Rischi post covid

Scene da terzo mondo, cittadini al sole per ore prima di entrare all’ospedale. Pd: “Accanimento sui più deboli”

Il commissario del Pd di Termoli Maria Chimisso denuncia i rischi che si corrono tutti i giorni all'ingresso del San Timoteo dove decine di persone attendono per ore all'aperto col gran caldo. "Punta dell'iceberg, Asrem e politica responsabili"

Nonostante le denunce pubbliche, nulla è cambiato. Anzi, col caldo di questi giorni le cose peggiorano al San Timoteo. Fuori dall’ospedale, la fila per entrare si allunga sempre di più, senza rispetto del distanziamento fisico, senza alcuna protezione per chi è costretto a ore di attesa e rischia di prendersi un colpo di sole.

Ospedale Termoli, in fila ammassati aspettando il turno dopo ripresa servizi

La denuncia pubblica, corredata di foto, è del commissario del Pd di Termoli, Maria Chimisso. “Tutti in fila assembrati uno appiccicato all’altro per fare la fila, tutti agguerriti per non perdere il posto, in barba al distanziamento sociale” segnala l’ex vice sindaco.

Conferenza pd facciolla chimisso scurti 118

La foto è emblematica: decine di persone attendono, in una fila non proprio ordinata, di entrare alla tenda pre triage, allestita per evitare che un presunto caso covid entri all’interno del nosocomio di viale San Francesco.

Una soluzione che se poteva andare bene durante la Fase 1, si sta rivelando inadeguata e pericolosa adesso che la gente ha ripreso a uscire normalmente, che i servizi dell’ospedale sono stati riattivati e quindi è normale che una moltitudine di persone ogni mattina debba recarsi in ospedale.

Così la fila va ben oltre la tenda, e nemmeno il gazebo allestito per ripararsi dal sole può bastare, né tantomeno le panche ai lati per far riposare gli anziani o chi ha difficoltà di deambulazione. È una scena che rimanda a ben altre latitudini e pone questioni serie sulla qualità dei servizi sanitari che i bassomolisani ottengono.

Raggiungere la tenda triage è come trovare una pozza d’acqua in mezzo al deserto. Il contributo della protezione civile è lodevole: distribuiscono acqua, cercano di mantenere l’ordine e la calma tra i cittadini orientati al solo risultato e ormai “arrostiti” e seriamente disidratati. Di certo servirebbero anche una protezione solare 50+ e cappellini – afferma Maria Chimisso -. Eccoli i pazienti basso molisani, accampati sulle panche, a ritagliare pezzetti d’ombra per non prendersi un’insolazione.

In fila ci sono persone che non godono di buona salute, bambini e anziani disabili. Si suda e ci si scotta. Tutto questo è a maggior ragione pericoloso per pazienti cronici e fragili. Eppure il servizio di accesso al San Timoteo è gestito come testimonia la foto”.

fila gente san timoteo caldo gazebo

La denuncia della numero uno del Partito Democratico a Termoli va ben oltre la precaria situazione dell’unico ospedale del Basso Molise. “Manca il personale, l’organizzazione all’interno dell’ospedale è confusa, non sono presenti dispenser con gel igienizzanti e si permane nello stesso spazio in troppe persone”.

L’affondo è chiaramente anche politico. “Il nostro governatore Donato Toma e il Sindaco di Termoli, nonché presidente della Provincia, tacciono: a quanto pare non è di loro competenza la qualità dei servizi ospedalieri erogati. Caro Toma e caro Sindaco di Termoli, invece di rimanere sulle vostre poltrone, sicuramente al fresco, andate in giro, guardate gli ospedali in che condizioni si trovano, parlate con la gente e provate a fare la fila sotto il sole con loro. E poiché compito di una opposizione seria è di essere utile, vorremmo capire perché non sia possibile collocare il pretriage nei corridoi metropolitani del pian terreno, al fresco e al chiuso, accessibili, dedicati, senza barriere, contingentabili e pochissimo frequentati dal personale interno. Dunque se responsabile principale è l’Asrem, le responsabilità politiche non sono meno gravi. 

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La surreale fila sotto il solleone è solo la punta dell’iceberg di una disattenzione gravissima verso il cittadino termolese e tutto il Basso Molise, che diventa accanimento nei confronti dei più deboli. Come i malati cronici geriatrici, a cui è richiesto di andare di persona a rinnovare l’esenzione per una patologia incurabile. Sempre sotto il sole”.

Senza contare che le imposte che i cittadini molisani pagano sono altissime, specie se paragonate a servizi inefficienti, se non addirittura inesistenti. “Intanto in conseguenza del dissesto sanitario aumentano in queste ore le addizionali regionali, l’Irpef e l’Irap. I servizi diminuiscono e i costi aumentano. Strano, stranissimo modo di declinare il SSN, che magari fosse ancora nazionale”.

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