Quasi 40 ettari di bosco distrutti dal fuoco. Un fuoco di origine dolosa. Si sta indagando, dopo il rogo di domenica sera alle Fantine di Campomarino, per accertare la responsabilità umana, che sembra non tanto un sospetto quanto una certezza. Il sopralluogo che è stato fatto ieri mattina ha chiarito le proporzioni del disastro. Per fortuna il danno non è stato totale e ha interessato la parte ovest, lasciando integro il bosco più maturo.
È stato fatto alzare un drone grazie anche alla collaborazione di una troupe su Skype presente sul posto, per avere un quadro completo della situazione. Intanto l’esperto ornitologo Nicola Norante ha promosso una task force con le altre associazioni e l’amministrazione comunale presieduta da Pier Donato Silvestri per stilare un documento comune da inoltrare alle autorità.
L’obiettivo? Allontanare l’abusivismo dal bosco, che è minaccia concreta. Le Fantine infatti sono occupate da un pastore che ha recintato una ampia superficie di suolo demaniale utilizzandola a proprio uso e consumo. Tante le segnalazioni, che si susseguono ormai da anni, ma nessun risultato pratico, almeno finora.
Il Comune di Campomarino più volte gli ha notificato lo sfratto, ma l’uomo – figlio di un pastore arrivato dalla Puglia che prima di lui aveva trascorso gran parte della vita nel bosco con il gregge – non ha intenzione di andarsene. Il pastore abusivo di Campomarino, peraltro, non è del tutto immune dai sospetti di dolo incendiario, che riguardano anche episodi precedenti.
Intanto la bonifica è terminata, portata avanti sia dalle squadre dei Vigili del Fuoco il giorno successivo al lunghissimo intervento (caratterizzato da una corsa contro il tempo e contro il vento) che dalla Protezione Civile di Campomarino. È anche grazie a questa associazione, instancabile e sempre pronta a intervenire quando ci sono emergenze che riguardano la sicurezza collettiva, che il bosco si può definire salvo. La Cvp Campomarino ha lavorato alacremente tutta la notte al fianco del 115 con una squadra di 8 persone e con apposito modulo antincendio, ultimando anche la bonifica il giorno successivo. Ora l’ultima parola spetta alle autorità e le indagini su quanto accaduto vanno avanti.
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