Futuro incerto

Covid e cassa integrazione: in Molise la situazione peggiore di sempre, si azzerano le prospettive di rilancio

L'associazione "Lavoro & welfare" fa il punto della situazione nella nostra regione ed è stato registrato il numero massimo di ore di Cig mai realizzate in Molise, superando anche il livello raggiunto nel 2013. “In termini numerici – commenta Palmisciano – il ricorso agli ammortizzatori sociali raggiunge le 10mila ore”. E dunque la fotografia di questi dati secondo gli esperti mette in evidenza un sistema produttivo in forte affanno che non ha, al momento, evidenti chance di sviluppo

Dal mese di maggio 2020 le nuove disposizioni normative legate all’emergenza sanitaria Covid-19 hanno modificato il quadro di riferimento statistico, comprendendo tutte le ore di Cig autorizzate – ossia le ore di Cig da regime ordinario (Cigo, Cigs, Cigd) – più le ore derivanti dall’assegno ordinario dei Fondi di Solidarietà (Fis). Con il mese di maggio, in Molise si superano le ore di Cig concesse da sempre nella Regione, superando il livello raggiunto nel 2013.

I DATI – Lo studio è dell’associazione “Lavoro e welfare” presieduta da Cesare Damiano, già ministro del lavoro e coordinata in Molise da Luca Palmisciano, del circolo PD di Mafalda, che propone una attenta analisi della cassa integrazione in Molise, situazione che l’associazione peraltro sta monitorando mensilmente. E dunque dopo la leggera crescita delle ore erogate nel 2019, il 2020 è iniziato con un peggioramento già nei primi mesi: da maggio, l’esplosione di ore di Cig è stata travolgente, con la degenerazione della situazione occupazionale e produttiva in conseguenza del Covid-19.

La situazione nei primi 5 mesi del 2020 – sullo stesso periodo del 2019 – ha fatto registrare un forte peggioramento dell’andamento economico anche in Molise. L’aumento delle ore di Cig totali è del +935,97%, da 501.167 ore di Cig+Fis (fondi di solidarietà) del 2019 a 5.191.964 ore di Cig più Fis del 2020, (4.359.166 ore di Cigo, Cigs, Cigd, più 832.798 ore dell’assegno ordinario fondi di solidarietà).

Nel solo mese di Maggio 2020, in Molise si registra un aumento della Cig non confrontabile con le situazioni del passato: un volume di ore mai raggiunto prima. Nei primi cinque mesi del 2020, le ore di Cig da regime ordinario sono aumentate del 772,27%.

 La Cassa integrazione guadagni ordinaria  in Molise registra l’aumento maggiore, anche in conseguenza della scelta del governo di caricare, nella fase del Covid-19, le ore di Cig sulle quelle di Cigo. L’aumento è del +696,67%. Nello specifico a Campobasso l’aumento è del 609,60%, a Isernia è del 1.037,29 per cento.

La Cigs invece è cresciuta, in questi cinque mesi, con percentuali minori rispetto al resto delle tipologie della cassa integrazione, anche per effetto del carico quasi esclusivo sulla Cigo dei lavoratori coinvolti nella fermata delle attività per Covid-19. Nell’insieme della Regione l’aumento è del 23,94 per cento. A Campobasso c’è una riduzione del meno 14,19 per cento, a  Isernia  un aumento del cento per cento.

Le ore di Cassa integrazione guadagni in deroga, in conseguenza delle scelte politiche e della fermata totale di tutte le attività, crescono del 100 per cento. A Campobasso si passa da zero a 496.915 ore. Stessa dinamica a Isernia.

Il numero delle aziende in Cigs (con sede direzionale in Molise) che fanno ricorso a nuovi decreti di Cigs, aumenta sul periodo precedente. In questi cinque mesi del 2020 sono 6 (+500,00%). Mentre, sul territorio regionale, ci sono 46 siti aziendali in Cigs.

 In Molise, se consideriamo le ore totali di Cig equivalenti a posti di lavoro con lavoratori a zero ore, in questi primi cinque mesi del 2020 (ventidue settimane lavorative) si determina un’assenza completa di attività produttiva per oltre 5.900 lavoratori, di cui: oltre 56 in Cigs; 735 in Cigd; oltre 4.162 in Cigo; 946 in assegno dei fondi di solidarietà (Fis).

In base alle ore di Cig totali si sono perse, in Molise, 648.996 giornate lavorative. I lavoratori parzialmente tutelati dalla Cig in questi cinque mesi, hanno visto diminuito complessivamente il proprio reddito di oltre 14 milioni e 700mila euro al netto delle tasse. Ogni singolo lavoratore che è stato in Cig a zero ore per tutto il periodo ha perso oltre 2.500 euro al netto delle tasse.

FUTURO INCERTO – “La fotografia di questi dati – dice Palmisciano – mette in evidenza un sistema produttivo in forte affanno che non ha, al momento, evidenti prospettive di rilancio. E’ necessario continuare a finanziare gli ammortizzatori sociali per dare ossigeno alle famiglie, è altrettanto necessario, però, lavorare seriamente ad una politica di rilancio del sistema industriale ed economico regionale”.

Interviene sulla questione anche il presidente di “Lavoro & Welfare” Cesare Damiano: “La cassa integrazione va assicurata fino alla fine dell’anno a chi non è in grado di riaprire l’attività. Non può essere una scelta rigidamente settoriale”. Non ci sono settori di attività che riaprono e altri che restano chiusi. Il mondo produttivo non si divide tra bianco e nero: bisogna tenere conto delle sfumature e delle articolazioni”.

“Quindi – conclude l’ex Ministro – il governo proroghi la Cig e il blocco dei licenziamenti in modo sincrono fino a fine anno, e tuteli le aziende che non sono in grado di riaprire le attività o che lo fanno in modo parziale. In caso contrario si rischiano chiusure e licenziamenti già nell’autunno a macchia di leopardo”.

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