Gli effetti della pandemia

“Ho paura del Covid, mi assicuro”. Contro il virus centinaia di polizze, l’esperto: “I nonni hanno messo al sicuro la famiglia”

Mario Scutti, assicuratore termolese di 27 anni da 8 anni al lavoro nella sua agenzia di assicurazioni, racconta le scelte fatte da famiglie, imprenditori e lavoratori contro il contagio da covid

La paura fa 90, ma in questo caso scherzare non è consentito. Perché ciò che abbiamo vissuto nei mesi scorsi è stato qualcosa di inaspettato. La paura appunto ha fatto capolino nella testa di tanti, per questo molti di coloro che hanno attività e lavori in proprio hanno scelto di assicurarsi. A loro si sono aggiunti anche i privati che non hanno esitato a stipulare una polizza. A confermarlo sono gli esperti del settore, come Mario Scutti, da 8 anni impegnato nella sua agenzia nel centro di Termoli.

“E’ vero – rivela il 27enne agente – il numero di polizze è aumentato. Noi abbiamo lavorato in quel periodo perché eravamo nella categoria che poteva continuare ad operare e tanti hanno stipulato una polizza, soprattutto a partire dalla seconda settimana di quarantena quando gli agenti hanno lavorato e studiato per creare assicurazioni da contagio covid”.

Mario scutti

Prima di tutto imprenditori, proprietari di negozi e poi anche famiglie. “Il dato che più sorprende – aggiunge Mario – è che sono stati i nonni quelli che hanno voluto assicurare la famiglia, metterla al sicuro da qualsiasi problema. Alla mia agenzia si sono rivolti i capofamiglia 50enni, dipendenti, operai, impiegati, pensionati soprattutto che sono arrivati qui rivelandomi apertamente di avere paura, di essere spaventati. Arrivavano da Termoli, Guglionesi, San Martino, la zona del Basso Molise e anche qualcuno dal Basso Abruzzo. Non bisogna tralasciare poi un altro aspetto importante, molti di questi hanno anche una buona disponibilità economica”.

Chi invece ha una attività ha immediatamente messo al sicuro dipendenti, lavoratori, l’attività stessa. “Sono due i settori di intervento – spiega l’esperto del settore – il primo riguarda la responsabilità civile da contagio, il secondo invece la malattia pura assicurabile. Quest’ultima è stata quella più richiesta dalle famiglie per la paura del contagio, mentre c’è stato un boom delle aziende per entrambi i settori, soprattutto perché la normativa statale non era molto chiara all’inizio”. La scelta delle aziende, stando ancora alle dichiarazioni dell’esperto, è stata dettata dalla volontà di tutelarsi dal punto di vista patrimoniale e di dare più coperture ai dipendenti in caso di contagio. “Infatti il numero più alto di polizze è arrivato dalla filiera alimentare e da quella dei trasporti: coloro che hanno supermercati e negozi di alimentari hanno stipulato una polizza assicurativa visto che hanno lavorato costantemente e con grandi rischi nei mesi di quarantena”.

Ma per essere più precisi, è bene spiegare di cosa si tratta nello specifico: “Per il primo settore: se un dipendente viene a lavorare, ma il datore di lavoro non mette a disposizione mascherine, gel e termometro, il dipendente può denunciarlo in caso di contagio perché il datore è responsabile. In quel caso la compagnia mi tutela pagando il risarcimento danni e il patrimonio resta indenne. Nel secondo settore invece si ha una copertura assicurativa facoltativa, ci si assicura per una diaria da ricovero con una indennità giornaliera e per una indennità forfettaria in caso di contagio grave, ovvero con il ricovero in terapia intensiva”. All’interno della polizza l’assistenza comprende baby sitter, dog sitter, assistenza psicologica, trasporto in ambulanza.

Passando ai numeri, la polizza assicurativa può prevedere un massimo di cento euro di spesa con cui si assicura l’intero nucleo familiare. “La copertura è dal giorno successivo alla stipula e in caso di contagio l’assicurato ottiene cento euro al giorno per ogni giorno di ricovero, se poi si è ricoverati in terapia intensiva si ottengono 3mila euro”.

“Per ottobre e novembre ci potrebbero essere degli incrementi da gestire, le polizze continueranno ad essere stipulate ma tutto dipenderà anche da cosa succederà”, conclude Mario Scutti.

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