La battaglia prosegue

Sanità, è tempo di invertire rotta. “Ora i fondi ci sono, investiamo sulla medicina del territorio”

Torna a farsi sentire il gruppo del periodico La Fonte che, insieme alla Diocesi di Termoli-Larino e alle chiese battiste, sta conducendo una battaglia ostinata "non contro qualcuno, ma per il territorio". Cruciale la questione della riorganizzazione della sanità. Persa, forse, la crociata per il Vietri centro Covid, si pensa a nuovi obiettivi. Il primo: "Bisogna investire sui servizi socio-sanitari territoriali più che sugli ospedali"

“Il momento per farlo è adesso, non perdiamo questa opportunità”. Due mesi dopo l’assemblea che proponeva a gran voce il Vietri centro Covid, il gruppo creatosi attorno al periodico ‘La Fonte’ e alla Diocesi di Termoli-Larino torna a farsi sentire. L’incontro di oggi, 8 agosto, nell’ex seminario vescovile a Termoli, ha anche questo obiettivo. “Noi andiamo avanti, dopo la battaglia per l’ospedale Vietri siamo qui con nuove proposte”.

don antonio di lalla la fonte assemblea sanità

Ad introdurre i lavori è anche questa volta don Antonio Di Lalla, direttore del periodico. Con lui ci sono l’onorevole Famiano Crucianelli (anche stavolta moderatore dell’incontro), il vescovo Gianfranco De Luca e il sindaco di Larino Giuseppe Puchetti. Ma ci sono anche l’ex consigliere regionale Giovanni Di Pilla e la presidente della Consulta per le disabilità di Termoli Tina De Michele. Presente, tra il pubblico, la consigliera regionale del M5s Patrizia Manzo.

patrizia manzo assemblea sanità diocesi

L’obiettivo che insieme si sono dati e che stanno portando avanti è ambizioso e, in un certo senso, innovativo. Ad avallarlo è in primis il vescovo, che ne fa – anche – una questione di metodo. “Dobbiamo diventare capaci di azioni e proposte. Anche se queste vengono inizialmente respinte è importante il processo, lungo e controcorrente. Facciamo rinascere pian piano una sensibilità e consapevolezza, ne va del futuro della nostra terra”. Ed è proprio questo che, in nuce, si inizia a palesare. Un movimento dal basso che sta crescendo e che non ci sta ad abbassare la testa per via della – apparentemente persa – battaglia per l’ospedale frentano. “Andiamo avanti, consci che non è più tollerabile stare a guardare”. Nuove proposte, dunque, innervate però dalla stessa volontà di costruire una nuova idea di sanità. “Al centro dell’organizzazione sanitaria ci deve essere il territorio”. Il focus è la salute, non la sanità né tantomeno la malattia. È un cambio di paradigma culturale, non certo meramente terminologico.

I vari relatori lo ripetono con parole diverse, ma la sostanza non cambia. “Va compreso che l’ospedale deve essere il punto terminale, l’ultima chance”. D’altronde esso costituisce il 20% circa del fabbisogno sanitario dei cittadini. Tutto il resto è – e deve essere – medicina territoriale, i servizi. Quelli preventivi e riabilitativi, in primis. La visione ospedale-centrica rappresenta, spiega da subito Crucianelli, “una inefficienza ed è foriera di costi insostenibili”. L’emergenza pandemica ha mostrato chiaramente – spiegano gli intervenuti – come non sia questa la risposta più efficiente. Sanità territoriale, dunque, ancor più dirimente in un territorio che per ragioni orografiche e di viabilità è profondamente disperso e scollegato. “Chiediamo il raddoppio dell’investimento sulla sanità del territorio, il vero nostro scandalo è la mancanza di investimenti”. Risorse economiche e professionali, naturalmente. Qualche cifra per meglio comprendere. “L’Italia dedica alla spesa sanitaria il 6,5% del Pil. La Germania e la Francia il 9,5%. La spesa per la medicina territoriale in Italia è pari all’1,2%. In Germania è il 2,9%”.

La lezione della pandemia è stata anche questa: “è necessario investire nella sanità pubblica”. Il Molise però – viene sottolineato nell’incontro – non solo ha il problema del Commissariamento (unica Regione assieme alla Calabria) ma altresì il nodo della sanità privata. “In questa regione ci sono due operatori del privato (Neuromed e Cattolica) costosi e invasivi, che sono in diretta concorrenza con gli ospedali pubblici”. Ad evidenziarlo è l’ex consigliere Di Pilla che nel suo excursus ripercorre le tappe che hanno portato alla de-strutturazione degli ospedali pubblici nostrani, in cui ha giocato un ruolo importante anche l’abbandono sistematico delle migliori professionalità.

puchetti e di pilla

Oggi però, causa Covid, da parte del Governo centrale e dell’Europa è in atto un ripensamento del modello sanitario. Cartina di tornasole sono le risorse stanziate, Recovery Fund tanto per citare il più sostanzioso. Ed è questo il punto: “non possiamo perdere quest’opportunità, il Molise deve porsi su questa strada”. Chiaro però che “le risorse vanno programmate, e non sperperate come si è fatto in passato”. Necessario “un progetto regionale, sostenuto dai sindaci e dai cittadini, che potrebbe far convergere fondi di natura diversa su obiettivi complementari e dare al Molise un profilo sostenibile e attraente”. Un profilo, prima ancora, di diritto.

tina de michele

Sul punto l’avvocato De Michele, che ha ricordato la recente bocciatura in Consiglio regionale di una mozione che chiedeva alla Regione uno stanziamento (da sommarsi a quello nazionale del FNA) di 400mila euro per i soggetti e le famiglie che devono fare i conti con una disabilità grave. “Il Molise aveva programmato quello cifra, poi però ha deciso di non stanziarla”. Risultato? Il 60% delle famiglie richiedenti è rimasta senza aiuti. “Non c’è la volontà politica di interpretare le persone con disabilità come soggetti di diritti. Questa è una vera e propria discriminazione”.

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La discussione non poteva poi non andare su quanto successo per il Piano regionale Covid, e sul doppio-piano che di fatto ha ‘fatto le scarpe’ all’idea del  Vietri centro per le Malattie Infettive. Duro, durissimo, il primo cittadino di Larino. “L’Asrem non poteva e invece ha presentato un piano alternativo al nostro (sottoscritto dal Commissario ad Acta) sottoscritto peraltro dal sub commissario. Un atto gravissimo. Il Ministero poi è andato contro la volontà del Consiglio regionale (che aveva approvato all’unanimità il piano del Vietri, ndr) facendo a mio parere un attentato alla democrazia”.

Nelle scorse ore critico sul punto anche l’ex Governatore Iorio: Il sub commissario alla sanità ha firmato un piano di ristrutturazione ospedaliera per il Covid-19 abusando del suo ufficio. Il tutto con il beneplacito del presidente della Regione Molise e con un Ministero, quello della Salute, che diventa corresponsabile e tenta di mettere toppe, pensando che nessuno si accorga di quanto stia succedendo.

La questione del Centro Covid a Larino non terminerà qui ma continuerà perché il Molise sulla questione si è espresso a favore anche in altre sedi, istituzionali e non”.

 

Ma sono soprattutto i sindaci a non aver mandato giù di essere stati accantonati dalla politica, proprio loro che sono i più vicini ai bisogni dei cittadini. La promessa di Puchetti, che ha convogliato attorno a sé 118 primi cittadini, non solo del Basso Molise, è di non voler abbassare l’attenzione su un tema sì importante per il ben-essere di questa regione. Dello stesso avviso i fautori dell’incontro: “Non siamo scomparsi, siamo tenaci e lo vedrete nei prossimi mesi”.

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