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La politica regionale va in vacanza ma…

di Paolo De Socio, segretario generale della CGIL Molise

 

Le ferie, bene ricordarlo in premessa, sono un diritto irrinunciabile di tutti e in un anno come questo caratterizzato da eventi straordinari – eventi che, in taluni settori, hanno richiesto impegno straordinario –  sono ancora più necessarie qualora si concretizzi la possibilità di rilassarsi e godere di meritato riposo.

Anche la CGIL del Molise sarà chiusa dal 10 al 17 agosto e preme ringraziare pubblicamente tutti i collaboratori dei servizi che – insieme all’intero gruppo dirigente –  nei duri mesi del lockdown, in condizioni anche psicologiche non ottimali, sono stati disponibili senza risparmiarsi restando al fianco di cittadini, lavoratori e pensionati nei momenti più duri della crisi pandemica. Resta inteso che le sedi della CGIL saranno chiuse  ma resterà immutata la nostra azione per la messa a punto degli impegni futuri e resterà ferma la nostra disponibilità, anche a ferragosto, qualora la politica regionale dovesse finalmente decidersi ad aprire un tavolo di programmazione di provvedimenti non rinviabili per il nostro Molise.

La pausa dei lavori del Consiglio Regionale, prevista dal 6 agosto fino ai primi di settembre, lascia tanti punti sospesi che rischiano di far trovare la nostra Regione nel baratro di ritardi accumulati nel tempo. A prescindere dalla ormai conclamata difficoltà di questo governo Regionale a strutturare una fase reale di concertazione con sindacati e parti sociali e ricordando scene poco edificanti che hanno caratterizzato azzeramenti di giunta, nomine e attribuzione di deleghe assessorili, ci sono cose che non possono attendere. Il più o meno meritato riposo degli attori della Politica nostrana sarà sicuramente turbato dal pensiero delle centinaia di lavoratori, cassaintegrati, disoccupati e intere famiglie che le vacanze non possono nemmeno sognarle e che sempre più difficilmente riescono a mettere insieme il pranzo con la cena.

La CGIL ha fatto rilevare nei mesi scorsi e anche negli ultimi giorni la crisi drammatica dei diversi settori che determina marginalità, precarizzazione dei rapporti e spopolamento del territorio. La pandemia ha messo ancora più a nudo problemi regionali atavici nel campo dell’ edilizia, dell’industria, del commercio e dell’artigianato. Una crisi che richiederebbe una strategia possibilmente condivisa riferita a un’idea di sviluppo complessivo e di programmazione dei diversi interventi anche in vista di corpose risorse economiche che dovrebbero arrivare nelle casse regionali derivanti dalle politiche europee e nazionali e dal paradossale “vantaggio” di essere ripiombati in obiettivo 1.

In questo scenario constatiamo che sono avvolte sempre più da un’incredibile nebulosa le decisioni che riguardano non solo la programmazione complessiva ma anche questioni specifiche come le  Zone Economiche Speciali e l’area di crisi complessa. Ci sono ritardi interpretativi che riguardano la trasformazione della Cassa Integrazione per i lavoratori della GAM e andrebbe spiegato da parte della politica e dirigenza regionale cosa significa la dicitura “solo le regioni Lazio, Toscana, Sicilia, Abruzzo e Sardegna hanno risorse residue insufficienti a coprire il fabbisogno stimato per il 2020 sulla base delle somme utilizzate nel 2019”. Una dicitura contenuta in un decreto ministeriale del 5 marzo che ha assegnato risorse pari a 45 milioni di euro per l’anno 2020 solo alle regioni sopra citate escludendo di fatto il Molise.

A nostro avviso la lettura è semplice: nel caso dell’area di crisi complessa (e temiamo anche in altre circostanze) non c’è stata in loco capacità di spendere e sono state oggetto di nuove assegnazioni finanziarie le sole regioni con residui non sufficienti a coprire i fabbisogni previsti per l’anno 2020, calcolati sulla base delle somme utilizzate nell’anno precedente. Cioè ci erano stati attribuiti dei soldi, ne potevamo avere altri, ma siccome non abbiamo speso nel 2019 quanto ci era stato assegnato precedentemente non ci hanno dato nulla. Se ci sono altre interpretazioni siamo pronti ad ascoltarle ma se ci sono responsabilità e ritardi non possono essere sempre e solo cittadini e  lavoratori a pagare.

Nelle ultime settimane, in accordo con le Segreterie Confederali, nonostante i problemi legati al distanziamento, sono state frequenti le mobilitazioni unitarie delle federazioni dei Trasporti, del Commercio, della Conoscenza e sono state condivisibili le legittime e sacrosante rivendicazioni dei lavoratori Metalmeccanici che oltre all’incognita di essere coinvolti in non auspicabili crisi aziendali pagano lo scotto di doversi recare spesso al lavoro facendo i conti con un sistema trasporti da terzo mondo. Circostanza con cui, tra qualche settimana, dovranno misurarsi anche una moltitudine di studenti e pendolari.

Altrettanto condivise sono le preoccupazioni dei lavoratori della Sanità e dei pensionati per lo stato in cui versa il sistema di assistenza Regionale. Le centinaia e centinaia di lavoratori coinvolti da Cassa integrazione vivono con timore il presente e vedono sempre più incerto il loro futuro. La vertenza Molise prende sempre più drammaticamente forma e sia in questi giorni che al rientro di settembre, cari consiglieri e consigliere, ci troverete qua, sicuramente più determinati e arrabbiati e non più disponibili ad ascoltare false promesse e ad assistere a teatrini e ritardi.

Un famoso detto dice che “le persone che sono in ritardo vivono più felici di quelli che devono aspettare” ma attenzione: quelli che da troppo tempo stanno aspettando se dovranno scegliere tra la disperazione e la lotta questa volta saranno giustamente orientati verso la lotta e l’autunno potrebbe prevedersi infuocato come questa calda estate.

 

Intanto BUONE VACANZE ! ! !

 

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