Festival del sarà

Una nuova cultura del cibo sostenibile per ripartire: lo chef stellato Niko Romito al Macte di Termoli

Tra gli ospiti del Festival del Sarà 2020, che si terrà domenica 26 luglio alle 19 (in live streaming per il pubblico) nella splendida ed emblematica cornice del Macte, ci sarà anche il pluristellato chef abruzzese. La pandemia impone infatti anche un ripensamento del rapporto col cibo, nell'ottica della sostenibilità

3 anni fa, il 26 luglio 2017, lo chef stellato Niko Romito era in piazza Duomo a Termoli nella serata conclusiva della prima edizione in assoluto del Festival del Sarà. Esattamente 3 anni dopo, il 26 luglio 2020, il cuoco abruzzese di fama internazionale tornerà a parlare di cibo e sostenibilità in quella che è la quinta edizione del fortunato festival ‘delle menti illuminate’.

Nell’anno della pandemia il festival ideato e condotto da Antonello Barone si è posto un obiettivo ambizioso, per il quale ha chiamato a sé un parterre di ospiti – come sempre – grandioso. Tra questi lo chef Romito che, poche settimane fa, ha riaperto il suo ‘Reale’ per festeggiare i suoi 20 anni di attività. Lo ha fatto in grande stile, con un menu che è una sorta di viaggio gastronomico che ripercorre, appunto, 4 lustri di ricerca e sperimentazione applicata al cibo.

Minimalismo, equilibrio, materie prime di qualità altissima, ricerca e gusto: un linguaggio gastronomico unico che diventa al tempo stesso la chiave per parlare di sostenibilità. Niko Romito, arriva dal vicino Abruzzo e alla sua regione è profondamente legato: lì gestisce il ‘Casadonna’, ristorante di Castel di Sangro divenuto meta di cultori del sapore di tutta Europa, nel cuore di una riserva naturale fra le montagne d’Abruzzo, lì dove nel ‘500 sorgeva un monastero.

Romito, afficionado del Festival, ha cominciato a Rivisondoli, nell’ex pasticceria di famiglia, divenuta trattoria, e nel 2011 ha trasferito il Reale a “Casadonna”. Attraverso una ricerca incessante e con uno spiccato approccio imprenditoriale, Romito ha scelto di percorrere la strada dell’essenzialità, dell’equilibrio e del gusto. In poco tempo ha saputo creare un linguaggio gastronomico incisivo e personale, e un sistema complesso in cui coesistono alta cucina e formazione superiore.

Nella cucina di Romito, dove si si studiano e si preparano pietanze uniche, impera un minimalismo raffinato che fonde creatività e purezza in un equilibrio senza sbavature. Nella sua sala, su tavoli bianchi illuminati da singole lampade e apparecchiati con una eleganza semplice, si assapora il successo della sfida tra tradizione e innovazione

I suoi piatti non sono semplicemente ‘piatti’: in ognuno di essi vi si scorge un significato più ampio, si intuisce una semantica studiata eppure semplice, essenziale.

Ma cosa c’entra un ex monastero con il futuro post-pandemia? A spiegarlo è lo stesso Romito sulle pagine di Riparte l’Italia (think thank magazine presieduto dal professore Luigi Balestra, anche lui ospite domenica del Festival). “Sono convinto che l’Europa dopo l’esperienza della pandemia che ci ha colpiti abbia bisogno di monasteri contemporanei: luoghi dove la convivenza di giovani vogliosi di futuro e uomini e donne desiderosi di trasmettere conoscenze e pronti a mettere sotto indagine i dogmi e le convinzioni precostituite vivifichi un nuovo paradigma culturale al cui centro ci sia una nuova cultura del cibo e della sua trasformazione”. E ‘’Casadonna” e il progetto – i tanti progetti – di Romito è innervato giustappunto da questo desiderio. “Può sembrare un paradosso, ma la nostra società capitalistica e consumistica troppo spesso dà per scontato il cibo e la sua facilità di reperimento”. Ma il cibo è un processo complesso, e non può essere dato per scontato. Oggi lo sappiamo.

festival del sarà 2020

 “All’improvviso il futuro è divenuto una vera terra incognita. Mentre la nostra società capitalistica correva veloce divorando giorni nella certezza che il domani sarebbe comunque arrivato senza chiederci conto delle nostre scelte quotidiane, una pandemia ci ha posto nuovamente e in modo concreto di fronte all’incertezza più terrorizzante del futuro. Incertezza sulla nostra vita, sulla nostra quotidianità, sulle nostre abitudini consolidate, sul nostro sistema economico globalizzato.

Si è lacerata la nostra identità di uomini e donne. Occorre probabilmente recuperare un antico gesto per rimettere insieme i pezzi di un mondo di certezze andato in frantumi. Il rammendo come strategia per riunire, riconnettere, ricostruire il senso di comunità di cui il Paese ha necessità per affrontare le sfide che ci si parano dinnanzi”, questo il manifesto del Festival del Sarà 2020.

Un #rammendo per ricucire lo strappo. Festival del Sarà con 8 ospiti di spessore e una pecorella blackandwhite

E il rammendo non può prescindere – anche – da una nuova cultura del cibo, della sua trasformazione basata sui valori della salubrità, della sostenibilità, della circolarità, della solidarietà e dell’accesso democratico. Si parlerà anche di questo domenica sera al Macte con, tra gli altri, Niko Romito.

Appuntamento alle 19 in live streaming sui canali social del Festival, su Wall Street Italia e su Primonumero.it

 

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