Campobasso

Pino, destino tragico: la moto acquistata solo 10 giorni prima dello schianto. Giovedì autopsia, poi i funerali

Il magistrato ha dato l’incarico al medico legale per chiarire se dietro l’impatto della moto guidata dal 42enne Pino Digiorgio abbia giocato un ruolo importante un malore improvviso. Sicuramente, ricostruiscono gli inquirenti di Morcone che hanno sequestrato la Honda, non ha visto la curva del sottopasso prima di andare a sbattere con violenza contro il muro perché non ci sono segni di frenata.

Pochi attimi, fatali. Domenica sera, sulla Provinciale 105 che lo avrebbe immesso sulla Statale 87 per il rientro a casa, Pino ha perso il controllo della Honda. Non si è accorto della curva sullo stradone in discesa che stava percorrendo con gli amici con i quali aveva trascorso la giornata. Un pranzo allegro e prolungato nel beneventano, come capita sempre quando le escursioni su due ruote diventano il pretesto perfetto per visitare posti nuovi, respirando libertà, risate, relax nella natura.

Cosa abbia giocato un ruolo nel terribile incidente avvenuto poco prima delle ore 20  al confine tra il Molise e la Campania, nessuno può dirlo. Così come al momento nessuno può dire se Pino Digiorgio, 42 anni, abbia avuto un malore improvviso. Per questo, per chiarire le cause e escludere una serie di possibilità ancora aperte, il magistrato ha disposto l’autopsia.

La sua salma è all’obitorio dell’ospedale di Benevento, a disposizione – come si dice in questi casi – dell’Autorità Giudiziaria. L’incarico al medico legale è stato conferito e giovedì si svolgerà l’esame autoptico. Poi il feretro tornerà a Mirabello, il paese di origine e residenza, per i funerali che verosimilmente saranno accompagnati dal lutto cittadino.

Pino, informatico, grafico, cronista occasionale appassionato di musica e concerti, conosciutissimo non solo nella piccola comunità di Mirabello ma anche a Campobasso, la città che lo aveva adottato, la città degli eventi e delle feste alle quali non mancava mai, degli amici e della vita professionale. La sua perdita ha aperto una ferita dolorosa, segnata da un interrogativo lacerante: quell’incidente si poteva evitare? Cosa è accaduto in quella manciata di secondi?

I carabinieri di Morcone, che su delega della Procura della Repubblica hanno aperto come da prassi un fascicolo, parlano di “alta velocità”. La Honda viaggiava, ricostruiscono gli inquirenti che hanno sequestrato il mezzo accertando attraverso un perito che non avesse problemi meccanici tali da favorire il sinistro, “a una velocità compresa tra 80 e 110 chilometri”. La strada, quella che da Santa Croce del Sannio conduce alla Statale 87 e quindi verso Campobasso, era in discesa, con una curva pericolosa. Proprio in quel punto è successo qualcosa, ma non ci sono testimoni. “Non ci sono segni di frenata” chiariscono gli investigatori di Morcone. Che aggiungono: “Non si può escludere, al momento, l’inesperienza del motociclista in relazione a quello specifico veicolo. Dai documenti posti sotto sequestro risulta che il passaggio di proprietà del mezzo fosse avvenuto solo 10 giorni prima, il 14 luglio”.

 

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