Scontro sui rimborsi

Rimborsi ai consiglieri anche nel lockdown, Greco: “Quale attività politica se eravamo chiusi in casa?”

Rimborsi esentasse e senza tante giustificazioni – sebbene si tratti pur sempre di denaro pubblico – anche durante il lockdown: succede in tutta Italia, come hanno raccontato le cronache nazionali. E succede anche in Molise dove il tentativo del Movimento 5 Stelle di tagliare una parte dei ricchi emolumenti percepiti dai consiglieri regionali almeno fino al termine dell’emergenza Coronavirus non è andato in porto.

“Per Toma e i suoi – scrive oggi il portavoce pentastellato Andrea Greco – si trattava di un provvedimento ‘propagandistico’ e ce l’hanno bocciato con incredibile sufficienza. È così che, anche in pieno lockdown, quando tantissimi italiani e molisani faticavano a provvedere al sostentamento delle proprie famiglie, i consiglieri molisani hanno continuato a percepire i 4.500 euro di ‘rimborso spese mandato’”.

Si tratta di quella golosissima fetta dei rimborsi esentasse, senza vincoli o rendicontazione intascati dagli inquilini di Palazzo D’Aimmo – i quali percepiscono tra i 12 e i 13mila e 500 euro al mese (lordi) – per coprire le spese legate all’attività politica. Negli anni senza dubbio la voce di rimborso più criticata dall’opinione pubblica e finita più spesso sotto la lente della magistratura.

“Qualcuno ci può spiegare quale ‘attività politica’ abbia dovuto sostenere con questo sostanzioso importo, quando eravamo tutti costretti in casa dalla pandemia? Non è per piaggeria, ma ieri in Consiglio ho ricordato a centrodestra e centrosinistra – scrive ancora Greco – che io e miei colleghi del M5S abbiamo utilizzato parte di quei soldi per sopperire alle gravi carenze della sanità molisana: abbiamo acquistato ventilatori polmonari per gli ospedali, comprato e distribuito mascherine, anche agli operatori sanitari che ne erano sprovvisti. Erano stati proprio i sanitari a segnalarci queste assurde carenze e non ci abbiamo pensato due volte. Così come non tentenneremo qualora servissero altri contributi. Perché riteniamo che quel denaro debba essere utilizzato a vantaggio dei legittimi proprietari: i cittadini molisani. Ciononostante, come è nella nostra natura da sempre, siamo riusciti a restituire quanto non speso per finalità sociali. Ciò è facilmente riscontrabile, dato che il nostro amore per la trasparenza ci porta ad aggiornare costantemente l’ammontare delle restituzioni, ovvero di ciò che gli altri gruppi politici intascano e noi rimettiamo al servizio della collettività”.

Credevano, forse speravano, che l’emergenza sanitaria ed economica in corso potesse spingere i colleghi consiglieri a rinunciare a un po’ di soldi. Evidentemente sbagliavano. E avrebbero dovuto saperlo visto che anche il taglio alle indennità proposto dai grillini qualche mese fa per la creazione di un fondo di solidarietà legato alla pandemia fu bocciato dal centrodestra di Donato Toma.

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