Campobasso

Striscioni in città: “Infame, buffone, terrorista”. Giornalista minacciato per un servizio in tv. Digos al lavoro dopo i disordini degli ultrà in centro

Diversi striscioni offensivi comparsi a Campobasso contro il giornalista Enzo Luongo: contestato il suo servizio a Telemolise sui disordini di via Ferrari dove la notte del 26 agosto alcuni ultrà si sono assembrati senza mascherine per cantare cori a squarciagola e accendere fumogeni. Alcuni di loro sono stati identificati. "Ho solo raccontato ciò che ho visto: un intervento della polizia, non ce l'ho con i tifosi". Insulti, minacce sui social e intimidazioni in epoca Covid 19

“Ho assistito a un intervento della polizia in centro: c’era fumo ovunque, gente assembrata e senza mascherina, persone spaventate dal disordine che si è creato lungo via Ferrari ed è durato parecchi minuti. Da giornalista ho solo esercitato il mio diritto di cronaca. Non ce l’ho coi tifosi e non ho fatto altro che raccontare – e riprendere col telefonino – quello che ho visto”.

enzo luongo

Sono le parole di Enzo Luongo, giornalista professionista e volto di Telemolise, finito, suo malgrado, al centro di una polemica piuttosto accesa coi tifosi del Campobasso dopo i festeggiamenti che si sono svolti attorno alle 22 del 26 agosto scorso nella strada dei pub e della movida cittadina.

Festeggiamenti ultrà in via Ferrari tra fumogeni e cori, la polizia identifica tre giovani

Luongo, per la cronaca di quei fatti, è stato prima minacciato mentre filmava la scena e poi intimidito e insultato. Almeno tre gli striscioni comparsi contro di lui in città: il primo nei pressi della sua abitazione in piazza della Vittoria che è stato prontamente rimosso dalla Questura (c’era scritto giornalista terrorista).

Il secondo vicino all’emittente televisiva in cui lavora. Questo, addirittura, con tanto di nome e insulto. Il terzo, ancora più lungo, polemizza con il tipo di informazione “calunniosa, offensiva e presuntuosa” del “buffone” Luongo. Anche quest’ultimo, a due passi dal supermercato Famila di via San Giovanni, è stato portato via dalla polizia.

“Non sapevo degli striscioni fino a questa mattina – riferisce il collega a Primonumero – ma è chiaro che se dovessero tentare di spaventarmi dovrò tutelarmi. Ho già subito delle minacce fisiche e verbali mentre riprendevo l’intervento della polizia. Ora anche questo”.

La campagna di odio di soggetti ignoti contro Luongo è iniziata dopo la messa in onda del servizio a Telemolise: 1 minuto e 30 secondi di racconto a campo largo e coi volti oscurati che testimonia non solo le volanti della questura accorse a identificare i protagonisti dei disordini, ma anche le persone impaurite, i cori urlati a squarciagola, il fumo che ha riempito la via, gli abbracci tra tifosi, l’assembramento e il mancato rispetto delle mascherine e della distanza. Insomma, una situazione paradossale in epoca Covid 19 che Luongo, in centro per una pizza, ha filmato rischiando anche le botte.

“Già perché mentre riprendevo l’intervento degli agenti un uomo, alterato e minaccioso, ha cercato di strapparmi via il cellulare dalle mani costringendomi a cancellare le riprese”.

Dopo il servizio, costruito anche con altre immagini e con quelle recuperate dalla memoria del telefonino, sui social, come spesso accade, si è aperto un dibattito surreale sulla professionalità di Luongo e dell’emittente televisiva. Chi negava, chi minimizzava, chi insultava, chi costruiva castelli in aria dicendo che Luongo aveva chiamato la polizia “mentre io li ho solo visti arrivare e fino a quando non c’erano le volanti mi sono tenuto a debita distanza dal caos”.

La Digos sta indagando sui disordini di via Ferrari dopo l’identificazione di alcuni di quei tifosi scatenati.

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