Cercemaggiore

Sindaco ‘ignora’ richiesta di aiuto per cane abbandonato, denunciato alla Procura

Gino Mascia dovrà rispondere del reato di omissione in atto d'ufficio e concorso omissivo in abbandono e maltrattamento di animale. E' stato denunciato dalle guardie zoofile dell'Oipa: "Atteggiamento grave"

“Sindaco, c’è un cane abbandonato vicino al mio garage. Può fare qualcosa?”. Più o meno questo il succo della richiesta di aiuto che un cittadino di Cercemaggiore ha rivolto al sindaco. Richiesta caduta nel vuoto. E ora Gino Mascia dovrà rispondere del reato di omissione in atto d’ufficio e concorso omissivo in abbandono e maltrattamento di animale.

Una denuncia a suo carico è stata presentata all’autorità giudiziaria dalle guardie zoofile dell’Oipa di Campobasso che hanno ufficializzato la notizia inviando alle redazioni giornalistiche un comunicato stampa firmato unitamente all’associazione ‘Stop animal crimes Italia’ fondata da Antonio Colonna.

Protagonista della vicenda un cagnolino abbandonato, che si era riparato nel garage di un’abitazione privata. Non potendo occuparsene, il proprietario del garage ha allertato il sindaco di Cercemaggiore che è la massima autorità sanitaria locale e, in base alla legge, è il responsabile degli animali che si trovano sul territorio comunale.

Per tutta risposta, riferiscono le guardie zoofile, “il primo cittadino anziché attivare l’iter normativo previsto (interpellare i veterinari ufficiali e il servizio accalappiatura per condurre il cane nel sanitario) ha affermato che non era sua competenza occuparsi dell’animale e che il Comune non poteva farsi carico delle spese, lasciando il cane randagio lì dov’era”.

Dunque in settimana è stata depositata la denuncia. “Auspichiamo che la Procura vorrà dare un segnale forte al sindaco di fronte ad un atteggiamento così grave, soprattutto alla luce delle normative vigenti che dovrebbero fare riflettere tutte le autorità e noi cittadini (tassati anche per affrontare questo tipo di emergenze perenni) su questo gravissima realtà che da anni pone l’Italia agli ultimi posti”, si legge nella nota diramata dall’Oipa. Del resto, sottolineano, il grado di civilizzazione di un territorio dipende anche dalla cura per i randagi.

La legge impone ai Comuni una serie di adempimenti e il rispetto delle norme di tutela del benessere degli animali: ad esempio, la Polizia Municipale deve essere dotata di dispositivi di lettura dei microchip al fine di verificare la identità dei cani catturati o rinvenuti sul territorio. E quando gli animali non vengono identificati, devono essere affidati a rifugi sanitari pubblici o convenzionati.

 

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