Campobasso

Contagi da cluster venezuelano, tutti negativi 100 tamponi su bimbi del campus e genitori. I casi restano 10, legati alla chiesa

In attesa della seconda tranche dello screening a tappeto fatto dalla Asrem sui contatti a rischio con la famiglia originaria del Venezuela arrivata in Molise 15 giorni fa, risultati incoraggianti dai tamponi: i primi 100 sono negativi.

Buone notizie sul fronte contagi a Campobasso, che nelle ultime ore ha sperimentato nuovamente la paura per il diffondersi a macchia d’olio di un nuovo focolaio, stavolta “di importazione”: sono tutti negativi i primi cento tamponi fatti ieri pomeriggio, mercoledì, fra i bambini e i rispettivi genitori e familiari del campus estivo che per alcuni giorni ha ospitato gratuitamente, come segno di accoglienza, i bambini di origine venezuelana.

Una notizia che lascia ben sperare, aprendo a un primo sollievo generale, anche se le autorità sanitarie, che hanno agito con la massima tempestività dando una prova di efficienza concerta nell’isolamento dei positivi e nella rapidità dello screening sui “soggetti a rischio”, non si sbilanciano. La Asrem presieduta dal direttore generale Oreste Florenzano attende infatti l’esito complessivo dei test affidati al laboratorio di biologia molecolare del Cardarelli.

Oreste Florenzano asrem

Intanto però le prime comunicazioni di risposta negativa sono incoraggianti: nessuno avrebbe contratto il virus fra i primi cento cittadini sottoposti al test nasofaringeo. Tra loro ci sono i bambini che stanno frequentando il campus La Baita di Ferrazzano, i cui genitori si sono preoccupati notevolmente ma che dovrebbero ora sentirsi rassicurati. I gestori del campus hanno fermato le attività decidendo di sanificare la struttura, sebbene la stragrande maggioranza delle attività si svolgano all’aria aperta, a ulteriore misura di prevenzione. 

Il monitoraggio della Asrem è stato avviato subito dopo la scoperta – casuale – della positività al coronavirus di tre persone di nazionalità venezuelana rientrate in Molise dalla Serbia attraverso un canale di volontariato. Si tratta di padre, madre e uno dei loro figli, che si trovano a Campobasso dallo scorso 7 luglio.

I tamponi son stati fatti su tutti i bambini che nelle ultime settimane avevano frequentato il campus estivo La Baita di Ferrazzano dove, saltuariamente, hanno partecipato alle attività anche i bambini positivi al coronavirus e originari del Venezuela ospiti del convento della chiesa di Sant’Antonio di Padova. Oltre ai minori, l’Asrem ha convocato i familiari conviventi degli iscritti al campus e gli istruttori.

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Questa mattina le prime telefonate dall’ospedale alle persone che si sono sottoposte al tampone hanno riportato la serenità fra le famiglie, comprensibilmente preoccupate.

Si attendono ora i risultati sugli altri tamponi. Sono stati processati 162 campioni orofaringei finora, mentre altri 100 sono già stati inviati al laboratorio e sono in attesa. La Asrem ha chiuso il secondo cerchio concentrico per la ricostruzione della catena epidemiologica.

Si continua anche la verifica per capire come abbiano fatto i venezuelani ad arrivare in Molise senza documenti. Il sacerdote di Sant’Antonio di Padova ha aiutato l’ Asrem a ricostruire i contatti e ha detto a Primonumero.it che la famiglia venezuelana si è segnalata in Questura dopo essere arrivata in città il 7 luglio. L’indagine mira ad accertare se ci sia stata una falla nel percorso, e chi ne sia responsabile.

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Per il momento ai dieci positivi individuati finora (nessuno con sintomi e nessuno ricoverato) di cui tre campobassani e 7 venezuelani, tutti legati alal chiesa di Sant’Antonio, non si devono aggiungere altre diagnosi. Ci sono buone probabilità che la diffusione del coronavirus che ha causato questo nuovo focolaio possa frenarsi.

Campus La Baita Campobasso Ferrazzano
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