L'altra faccia della medaglia

Il Molise che dorme, a Castropignano castello chiuso 6 giorni su 7. I visitatori sbottano: “Non lamentatevi se non viene nessuno”

Indignati alcuni visitatori provenienti dal Friuli e desiderosi di visitare la storica costruzione, cornice suggestiva per la leggenda del “Cantone della fata”: dinanzi ai lucchetti serrati, hanno lasciato traccia della propria delusione su alcuni biglietti adesivi: “Non lamentatevi se non avete turisti”.

Molise, “piccola grande bellezza”. Chi conosce e ama questa terra lo sa: una natura serena, paesaggi incontaminati, la forza della tradizione e di uno straordinario patrimonio culturale rappresentano i diamanti della nostra storia. Gemme preziose, che potrebbero a giusta ragione divenire anche l’elemento propulsore della crescita, il volano della locale economia.

Potrebbero, appunto. Il condizionale è tristemente d’obbligo in questo caso, perché accanto all’elemento paesaggistico, alla sua ricchezza e alle sue suggestive “scenografie” naturali, continua a latitare un’adeguata valorizzazione. Una lacuna dal sapore ormai atavico.

Atavico, già: come le “piaghe semaforiche” con cui ogni estate turisti e “autoctoni” devono fare puntualmente i conti lungo la Bifernina; come le impervie vie che conducono all’entroterra, costellate di buche, frane, voragini e cartellonistica varia da “lavori in corso”; come i monumenti chiusi.

castello d'evoli

Avete capito bene. Perché è capitato (e capita) anche questo da noi. Dove? A Castropignano. Una delle maggiori attrattive del piccolo centro situato a pochi chilometri da Campobasso, il Castello d’Evoli, risulta infatti per lo più inaccessibile. Cancelli aperti per una manciata di ore a settimana: la domenica, precisamente, dalle 10 alle 12.30 e dalle 17 alle 19. Stop. Davvero poca roba. Soprattutto se ad “avvisare” i potenziali visitatori sono un paio di fogli di carta incollati a nastro sulle grate del portone d’ingresso.

avviso castello castropignano

Quello stesso portone che ha “ospitato” nelle scorse settimane lo sconcerto e la delusione di alcuni turisti, giunti dal Friuli per visitare il celebre palazzo storico – cuore della leggenda del “Cantone della Fata” – e rimasti inesorabilmente beffati.

“Poi non lamentatevi se non avete turisti” – si legge tra i diversi bigliettini lasciati sul cancello. Evidentemente, non era domenica.

castropignano castello chiuso

Investimenti, infrastrutture, incentivi per imprese e aziende che operano nel comparto turistico: sono, queste, solamente alcune delle “voci” che reclamano maggiore attenzione. Occorrerebbe infatti una vivida e duratura iniezione di entusiasmo, qualcosa che vada ben oltre il classico calendario di appuntamenti estivi. Serve recuperare il tempo perso, garantire liquidità a un settore potenzialmente capace di dare linfa preziosissima al tessuto finanziario locale.

Fuori da quest’ottica, pensare a una pronta “risalita” appare abbastanza utopico. E anche il pregevole video promozionale “Molise: piccola grande bellezza” – fortemente voluto dalla Regione – vedrebbe affievolire il proprio senso, se non associato a una piena e diffusa fruibilità delle strutture, dei monumenti e delle ricchezze culturali di questa terra.

Certo: ben venga il sacrosanto corollario di iniziative tematiche e benedetti siano i danari stanziati per manifestazioni, sagre e appuntamenti ciclici legati alla tradizione dei nostri centri, dei nostri Borghi. Ma per progredire serve di più. Più progettualità, più sensibilità, più coraggio.

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