Una passione di vita

Parapendio mon amour: è di Colletorto il recordman del Sud Italia. “Volare è sempre stato il mio sogno”

Matteo Socci, saldatore 43enne, è tra i migliori piloti d’Italia e d’Europa e il 20 agosto ha centrato un primato invidiabile: “Sono riuscito a fare 187 chilometri e a centrare l’obiettivo” spiega vivamente emozionato. E poi racconta i suoi desideri fin da quando era bambino: “Mi costruivo delle ali attaccate a una bicicletta e usando un trampolino come ricorsa speravo di poter spiccare il volo…”. Nel 1998 iniziò a prendere confidenza con la ‘vela’, nel 2000 acquisì il brevetto e da una decina di anni si è specializzato nella pratica.

Chissà cosa direbbe quel bambino che “sognava di volare” al Matteo adulto che il sogno l’ha coronato ed è diventato pure bravo. Questa è la storia di Matteo Socci, tra i migliori piloti italiani di parapendio, che ama la sua terra e per lavoro l’ha dovuta spesso salutare. Ma è sempre tornato. Lui è di Colletorto, saldatore di 43 anni, la metà dei quali spesi a rincorrere un desiderio poi diventato realtà. “Da bambino mi costruivo delle ali da attaccare alla bicicletta e mi lanciavo su un trampolino nella speranza che la rincorsa bastasse a farmi volare. Ero un piccolo Leonardo da Vinci…”. Parole dolci che testimoniano la genuinità di una passione.

 

Compiuto il flashback, veniamo ad oggi: lo scorso 20 agosto Socci ha compiuto una vera e propria impresa riuscendo a volare – è proprio il caso di dirlo – per ben 187 chilometri sull’Appennino abruzzo-laziale-molisano e a centrare l’obiettivo del cosiddetto ‘triangolo fai’, una sorta di perfezione da raggiungere in volo: “Ho battuto il precedente record per quel che riguarda il Centro-Sud Italia – spiega –. Finalmente ho fatto l’impresa dopo tanti tentativi, atterraggi fuori sito, due anni di prove. E infine sono riuscito a fare 187 chilometri e a formare un quasi perfetto triangolo equilatero”.

Il tutto, nella zona tra Canistro, Serrone, Avezzano, direzione Gran Sasso. E ancora, Cucullo, parco naturale del lago di Scanno. Poi a confine tra Abruzzo, Lazio e Molise per tornare indietro e chiudere di nuovo a Canistro”. Il bello è che vogliono già battere il record e ci stanno già provando: “Speriamo che resista e che sia io a superarmi prossimamente”.

Matteo Socci (parapendio)

Ma com’è scoccata la scintilla decisiva? “Era il 1995 – ricorda Matteo – e lavoravo come installatore di luminarie per le feste e mi trovano a Castelmauro. Lì conobbi i fratelli Mancini, falegnami della zona, e uno di loro faceva già parapendio. Natalino, che poi in seguito è diventato mio compare avendomi cresimato, mi ha svelato la sua passione per il parapendio. Io non sapevo neanche cosa fosse, conoscevo solo il deltaplano all’epoca. La curiosità era tanta e decisi di stargli dietro, chiedendogli, quasi implorandolo, di farmi volare”. Passano altri tre anni, poi finalmente il primo volo per Matteo.

 

Nel 1998 arriva il momento giusto, su un biposto: “Lo feci su Montefalcone nel Sannio e nello stesso anno anche sul Lago di Garda. Un’emozione indescrivibile, finalmente coronavo il mio sogno di bambino, il cuore mi batteva all’impazzata”. Ma i primi tempi sono duri. “Far alzare la vela per la prima volta non è per niente facile, al debutto il mio amico Natalino mi fece fare un decollo da venti metri. Da lì non mi sono più fermato, anche se solo negli ultimi dieci anni ho acquisito una certa esperienza e capacità nel settore”.

Percorso di Matteo Socci

Nel 2000 Socci prende il brevetto a Penne, visto che in Molise non c’erano scuole abilitate. Oggi il centro di riferimento è a Campochiaro, a Montefalcone c’è il club ‘I Picchi’ al quale è iscritto lo stesso protagonista della nostra storia. “Il club diretto da Gianni Morini mi ha aiutato tantissimo, devo tutto a loro se sono arrivato a questi livelli – ammette –. Devo dire che da circa dieci anni ho intrapreso un’altra tipologia di volo, prima era un divertimento, si restava in zona, massimo dieci-quindici chilometri. Poi ho conosciuto Xccontest, un sito dove scarichiamo i voli e siamo praticamente sempre in gara, si vede chi è più il bravo e chi fa il percorso più lungo. Molti di noi grazie al sito hanno intrapreso il crosscountry, che ci permette di allungare le tracce, fare voli nuovi”. Fino al record del 20 agosto.

 

Matteo Socci è un gran lavoratore: da installatore di luminarie è passato a fare il manovale e ora è saldatore. “Sono sempre in giro per l’Italia, attualmente sto lavorando a Firenze. Diciamo che la mia crescita lavorativa è andata di pari passo con quella della mia passione per il volo”. E anche familiare, visto che ha una moglie e tre figli maschi.

 

È una caccia continua al record e – c’è da giurarci – punterà a diventare il più grande d’Italia, poi d’Europa e del mondo: in Toscana è stata coperta una distanza di circa 245 chilometri, in Austria il record europeo e mondiale è stato portato a 345 mentre il record da un punto all’altro è stato stabilito in Brasile, con 580 chilometri coperti.

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