche erano serrate da un dolore inconsolabile e immenso. Inspiegabile. Senza senso.  

Anche noi oggi dobbiamo vivere la sfida del senso, quello che Pietro ha trovato nella sua vita spirituale”, la riflessione di don Nicola. “Attraverso la sofferenza Pietro è stato spogliato da tante distrazioni e pian piano ha capito cosa fosse Gesù per lui. Mi diceva che era stato inondato di luce e di fede e che non vedeva l’ora di dire a tutti i ragazzi che forza strepitosa è la fede”.

Aveva una grandissima forza di vivere Pietro. Alle 5 del mattino si alzava dal letto dell’ospedale per guardare l’alba. E la luce speciale che irradiava diventava amore che circondava tutte le persone che lo conoscevano e gli volevano bene, coloro che hanno pregato affinchè non venisse strappato alla vita così presto.

Ma i miracoli non sempre accadono. E i suoi occhi azzurri si sono chiusi per sempre. “Adesso dacci la forza per superare la tua assenza”, le parole commosse della cugina Nadia.

Funerali Pietro Ferrazzano
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