Siccità e infrastrutture antiquate

Inverno secco e reti colabrodo, così i paesi restano senz’acqua. E la crisi diventa cronica

Disagi per ore a Palata e Montenero che hanno interrotto l'erogazione idrica per il poco flusso in arrivo dall'acquedotto Molisano sinistro ma col grande caldo e le sorgenti a secco si preannunciano giorni difficili. Riserva di acqua quasi a secco anche a Petacciato

L’acqua non basta. Troppa poca pioggia durante l’inverno, troppe perdite nelle condutture comunali, e persino troppa gente per l’antiquata rete idrica molisana. Sembra incredibile ma anche in questa estate 2020 ci sono paesi in sofferenza per mancanza d’acqua. Se quelli del Basso Molise vivono un’estate serena grazie all’approvvigionamento del Molisano Centrale da poco in funzione, sono in crisi i paesi dell’entroterra serviti dal Molisano sinistro.

Serbatoio vuoto e rubinetti a secco ad agosto: Palata resta senz’acqua e chiede l’autobotte

A Palata ieri 11 agosto chiusura totale dei rubinetti fin dal mattino. E attesa invano l’autobotte richiesta. Non è arrivata “perchè è in manutenzione”. A Montenero di Bisaccia il razionamento idrico con chiusure notturne è abitudine quotidiana e ieri pomeriggio un messaggio Whatsapp ha dato la pessima notizia ai residenti. “Si avvisa che a causa della perdurante riduzione nella fornitura di acqua potabile da parte di Molise Acque e del repentino svuotamento del serbatoio comunale, dovuto anche all’elevata richiesta dell’utenza, sarà sospeso il flusso idrico dalle ore 14,30 circa di oggi – martedì 11 agosto – fino a nuova comunicazione”.

Va detto che a Montenero dovrebbe arrivare anche l’acqua del Molisano Centrale, ma attualmente i lavori non sono ancora ultimati nonostante siano partiti anni fa. Così non arriva acqua a sufficienza e il Comune adriatico è costretto a interrompere il flusso di notte.

Serbatoio acqua palata

Il problema coinvolge anche Petacciato. Nelle scorse ore il sindaco Di Pardo ha diffuso questa comunicazione: “Sono giorni che il flusso idrico in entrata al serbatoio è sensibilmente minore di quello in uscita. Ciò ha comportato un forte calo del livello di riserva: al momento meno di mezzo metro. Risulta opportuno, considerato le alte temperature previste e l’alta concentrazione di turisti sul litorale, effettuare la chiusura notturna al fine di ricostituire una riserva che ci permetterà  di evitare problemi nei prossimi giorni. Pertanto si provvederà all’interruzione del flusso idrico dalle ore 24 sino alle ore 6 di domattina”.

E potrebbe andare peggio nei prossimi giorni, dato che le previsioni meteo annunciano afa e temperature alte. Il che va a peggiorare la crisi idrica. I problemi che si sommano sono fondamentalmente due. Le sorgenti superficiali, per capirci l’acqua piovana e la neve che dovrebbe rimpinguare gli acquedotti, sono sempre meno copiose. Piove poco e l’inverno scorso è stato particolarmente secco, con oltre un mese fra gennaio e febbraio senza un goccio d’acqua. I risultati a medio-lungo termine iniziano a vedersi e la diga del Liscione semivuota è un’immagine che dice più di tante parole.

Poi c’è la solita rete colabrodo nei comuni, alcuni dei quali scontano perdite pari a circa il 50% di quanto arriva in entrata da Molise Acque. E così quando la popolazione aumenta rispetto al solito, quando in agosto anche i borghi spopolati si ripopolano, ecco che l’acqua non basta per tutti.

Nelle scorse ore Molise Acque ha operato una regolazione dei flussi dovuta alla riduzione naturale dell’acqua disponibile. La diminuzione di flusso idrico è stimata nel 10-20% circa in proporzione per ogni paese. Non solo Palata e Montenero quindi, ma anche Acquaviva, Montemitro, San Felice, Tavenna, Mafalda, Castelmauro, Montecilfone, San Giacomo. I disagi potrebbero allargarsi a macchia d’olio, dando vita all’ennesima crisi idrica molisana.

Col cambiamento climatico ci si chiede se questi problemi endemici possano arrivare a diventare emergenze croniche. In tutto questo la Regione Molise non sembra preoccuparsi di risolvere la questione una volta per tutte e pensa invece di fare accordi con la Puglia per cedere la propria acqua.

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