Supporto fisico e morale

Quando la solidarietà è concreta: il Comune di Ripa dona 18 parrucche oncologiche al ‘Cardarelli’

L’amministrazione guidata dal sindaco Marco Giampaolo, in collaborazione con il presidente del Consiglio regionale Salvatore Micone e il Rotary, ha consegnato i dispositivi al primario di Oncologia, Gianfranco Giglio. “Gli amministratori devono diffondere le buone pratiche” ha detto il primo cittadino. L’Unità operativa disporrà delle parrucche dopo i caschi refrigeranti acquistati dalla Regione qualche mese fa.

Un piccolo ma grande gesto, in grado di restituire in molti casi amor proprio, dignità, rispetto per se stessi. L’ha compiuto l’amministrazione comunale di Ripalimosani, in collaborazione con il Rotary e con la presidenza del Consiglio regionale, donando al Cardarelli diciotto parrucche per pazienti oncologici. Solidarietà, riconoscenza, un pizzico di emozione, hanno unito il direttore generale dell’Asrem, Oreste Florenzano, l’Unità operativa di Oncologia, il sindaco di Ripa, Marco Giampaolo. Che ha voluto “dare il buon esempio, gli amministratori devono diffondere le buone pratiche”.

Consegna parrucche oncologiche Cardarelli Giglio Florenzano

Impossibile dargli torto. Giampaolo spiega che “l’idea è nata in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne. Volevamo dare un segnale forte, concreto: insieme con il vicesindaco e il consigliere delegato alla sanità, Franco Calista, siamo andati oltre la sensibilizzazione. E oggi consegniamo le parrucche per il reparto di oncologia dell’ospedale ‘Cardarelli’. Ne abbiamo acquistate 18, ringrazio il presidente del Consiglio regionale, Salvatore Micone, che ha contribuito all’acquisto, oltre che tutte le persone che si sono impegnate. Da sola l’amministrazione non va da nessuna parte, c’è bisogno di fare rete con il territorio”.

Consegna parrucche oncologiche Cardarelli Giglio Florenzano Giampaolo

Non è la prima iniziativa a favore di uno dei reparti più delicati del nosocomio del capoluogo. Lo scorso inverno, pochi giorni prima dell’arrivo del nuovo dg dell’Azienda sanitaria, furono acquistati dalla Regione i caschi refrigeranti, sempre per pazienti oncologici, atti a ridurre la caduta dei capelli, un trauma per le malate che non sempre hanno la possibilità di acquistare le parrucche che possono costare fino a 500 euro.

“Con la donazione delle parrucche miglioreremo l’offerta del nostro reparto – spiega il primario dell’Unità operativa di Oncologia, Gianfranco Giglio –. Purtroppo i trattamenti chemioterapici, spesso, provocano la caduta dei capelli, quindi l’alopecia. E questo porta a un disagio personale e sociale, soprattutto per quanto riguarda le donne. Avere la possibilità di offrire un mezzo preventivo con i caschi, o dopo la chemio, con le parrucche, non è qualcosa di frivolo ma di necessario”.

 

Supporti, aiuti, che sembrano gocce nell’oceano. Ecco perché l’unione deve fare la forza. In questo caso, al fianco dell’amministrazione comunale di Ripalimosani hanno dato il proprio sostegno concreto il presidente del Consiglio, Salvatore Micone, il Rotary di Campobasso, oltre a chi lavora dietro le quinte come le associazioni che sul territorio fanno un lavoro egregio.

Consegna parrucche oncologiche Cardarelli Giglio Florenzano Giampaolo

La chiosa al direttore generale Florenzano: “Ringrazio la parte bella della società civile che ci aiuta nel momento più sensibile. Anche io vengo da un ospedale, il Pascale di Napoli, che sa bene cosa vuol dire occuparsi di pazienti oncologici. Avere dunque un supporto, un aiuto è molto importante. Una giornata che ci unisce, sperando che l’incubo covid sia passato…”.

Parrucche per pazienti oncologici, legge approvata all’unanimità in Consiglio regionale

Ricordiamo che la Regione Molise, il 26 maggio scorso, ha approvato all’unanimità una legge che riguarda proprio l’aiuto fornito ai pazienti oncologici per l’acquisto di parrucche. Un contributo di 250 euro a cui possono accedere persone che non superino un reddito annuo di 20mila euro.     FdS

leggi anche
elgive 1
Resistenza
Parrucche per battere il cancro. “Non volevo venderle ma sbagliavo: il sorriso delle clienti gratifica più del guadagno”
commenta