Termoli

San Basso senza festa nell’anno della pandemia, ma almeno Termoli non spezza la sua tradizione più bella

Niente chiasso, niente birra a fiumi, niente tuffi. E le polemiche non mancano, specialmente da parte dei più giovani. Ma l'edizione 2020 della festa patronale di Termoli lascia il segno: intima, raccolta, torna a essere la festa della marineria e segna una svolta tra il prima e il dopo. Ecco i momenti clou e le interviste in un video-collage sulla mattinata del 3 agosto.

Manca il chiasso, la musica. Mancano le urla sui pescherecci, la calca colorata, i costumi da bagno, il sottofondo schioccante dei tuffi. Manca la festa, insomma, che ormai da decenni segna la giornata del 3 agosto a Termoli, quando migliaia si accalcano sulla banchina per la traversata in mare dietro alla barca sorteggiata per portare la statua del patrono. Mancano i ragazzi, soprattutto. E sono i ragazzi quelli ai quali manca di più la processione in mare. Sono loro i più polemici, con i social infarciti di accuse generalizzate: “Non ci fate andare in barca – la sintesi – ma il centro di Termoli è un delirio, un fiume di gente senza mascherina”. E ancora: “Non portate la statua di San Basso in mare ma fate venire le giostre”.

san basso cartello protesta

San Basso vuole fare più un giro sopra la barca che non sopra le giostre” si legge a caratteri cubitali – tradotto dal termolese – su un lenzuolo lasciato sventolare all’uscita della Cattedrale. Un escamotage “soft” per manifestare dissenso verso la processione a metà, con ingressi contingentati sui pescherecci della marineria termolese. Le salite a bordo avvengono col contagocce e sotto lo sguardo vigile della Capitaneria, nomi iscritti sui registri di bordo, nessuna deroga.  La banchina, alle 8 e 30 del mattino, ha un colpo d’occhio inedito: svuotata, puntellata quasi esclusivamente da uomini in divisa che controllano il perimetro dove il servizio d’ordine funziona in maniera sorprendentemente perfetta.

Non sembra San Basso, si sente mormorare. Ma che San Basso è? Domanda qualcuno. La risposta la fornisce il vescovo, poche parole semplici per dire con una metafora che “dalla potatura si ottengono ulteriori frutti che dipendono da noi. Dalla privazione si rinasce”. La festa senza festa “è un’occasione per ritrovare noi stessi e quindi il nostro Santo” dice ancora Gianfranco De Luca.

Perché è San Basso, e lo è a dispetto di tutte le previsioni che fino a pochi giorni fa avevano puntato sulla impossibilità di fare la processione in mare. E invece la processione si è fatta, e non era facile. Non era scontato. Ovvio che a trovare posto sulle barche, che rispetto alla consuetudine quest’anno non hanno seguito il santo ma lo hanno atteso al largo proprio per evitare assembramenti, sono stati i familiari di armatori e equipaggio, è stata la marineria in senso stretto. Ma nell’anno della pandemia, delle mascherine, della assenza di qualsiasi evento per evitare il rischio contagi, sarebbe stato strano il contrario.

Grazie al lavoro degli organizzatori, all’impegno dell’Amministrazione, della Capitaneria di Porto, della Diocesi e dell’associazione San Basso 7.0, la processione c’è stata e Termoli non ha spezzato la sua lunga tradizione. Anche senza statua ma con una effigie realizzata per l’occasione, il “Romeo e Rosalia Papponetti” molla gli ormeggi e fa il “giro largo” su un mare piatto come poche altre volte, pulito come poche altre volte, un tappeto blu che mescola la sua sfumatura all’azzurro del cielo. Dal porto al lungomare nord fino al Grattacielo, poi indietro verso la baia di RioVivo, senza perdere di vista lo spirito propiziatorio e nemmeno l’allegria, cori e applausi per San Bassele.

San Basso benedizione in mare 2020

Certo, non c’è il pienone: al contrario, sulla barca del santo sono complessivamente 16 compresi capitano, equipaggio, familiari, qualche operatore per le riprese e i video e naturalmente la rappresentanza laica e religiosa, cioè il sindaco Francesco Roberti e il vescovo Gianfranco De Luca. Un “profilo basso” e coerente con lo spirito più intimo della edizione 2020 è visibile fin dall’autista che, in mascherina, accompagna vescovo e sindaco alla barca: si tratta di Michele Marone, presidente del Consiglio comunale e assessore regionale. Scende, saluta un attimo, si rimette al volante e va a parcheggiare.

Lontanissimi i tempi dei fasti, della banda, del frastuono, dei buffet esagerati, delle migliaia di birre stappate, dei bikini sui motoscafi ad accerchiare la barca del patrono. E’ un San Basso sobrio (qualcuno direbbe minimal), che nella preghiera, prima della deposizione della corona di alloro per i caduti in mare, ricorda la sofferenza per il Covid e i nostri morti.

“Questa edizione è dedicata soprattutto alla marineria di Termoli e alle loro famiglie, ma la tradizione è stata onorata ugualmente” sintetizza il sindaco Francesco Roberti quando rimette piede sulla terraferma. Ha ragione, la tradizione è stata onorata. Una processione a metà è sempre meglio di niente. Termoli ce l’ha fatta, non ha spezzato nemmeno nell’anno della pandemia la sua più bella tradizione.

Il VIDEO della mattinata – le barche, la preghiera, le interviste

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