Il caso

Bonus Covid, Gravina ammette l’errore: “Una leggerezza, mi scuso. Accetterò le decisioni del M5S”

Il sindaco di Campobasso fa pubblica ammenda sulla questione del bonus richiesto durante l’emergenza e poi devoluto in beneficenza. “Ma non mi nascondo dietro un dito come fanno altri”. Dietro la polemica ci sarebbe una resa dei conti nel Movimento

Ha atteso un paio di giorni, durante i quali si sono diffuse le voci più disparate, molte delle quali del tutto infondate sulle sue decisioni. Alla fine ha preferito affidare a un comunicato stampa il suo pensiero sulla questione bonus Covid dato in beneficenza. Roberto Gravina ammette di avere sbagliato e si scusa, esattamente come aveva chiesto ieri Andrea Greco, capogruppo del Movimento Cinque Stelle in Consiglio regionale, in una sorta di mini resa dei conti interna a un partito che di sicuro non è compatto come vorrebbe far credere all’esterno.

Finire al centro di una polemica in parte alimentata dallo stesso gruppo politico al quale si appartiene rende tutto più facile per gli avversari e tutto più difficile per i colleghi e per il sottoscritto”. Queste parole, incipit del comunicato stampa del sindaco del capoluogo molisano, ne sono la conferma.

Non si può ignorare che oggi alle 12 su piattaforma Rousseau si chiudono le votazioni sulle nuove regole del Movimento 5 stelle. Grossi cambiamenti all’orizzonte e in particolare i grillini sembrano orientati ad aprirsi ad altri partiti, in termini di accordi elettorali e alleanze, in vista delle prossime regionali.

Potrebbe decadere inoltre l’impossibilità di ricandidarsi per altre cariche istituzionali, mentre si sta svolgendo un mandato. Una novità importante che darebbe a Gravina la possibilità di rinunciare alla poltrona più alta di palazzo San Giorgio per una candidatura alla Regione. Ipotesi niente affatto remota e che, secondo correnti interne allo stesso movimento, potrebbe essere alla base della durissima presa di posizione di Andrea Greco, unica voce dentro il partito ad essersi levata contro Gravina e la sua scelta di percepire il bonus.

Greco, attuale capogruppo pentastellato in Consiglio regionale, è stato a un passo dalla vittoria contro Donato Toma alle ultime elezioni regionali nel 2018 e potrebbe avere intenzione di riprovarci in caso di ritorno alle urne. Gravina, in quel caso, potrebbe essere suo avversario internamente al Movimento.

Ieri, scoppiato il caso del bonus chiesto e ottenuto da Gravina dalla Cassa forense e suddiviso per tre famiglie bisognose, come rivelato da primonumero.it, l’attacco più diretto al primo cittadino non era arrivato dalla Lega o dal Partito Democratico, intervenuti con la timidezza di un pulcino dove altri si sarebbero fiondati come iene. Era arrivato invece da Andrea Greco, consigliere regionale espressione dell’ala più oltranzista del M5S. Di sicuro non l’ala di riferimento di Gravina.

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Fatto sta che oggi Gravina si cosparge il capo di cenere. “Ne sono consapevole – prosegue il suo intervento -, così come consapevolmente devo ammettere di essere stato affrettato forse perché concentrato su questioni più urgenti. La richiesta del contributo pietra dello scandalo l’ho fatta nonostante fossi molto combattuto e alla fine mi sono determinato nel richiederlo commettendo un errore di opportunità”.

Poi Gravina cerca di alleggerire la sua posizione, da buon avvocato. “Sia chiaro: la richiesta non ha sottratto nulla a nessuno, poiché il contributo è stato concesso dalla Cassa di appartenenza del mio ordine professionale ed erogato a tutti – e sottolineo tutti – gli aventi diritto ovvero coloro che si trovassero nelle condizioni reddituali per poterlo richiedere. In quel momento, mi sembrava di mettere a disposizione di chi aveva più difficoltà, un mio diritto”.

Il sindaco affronta poi la questione beneficenza. “E veniamo al punto: che siano stati destinati in beneficenza non avrei mai voluto dichiararlo, perché concordo con quanti dicono che gli atti di liberalità si fanno nel silenzio ma ad una precisa domanda non posso non dire la verità, anche quella più riservata. Il mio errore è frutto di un gesto compiuto senza considerare come oggi, con il ruolo che rivesto con grande onore e orgoglio, ogni scelta anche personale richieda un’attenzione ineccepibile, nel rispetto, innanzitutto, di chi rappresento”.

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Il finale del suo intervento è invece riferito alle possibili decisioni che il partito prenderà verso di lui. “Attendo quindi ogni decisione che il Movimento vorrà assumere, consapevole comunque di aver agito in buona fede e avendoci messo subito la faccia, perché non ho mai voluto nascondermi dietro un dito, come molti oggi fanno, dimenticando tanto, troppo della loro storia personale e politica.

Ho commesso una leggerezza della quale mi scuso e a chi ha sempre creduto in me dico semplicemente che non mi risparmierò fino al termine del mio mandato, perché tutto voglio fuorché deluderli e se alcuni di loro lo sono dopo questa vicenda, spero di riconquistare presto la loro fiducia. E non perché ne faccia una questione di candidatura ma di semplice dignità personale”.

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