Tregua interrotta

Toma si schianta di nuovo sui trasporti: Iorio e Romagnuolo votano con le minoranze, decisiva assenza di 2 dissidenti

Nuovo tonfo in Consiglio regionale della coalizione di centrodestra che va sotto con i numeri sulle mozioni presentate dal Pd e dal Movimento 5 Stelle: entrambe passano con dieci voti favorevoli, solo nove i contrari. Decisivi i 'sì' dei dissidenti Michele Iorio e Aida Romagnuolo, delusa dall'ennesima esclusione dalla Giunta regionale, e le assenze per motivi personali di Filomena Calenda e Gianluca Cefaratti.

Nel giorno del rimpasto della Giunta regionale, poche ore dopo l’annunciata intenzione di lavorare ad una nuova fase “per il bene del Molise”, la coalizione guidata da Donato Toma si schianta di nuovo sui trasporti: poco prima delle 16 e 30 il Consiglio regionale vota e approva le mozioni presentate dal Movimento 5 Stelle e dal Pd. Dieci i voti favorevoli, nove i contrari. E’ la stessa fotografia scattata il 23 dicembre, quando la maggioranza perse i numeri.

Consiglio regionale Molise

A sostegno dei documenti presentati dalle opposizioni il ‘sì’ di Michele Iorio, ‘storico’ dissidente della maggioranza, e Aida Romagnuolo, la ex leghista andata a tanto così dalla nomina nell’esecutivo regionale. Era considerata assessora in pectore, ma il Governatore ha fatto scelte diverse questa mattina, quando ha firmato il decreto che modifica l’assetto della sua squadra di governo: entra Quintino Pallante (Fratelli d’Italia), esce Roberto Di Baggio (Forza Italia). Confermato Michele Marone, l’assessore della Lega che gran parte degli esponenti del centrodestra avrebbero voluto ‘estromesso’ dalla Giunta.

Toma ‘salva’ la Lega: Marone resta nella nuova Giunta. Pallante assessore ai Trasporti, Di Baggio sottosegretario

Proprio al neo assessore Pallante viene assegnata la ‘patata bollente’ dei trasporti, fino a un paio di mesi fa di competenza di Vincenzo Niro, anche oggi bersaglio degli attacchi dei pentastellati secondo i quali “ha fallito su tutti i fronti”. I problemi del comparto sono irrisolti da mesi, gli autisti e le organizzazioni sindacali si ritrovano davanti a Palazzo D’Aimmo per esprimere il loro malcontento e l’insostenibilità di una situazione – aggravata pure dall’emergenza Covid – che li vede tra incudine e martello, la Regione dall’altra e le aziende del trasporto dall’altra.

Ieri, per fortuna, il Governo regionale ha ripristinato le corse soppresse durante tutto il lunghissimo periodo del lockdown. Ma non basta. Il Movimento 5 Stelle chiede al governo regionale innanzitutto l’accelerazione delle pratiche per la cassa integrazione ai lavoratori e la rimodulazione dei contratti ponte con le aziende. Andrea Greco denuncia “la pessima gestione durante la fase più acuta dell’emergenza sanitaria, quando si è garantito il guadagno dei gestori, ma non si è spesa una parola per tutelare i diritti dei lavoratori e i servizi per i cittadini”. 

La mozione quindi impegna, ad esempio, il presidente ad assicurare che le aziende procedano con il ripristino del numero delle corse e se necessario incrementino il numero dei mezzi a disposizione, a verificare che le aziende procedano con la quotidiana sanificazione dei mezzi e alla fornitura agli addetti dei dispositivi di protezione adeguati. Infine, si chiedere alla Regione di convocare un tavolo tecnico con aziende e organizzazioni sindacali.

Il capogruppo del Pd Micaela Fanelli solleva invece quattro questioni: i guadagni delle ditte, i mancati guadagni dei lavoratori, le condizioni di sicurezza generali delle linee (per i passeggeri e per i lavoratori), il piano dei servizi minimi. Inoltre, denuncia in Aula, “ad oggi una ditta non eroga gli stipendi al numeroso personale e che da anni si trova nella medesima situazione di grave inadempimento contrattuale”.

Le criticità insomma restano e si innestano sui malumori espressi dalla maggioranza che probabilmente non sono stati placati dal rimpasto della Giunta. E così la maggioranza va sotto con i numeri al momento del voto. In Aula pesano come macigni le assenze di due consiglieri del centrodestra, entrambi del gruppo dei ‘dissidenti’. Filomena Calenda e Gianluca Cefaratti mancano entrambi per motivi personali e impegni familiari. “Le due mozioni sono approvate”, scandisce il presidente del Consiglio regionale Salvatore Micone. 

Il volto di Toma è nerissimo. Il presidente lascia l’Aula probabilmente cercando di placare l’ira. Ma lo sgambetto – voluto, non voluto? – dei suoi consiglieri regionali non se l’aspettava. Probabilmente non si aspettava che Aida Romagnuolo, a cui lui stesso aveva offerto il ruolo di sottosegretario salvo ricevere il rifiuto della consigliera, votasse con M5S e Pd.

Il rimpasto della Giunta ha interrotto la tregua in maggioranza. O forse era solo questione di tempo: al ritorno in Aula i dissidenti si sono subito vendicati. Del resto, sintetizza uno di loro, “chi di spada ferisce, di spada perisce”. Mentre il Movimento 5 Stelle parla di “assenze ad orologeria” riferendosi a Cefaratti e Calenda e parla di una “crisi ormai insanabile”, il giudizio di Michele Iorio è tranchant: “Quando una maggioranza si regge solo sulle attribuzioni di deleghe e posti di potere, si scioglie e distrugge in un attimo quanto costruito in lunghi mesi di estenuanti trattative che interessano poco o nulla i molisani. Così la presunta maggioranza è stata battuta per ben due volte sulla nota questione dei trasporti che ha visto, al contrario, consolidarsi l’idea di una soluzione sostenuta ormai da dicembre 2019 e che è maggioritaria in Consiglio. Questo segnale indica che è possibile incidere sulle migliori scelte programmatiche della Regione a prescindere dall’appartenenza o meno all’idea piuttosto sbiadita di maggioranza politica”.

 

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