La cattedrale nel deserto

9 anni dopo e 2 milioni buttati al vento. Impianti sportivi mai aperti: revocata la concessione al Centro Ippico Termolese

Avviata la revoca della concessione per la gestione degli impianti sportivi di contra Ponticelli, i cui lavori sono stati conclusi nel 2011 con i fondi per la ripresa produttiva del Molise dopo il terremoto. La Onlus che ha avuto in gestione il centro per 25 anni deve farsi da parte e sarà chiamata a rispondere del danno: le strutture sono abbandonate, vandalizzate, presentano danni ingenti. L'ultimo furto durante il lockdown: tutte le finestre sono sparite. Il sindaco di San Giacomo: "La procedura di revoca è stata notificata, ci siamo rivolti a un legale perchè non è stato possibile risolvere bonariamente la questione. Quell'opera appartiene alla collettività".

Non è stata giocata una sola partita a calcio, o a tennis, su quei campi sportivi presentati come una “eccezionale risorsa” per la ripresa produttiva del Molise ferito dal terremoto. Il terremoto è quello del 2002, e l’impianto sportivo in questione quello di contrada Ponticelli, al confine tra San Giacomo degli Schiavoni e Termoli. I soldi che il pubblico ha sborsato per realizzare l’opera, la grande incompiuta che la cronaca ha archiviato come una Cattedrale nel deserto, sono invece quelli dei contribuenti molisani.

Complessivamente l’opera, realizzata sotto la vecchia fornace e in una ex cava a rischio frana di difficile accesso (la strada è tuttora brecciata e scomoda) nella quale è stato necessario procedere a interventi di consolidamento del terreno, è costata due milioni di euro. L’80 percento a carico della Regione nell’ambito dell’ambizioso progetto di ripresa, il resto a carico del Comune di San Giacomo degli Schiavoni che sotto il sindaco Antonio Galasso ha contratto un mutuo, mentre la successiva Amministrazione guidata da Rino Bucci ha in seguito dato in gestione gli impianti al Centro Ippico Termolese.

Che sia stata una scelta oltremodo infelice lo dimostrano i risultati: da 8 anni a questa parte la Onlus, priva di solidità finanziaria, non ha investito un centesimo per migliorare la funzionalità del Tempio dello Sport e soprattutto non ha mai aperto gli impianti al pubblico. “Quell’opera è della collettività, della popolazione, che non ne ha mai potuto usufruire” chiarisce il sindaco attuale di San Giacomo degli Schiavoni, che 4 anni fa, quando è stato eletto, aveva garantito la soluzione di un problema che si trascina dal 2011, epoca in cui l’imponente opera è stata conclusa. Ora, dopo anni di tentativi infruttuosi di ottenere il servizio per il quale il Centro Ippico aveva avuto in concessione per 25 anni la ex cava, scatta la revoca.

Campetti, club house, spogliatoi, bar, servizi igienici tornano nella disponibilità del Comune di San Giacomo degli Schiavoni, che appena le procedure lo consentiranno “rimetterà a bando la gestione degli impianti sportivi trovando società in gamba che abbiano la solidità economica per poter rimettere a posto un patrimonio che vale milioni ma che ora ha bisogno di una manutenzione radicale” spiega ancora Della Porta.

Già. Perché a vedere com’è ridotta la Cattedrale viene da mettersi le mani nei capelli. 9 anni di incuria, abbandono, utilizzo improprio (il Centro Ippico ha organizzato feste private serali e notturne un paio di stagioni), intemperie e furti sistematici mostrano i loro effetti con uno scenario desolante.

Impianti devastati, strutture spaccate, vetri infranti. Infiltrazioni, perdite di acqua, cumuli di spazzatura. Bagni e spogliatoi in rovina, mentre sui campi che un tempo erano all’avanguardia le recinzioni cedono, i lampioni si piegano, i cavi emergono dalla terra. L’ultimo raid vandalico è stato messo a segno in pieno lockdown e riguarda l’asporto di tutte le finestre e gli infissi. Se ne sono accorti i tecnici di San Giacomo arrivati per un sopralluogo lo scorso mese di giugno. Era stata invitata anche la controparte, ma nessuno si è presentato del Centro ippico. Il Comune ha fatto denuncia penale perché la mancanza delle finestre è visibile anche da lontano. Un furto in piena regola, e ancora una volta a danno del pubblico.

Chi mai potrebbe praticare sport in queste condizioni? Sarà indispensabile una parziale ricostruzione, lavori per decine di migliaia di euro (in una prospettiva ottimistica), prima di poter restituire alla popolazione il centro sportivo di Ponticelli.

“E’ vero, si sono persi 8 anni – riconosce il sindaco di San Giacomo – con l’aggravante che in questi 8 anni i vandali l’hanno distrutta, come abbiamo denunciato più volte visto che la struttura è comunale e noi siamo soggetti al controllo di enti terzi. Ma io ho cercato da subito il modo per cambiare segno a questa vicenda, che è stata una delle eredità più pesanti della passata Amministrazione, e ora finalmente l’abbiamo trovato”.

Il Comune di San Giacomo ha avviato la procedura di revoca della concessione al Centro Ippico Termolese nei giorni scorsi.  “E’ stato un grave errore – afferma Della Porta – concedere il centro a quella Onlus che non aveva i requisiti di solidità economica e tecnica per poter gestire un impianto del genere. Non solo non è stato rispettato l’impegno ad apportare migliorie e aprire gli impianti, ma non è stata nemmeno esercitata la custodia sul bene, che è pubblico”.

Il Centro Ippico non ha voluto collaborare a una soluzione bonaria della controversia innescata “nonostante la mia apertura a voler definire questa cosa” dice ancora il primo cittadino di San Giacomo degli Schiavoni, ricordando che il grande spreco, oggetto di inchieste giornalistiche documentate di Primonumero.it, è passato al vaglio della Corte dei Conti e che il vecchio Responsabile Unico del Procedimento, un geometra, è stato perfino condannato a pagare di tasca 10mila euro per perché non ha vigilato sulla gestione fallimentare del Centro Ippico.

“Ho la coscienza pulita – conclude Della Porta – e so che agiamo nel giusto. La concessione sarà revocata e daremo mandato a un legale per valutare ogni azione anche per il recupero del danno. La procedura è stata notificata, mi auguro che si velocizzi l’iter il più possibile. Parliamo di un bene pubblico, di qualcosa che bisognerebbe trattare meglio di casa nostra”.

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