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Giada Vitale in diretta tv: “Don Marino mi ha plagiata”. Chiesto risarcimento da 1 milione di euro

Per il legale di don Marino Genova, Carlo Taormina, "la ragazza era infatuata del sacerdote". Ma lei ribatte e torna a chiedere giustizia. A settembre il caso in Cassazione

Il caso di Giada Vitale e la sua richiesta di risarcimento da 1 milione di euro nei confronti di don Marino Genova, della parrocchia di Portocannone e della Diocesi di Termoli-Larino sono stati al centro di un approfondimento della trasmissione televisiva ‘La vita in diretta’ andata in onda nel pomeriggio di mercoledì 22 luglio.

La giovane di Portocannone, collegata in diretta con la conduttrice Andrea Delogu, ha espresso ancora una volta amarezza per la decisione del Gip di Larino di archiviare le accuse nei confronti del sacerdote per atti sessuali consumati con Giada quando la ragazza aveva 14 anni o più.

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Il sacerdote è stato invece condannato in Appello a sei anni di reclusione per i reati commessi prima del compimento del 14esimo anno d’età di Giada. “Passata la mezzanotte divento consenziente? Questo procedimento è nato male dall’inizio, da quando la Procura ha diviso in due il fascicolo”.

Il programma di Rai Uno ha tentato senza successo di avvicinare don Marino Genova, sospeso a divinis dalla Chiesa e trasferitosi in un monastero. Il suo avvocato, Carlo Taormina, ha invece rilasciato un’intervista a ‘La vita in diretta’. “Credo proprio che la Cassazione possa annullare la sentenza di condanna” ha detto Taormina, parlando poi di infatuazione di Giada nei confronti del prete.

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Direi plagiata” ha replicato la ragazza nel successivo collegamento. “Mi aspetto giustizia e che venga riconosciuta la responsabilità penale di don Marino per chiudere questa storia e curare le mie ferite”.

Il legale che sta seguendo per lei la causa civile, Pasquale Mautone, ha ricordato la richiesta di risarcimento avanzata e che chiama in causa anche la Diocesi per i fatti avvenuti fra il 2009 e il 2012. “Giada è stata abusata psicologicamente e fisicamente” ha dichiarato il legale. A settembre intanto è attesa il pronunciamento della Corte di Cassazione.

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